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Speciale Cinema – Recensione film Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato di John R. R.

Creato il 12 dicembre 2012 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Speciale Cinema – Recensione film Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato di John R. R.

La frase chiave del film: “Mio caro Frodo, una volta mi hai chiesto se ti avessi raccontato tutto riguardo le mie avventure. Anche se posso affermare onestamente di averti detto la verità, magari ho tralasciato qualcosina.”

Un decennio dopo averci stregato e ammaliato con un’impresa pressoché impossibile come la trasposizione del monumentale Il signore degli anelli, in una trilogia d’impareggiabile bellezza e ritmo, Peter Jackson ritorna su i suoi passi e su quelli di George Lucas portando sul grande schermo un’altra opera dello scrittore inglese Tolkien, Lo Hobbit, sempre suddividendolo in tre parti.

Onore al merito e al coraggio dimostrato dal regista australiano, forse uno dei più geniali e amati della sua generazione e, che decide di rielaborare un libro minore di Tolkien e molto più vicino alle narniane avventure di Lewis, per quanto riguardo l’impianto e la valenza filosofica. L’idea del prequel espanso era venuta anche a Lucas con Guerre Stellari, ma i risultati apparvero evidentemente al di sotto delle aspettative, soprattutto perché i tre capostipite erano capolavori, quasi, assoluti del genere. E la stessa ombra d’insoddisfazione pare serpeggiare nei ben 170 minuti di questo primo nuovo capitolo di Jackson, che, senza ombra di dubbio, scatenerà paragoni fulminanti con i suoi antecedenti, perdendo però in partenza la battaglia.

In questo primo episodio si racconta del favoloso viaggio fatto dal mite hobbit Bilbo e i suoi tredici compagni di avventura, tutti nani, e del leader Gandalf il Grigio. Il capo dei nani, Thorin, vuole ritornare nel regno nanico di Erebor, perso anni prima e governato dal drago Smaug. Il viaggio sarà pieno d’incontri, ostacoli e battaglie contro Orchi e lupi mannari, Troll e Giganti delle Rocce. Bilbo si troverà ad affrontare la creatura che stravolgerà la sua esistenza: Gollum.

Il primo forte dubbio è la scelta prettamente tecnica operata dal regista sull’utilizzo del HFR, in altre parole i fotogrammi al secondo sono 48 e non più 24, che pur portando una definizione strabiliante dell’immagine impoveriscono e di parecchio l’insieme, tanto che spesso appare quasi fastidiosa e troppo velocizzata.

Di fantasia ne abbiamo bisogno tutti, oggi come non mai, e quindi ben vengano le nuove avventure della Terra di Mezzo con tutte le creature che solo un genio come Tolkien era stato in grado di poter inventare, anche perché dietro di loro si celano significati mistici e profondi, difficilmente dimenticabili.

Jackson gira con il giusto piglio e la carica adeguata di brio, esaltando forse più che nei precedenti film, le bellezze paesaggistiche della Nuova Zelanda, e lo sforzo mostruoso di truccatori e costumisti, che regalano alla pellicola una grazia visiva fuori dall’ordinario, che stupisce ma che non incanta, soprattutto nelle scene girate di giorno.

Non manca naturalmente una adeguato approfondimento psicologico dei personaggi e una giusta carica drammaturgica, resa in maniera magistrale dagli attori come Ian Makellen, Cristopher Lee, Cate Blanchet e la sopresa Martin Freeman, attore inglese pressoché sconosciuto. Ed è grazie a lui che si ha la scena più inquietante e bella del film, ovvero un confronto dialettico serrato tra lui e il Gollum, dove la qualità della pellicola s’innalza a vette altissime.

Il resto non è altro che un insieme di combattimenti e un tripudio orgiastico di effetti speciali non nuovi che riportano, giocoforza, alla memoria la prima trilogia. Per i fan di Peter Jackson e de Il signore degli anelli sarà una pura delizia, per tutti gli altri solo un bel film con qualche momento di noia.

A cura di Katya Marletta in collaborazione con Gabriele Marcello


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