Speciale Elezioni Europee: Pd e Psi insieme a sostegno del Pse

Creato il 19 maggio 2014 da Nicola933

Domenica 25 Maggio si vota per il parlamento Europeo ma secondo un sondaggio realizzato da Ispo il 28% degli Italiani ignora del tutto questa scadenza elettorale. C’è poi una parte consistente di indecisi, che se optassero per l’astensione, abbasserebbero ancora l’asticella della partecipazione. Si rischia il bis delle Europee del 2009, che videro il livello di partecipazione fermo al 66,5%. L’indeciso però è anche l’elettore dell’ultimo minuto, quello che non ha un partito di riferimento e che a pochi giorni dal voto potrebbe decidere di andare a votare. Districarsi tra i vari simboli italiani e europei però potrebbe essere un impresa non semplice.

Partiamo dall’ala della sinistra moderata e non. Partito Democratico e Partito Socialista Italiano hanno siglato un patto federativo: unico simbolo, unica lista e candidature condivise. Entrambi fanno parte del Partito Socialista Europeo (Pse) e insieme sostengono la candidatura di Martin Schultz alla presidenza della Commissione UE. L’ingresso del Pd nel Pse è stata una scelta portata avanti da Matteo Renzi pochi mesi fa, mentre il Psi in quel partito c’è sempre stato. Prima di allora il Pd faceva parte del gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D): un gruppo politico all’interno del Parlamento Europeo  non un partito Europeo.

Il Pse è un partito politico europeo di orientamento social, socialdemocratico e laburista fondato all’Aia nel 1992. L’atto costitutivo fu firmato per l’Italia dai segretari dei tre partiti membri dell’epoca: Craxi (Psi), Occhetto (Pds) e Vizzini (Psdi). Dell’entrata del Pd nel Pse se ne è discusso per anni, ma la parola “socialismo” faceva paura a molti esponenti del partito. Così nel 2009 il Pse decise di creare il Gruppo dell’Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici (S&D) in modo da riunire alcuni soggetti non affiliati ad alcun partito ma che fossero di ispirazione progressista. Ci entrarono a far parte il Partito Democratico italiano, quello cipriota e il partito lettone dell’Armonia Nazionale.

Ma qual è il programma elettorale del Pse? Il manifesto presentato in occasione delle elezioni è suddiviso in 10 punti.

  1. Occupazione. Al primo posto troviamo il lavoro, con l’attuazione del “programma garanzia giovani” e una politica industriale di sostegno alle piccole e medie imprese che porti alla creazione di nuovi posti di lavoro; l’introduzione i un salario minimo Europeo e l’attuazione di norme che garantiscano parità salariare a parità di mansione; infine rafforzamento dei diritti delle organizzazioni sindacali.
  2. Rilancio dell’Economia. Le ricette per far ripartire l’economia sono: innovazione, ricerca formazione e politica di reindustrializzazione intelligente. Il tutto attraverso un maggior margine di manovra per gli investimenti da effettuare mediante i bilanci nazionali mantenendo però l’impegno a ridurre i disavanzi in modo sostenibile e equo; l’attuazione di un reale coordinamento tra le politiche economiche e fiscali della zona euro, tenendo conto delle conseguenze sociali delle singole decisioni, e coinvolgendo i parlamenti nazionali nel controllo di queste scelte e in più lotta contro le frodi e l’evasione fiscale.
  3. Le banche. Mettere il settore finanziario al servizio dell’economia reale e dei cittadini, porre un freno alla speculazione finanziaria, fissare un tetto per i bonus ai banchieri e accelerare l’introduzione di un imposta sulle transazioni finanziarie; istituire un agenzia di rating del credito pubblica e indipendente e creare un’Unione bancaria che garantisca un accesso paritario al credito in Europa.
  4. Europa sociale. L’Ue dovrà sostenere gli stati membri affinchè garantiscano una redistribuzione equa ed efficace della ricchezza e delle opportunità; puntare ad Unione sociale che non metta le libertà economiche davanti ai diritti sociali.
  5. Uguaglianza. Garanzia e miglioramento dei diritti delle donne e della parità di genere. Porre fine alle disparità di salari e pensionistiche dovute al genere. Lotta contro qualsiasi forma di  razzismo , sessismo , omofobia, transfobia e intolleranza.
  6. Immigrazione. Gli stati membri devono mostrare una reale solidarietà in materia di politiche di migrazione e di asilo creando meccanismi adeguati per condividere le responsabilità e meccanismi di assistenza ai paesi da cui partono i migranti.
  7. Salute e sicurezza. Riconoscere il ruolo strategico dell’agricoltura e della pesca per le nostre società e disporre di alimenti sani e prodotti sicuri; garantire l’accesso universale a internet e dar vita a dei meccanismi europei per la protezione dei dati personali dei cittadini e per l’accesso all’informazione.
  8. Democrazia e partecipazione. Partecipazioni ei cittadini e controllo sulle decisioni dell’Unione Europea, chiarezza e trasparenza delle politiche europee.
  9. Ambiente. Lotta all’inquinamento e ai cambiamenti climatici; sostegno alle tecnologie pulite e ai processi di produzione ecocompatibili, promuovere il ricorso ai project bonds per finanziare gli investimenti validi a favore dell’economia verde, dell’energia rinnovabile e della tecnologia
  10. L’europa nel mondo. Unire risorse in termini di difesa, sviluppo, commercio e diplomazia per massimizzare gli effetti della politica estera europea; promozione della pace e della democrazia in tutto il mondo.