RECENSIONE Tra passeggiate, libri e molte riflessioni Anne Brontë ci accompagna nelle atmosfere dell'Inghilterra vittoriana, vista con gli occhi di un'umile istitutrice che vuole scoprire il mondo e l'umana natura.
Un tranquillo paese, una famiglia calorosa e le passeggiate sotto i salici piangenti: queste sono le cose semplici che scandiscono dolcemente la vita di Agnes Grey. Nonostante la natura povera della sua famiglia, Agnes ha un'infanzia abbastanza felice, che non muta al subentrare di gravi problemi economici che iniziano ad affliggere il nucleo familiare. La madre ha sposato infatti un povero parroco preferendo unirsi per amore e vivere la povertà, anziché scegliere la ricchezza che l'avvrebbe accompagnata nel protrarsi di una vita infelice. Nonostante ciò la madre non rimpiange nulla e, anzi, è attiva e vitale: “vizia” Agnes e cerca di non farle pesare le ristrettezze economiche in cui versano. Ma Agnes, che inizialmente si crogiolava in queste coccole, sente maturare dentro di se il desiderio di conoscere il mondo che la circonda e che le è quasi totalmente sconosciuto, essendo cresciuta isolata in un piccolo paesino inglese.
Dunque, all'età di 18 anni, si propone come istitutrice nel grande mondo. Nonostante l'iniziale parere contrario della sua famiglia, la sua ferrea volontà ha la meglio e si appresta alla grande avventura che l'attende. In questo passaggio narrativo Anne Brontë riesce a dipingere con cruda sincerità, e talvolta ironia, la galleria di personaggi che Agnes incontra nel suo cammino: i componenti della famiglia Bloomfield, composta da genitori severi e i figli viziati e “deviati” su alcuni comportamenti, che la protagonista non esiterà a correggere con pazienza e dolcezza; i componenti della famiglia Murray, soprattutto le due figlie maggiori, una civettuola e l'altra maschiaccio, entrambe viziate e inconsistenti.
Agnes Grey rappresenta un tipico spaccato di vita vissuta (essendo in realtà la biografia della stessa Anne Brontë) dove viene dipinta egregiamente la situazione della donna nell'epoca vittoriana. Le donne di origine non nobile erano costrette a rimboccarsi le maniche e ingegnarsi: in questo romanzo viene mostrato in modo egregio come le donne potevano aiutare economicamente la propria famiglia e mantenersi autonomamente. Si adattavano al lavoro di governante o istitutrice, sfruttando le conoscenze che possedevano e affidandosi al proprio intelletto, trovando lavoro presso famiglie molto benestanti.
Questo libro racconta la storia di una ragazza che si vuole mettere alla prova nel mondo affontando problemi che non avrebbe mai immaginato di poter sopportare, imbarcandosi in un viaggio sulla scoperta dell'animo umano, e svelando l'altra facciata dell' effimera e ipocrita rispettabiltà inglese. Agnes affronta con accondiscendenza, tolleranza, silenzio, semplicità e buon senso tutte le parole e i giudizi maligni che le vengono rivolti. Proprio in questo, Agnes Grey richiama molto Jane Eyre, celeberrimo libro della sorella maggiore Charlotte Brontë, nel quale la protagonista risponde allo schiaffo delle avversità che le si parano davanti con una parola buona e porgendo l'altra guancia.
Narrato proprio dal punto di vista di Agnes, Anne ci fa vedere attraverso i suoi occhi le persone con le quali entra in contatto, facendoci così vivere realisticamente le condizioni a cui era costretta (tra “maltrattamenti” e insulti). Ci fa sentire vividamente partecipi dei sentimenti di Agnes, anche quando arriva l'amore, tra ansie, gioie, sguardi fugaci e gelosie che corrodono l'anima. L'autrice dipinge in modo asciutto ed essenziale i caratteri (talvolta orribili) e l'aspetto delle persone che incontra la protagonista e le reazioni che suscitano in lei (e conseguentemente in noi), narrando solo l'essenziale tra dialoghi e descrizioni, trascinando il lettore in un ritmo scorrevole e molto piacevole.
Per concludere, Agnes Grey è un classico che va assolutamente letto per l'attualità che contiene a distanza di 160 anni, dove una ragazza accantona timori e debolezze per lanciarsi nel vuoto di un mondo a lei sconosciuto, una possibile ispirazione per molte ragazze (e perchè no, ragazzi) dei giorni nostri.