Reduce da una serata di film a tema (non ho saputo resistere), ed essendo vergognosamente attratta da questo argomento, vi consiglio cinque libri per me imperdibili.
- L'ombra dello scorpione di Stephen King (The Stand, Bompiani 2001)
Il re dell'horror (e fortunatamente non solo) ci delizia con un lungo romanzo sulla fine del mondo, causata da un virus creato per scopi militari e sfuggito al controllo dell'esercito, apparentemente un banale raffreddore ma in realtà in grado di mutare senza sosta fino a uccidere l'organismo ospite. Distrutto più del 99% della popolazione terrestre - la progressione a grappolo del virus viene narrata da Stephen King in un capitolo che è un capolavoro di lucidità e crudezza -, alcuni sopravvissuti ricevono in sogno la convocazione di una vecchia donna di colore, che li chiama a sé in nome del Signore per ricostruire una comunità a Boulder, in Colorado. Contemporaneamente, ladri, assassini e delinquenti vengono chiamati a sé da Randall Flagg (il solito uomo in nero) per ricostruire una comunità a Las Vegas. Forse è il preludio all'estrema battaglia tra Bene e Male, ma in ogni caso il romanzo è una profonda analisi psicologica degli aspetti dell'animo umano e la dimostrazione della tesi che la società tende sempre a riformarsi nelle stesse modalità: suddivisione in classi, religione, guerra. - La strada di Cormac McCarthy (The Road, Einaudi 2010)
Vincitore del premio Pulitzer nel 2007, La strada è la storia intima di un padre e un figlio, eterni pellegrini senza speranza in un mondo dal cielo grigio e le piogge di cenere, devastato presumibilmente da una catastrofe nucleare che ha reso impossibile la vita naturale e il nutrimento. L'umanità decimata, incapace di risollevarsi, può solo vagare senza meta consumando le ultime scorte disponibili in vista della fine. Un romanzo duro, straniante, che non consente d'intravedere alcuna consolazione o speranza. Da leggere tutto d'un fiato. - Io sono leggenda di Richard Matheson (I Am Legend, Fanucci 2011)
"Il cerchio è completo. Un nuovo terrore prende forma dalla morte, una nuova superstizione penetra la fortezza inattaccabile dell'infinito. Io sono leggenda."
Robert Neville è l'ultimo uomo sulla terra: dopo un probabile bombardamento nucleare, un'epidemia ha trasformato tutte le creature viventi in qualcosa di molto simile ai vampiri, ora forma di vita dominante del pianeta. Robert, pur non essendo uno scienziato, non perde la speranza di poter un giorno cambiare le cose.
Estremamente diverso dal film del 2007 che ne è stato tratto (che tuttavia è almeno il terzo basato su questo film) e in un certo senso ancora più pessimista, Io sono leggenda è un piccolo capolavoro del genere. - La nube purpurea di Matthew Phipps Shiel (The Purple Cloud, Adelphi 1991)
Dopo i 'moderni', con Io sono leggenda a fare da spartiacque (è degli anni '50), due classici del genere: La nube purpurea (1901) rappresenta la fine del mondo in seguito a una spedizione al Polo Nord, in cui viene rinvenuta una misteriosa pozza d'acqua dall'esploratore Adam Jeffson: immediatamente dopo la scoperta, una nube purpurea inizia a seminare morte sulla strada di Jeffson. Il protagonista si ritrova in breve l'ultimo uomo sulla Terra. Più che l'estinzione del genere umano, il romanzo si concentra sul delirio di onnipotenza di Jeffson, autoproclamatosi monarca del mondo. - L'ultimo uomo di Mary Shelley (The Last Man, Giunti Editore 1997)
Un altro classico, forse primissimo libro a tema, considerato il capolavoro di Mary Shelley, autrice del più famoso Frankenstein. Nel 1818 un protagonista (di cui è sconosciuta l'identità sessuale) rinviene alcuni scritti profetici della Sibilla Cumana in una grotta vicino Napoli, decidendo successivamente di romanzarli e di trasformarli nell'immaginaria testimonianza di un uomo vissuto alla fine del ventunesimo secolo: Lionel Verney, alle prese con una peste diffusasi nel 2092. Pochi superstiti decidono di abbandonare l'Inghilterra, sbarcando in Francia dove nel frattempo gli emigrati inglesi si sono divisi in fazioni, tra cui una estremamente religiosa guidata da un sedicente messia.
E non sono riuscita a resistere: - Buona apocalisse a tutti!di Terry Pratchett e Neil Gaiman (Good Omens, Mondadori 2012)
L’Apocalisse è vicina: alla clinica di Lower Tadfield, gestita dall’Ordine delle suore (sataniste) Chiacchierone, è appena nato l’Anticristo. Un bellissimo bimbetto dai boccoli dorati che, per un malaugurato doppio scambio, non viene affidato al diplomatico americano Dowling ma ai coniugi Young. Inutilmente Crowley e Azraphel, diavolo e angelo amici da una (lunga) vita e legati da un muto accordo di non belligeranza, si affannano a seguire per undici anni la crescita del piccolo Warlock: a pochissimi giorni dall’Armageddon appare chiaro che il bambino è quello sbagliato. Cielo e Inferno, già pronti per lo scontro finale che avrà come capro espiatorio la Terra, eruttano fuoco e fiamme (sì, entrambi) minacciando i loro emissari di terribili conseguenze se non troveranno il bambino giusto; le profezie di Agnes Nutter, conservate dalla sua discendente Anatema, sembrano aver previsto con estrema esattezza tutto ciò che accadrà, e starà a lei e alla recluta cacciastreghe Newton Pulsifer trovare un modo per fermare la fine del mondo. Frattanto Guerra, Carestia, Inquinamento (Pestilenza è andato in pensione nel '36, dopo la scoperta della penicillina) e naturalmente Morte – inutile dire che si tratta della versione personificata ben conosciuta da tutti i fan di Pratchett – stanno per riunirsi; il continente di Atlantide è riemerso, piovono rane e pesci, piccoli alieni verdi portano messaggi di pace, sbucano monaci tibetani da buchi sull’asfalto: insomma, l’Armageddon è vicino, e cadrà precisamente di sabato.
Un libro da fine del mondo, firmato da due maestri britannici dell'umorismo.