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Speciale cinema – Recensione film Sammy 2: la grande fuga di B. Stassen

Creato il 11 dicembre 2012 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Speciale cinema – Recensione film Sammy 2: la grande fuga di B. Stassen

Dopo “Le avventure di Sammy”, la verde tartaruga che abita la barriera corallina torna con una nuova storia da raccontare.

Nel primo episodio, abbiamo seguito le avventure del piccolo Sammy, alle prime esperienze con la vita, ma in questo secondo film sarà il Sammy adulto a vivere un’emozionante avventura insieme all’amico di sempre Ray ed ai loro nipotini Ricky ed Ella. Caduti nella rete di alcuni pescatori, le tartarughe ed alcuni  nuovi amici finiranno in un gigantesco acquario extralusso di Dubai, da cui cercheranno di evadere.

Sammy 2, così come il precedente film, è una pellicola carina e divertente che riesce ad appassionare i più piccoli con facilità. Certo, non siamo di fronte alle produzioni della DreamWorks o della Pixel (il budget di “Sammy 2”, 25 milioni di euro, è pari al 30% delle produzioni di animazione americane) che strizzano spesso l’occhio anche al pubblico adulto.

Perfettamente a misura di bambino, la dimensione ecologista è presente anche in questo secondo film: mentre nel primo si sottolineavano le conseguenze dell’azione dell’uomo sull’ecosistema, in “Sammy 2” si spiega ai più giovani la catena alimentare e soprattutto si mostra la grande varietà di comportamenti possibili (giusti o sbagliati) tra gli esseri umani e gli animali. Un po’ forzato forse il clichè dell’ippocampo boss mafioso, introdotto addirittura da “Tu vuo fa l’Americano” , ma del resto tutto il film gioca molto sulle nazionalità stereotipate, dai pesci spagnoli alle murene francesi.

Elemento sicuramente di spicco è il 3D. Non capita spesso che io lo faccia, anzi mi è capitato più volte di fare l’esatto contrario, ma in questo caso ve lo consiglio: se andate a vedere “Sammy 2” con i vostri figli, nipoti, cuginetti, andate a vederlo in 3D!

Il regista Ben Stassen aveva le idee chiare: “In generale sono piuttosto deluso dai film in 3D, poiché la maggior parte è concepita in 2D e girata con due macchine da presa. Giocano dunque un po’ sulla profondità di campo e sugli effetti zampillanti, ma non danno davvero l’impressione del rilievo. Produzioni di questo tipo prendono in giro lo spettatore che deve pagare il biglietto più caro e mettersi gli occhiali e che alla fine pensa che avrebbe potuto vedere il film in 2D.”

Stassen non voleva assolutamente che gli spettatori uscissero dalla sala con questo stato d’animo e ha lavorato in questo senso: effetti tridimensionali davvero realistici, presenti praticamente in ogni scena, che hanno spesso spinto alcuni bambini in sala ad allungare il braccio per toccare le tartarughe. Uno spettacolo che fa sorridere sia adulti che bambini.

“Credo che se il cinema in 2D faccia immergere in un determinato stato mentale ed emotivo, l’esperienza del 3D dia la sensazione di essere catturati fisicamente nell’universo del film.” I bambini sembrano essere d’accordo.

Dal 13 dicembre al cinema.

A cura di Mara Telandro.


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