Speciale Evento Magic Mike

Creato il 19 settembre 2012 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Pubblicato il 19 settembre 2012 con Nessun Commento

L’ambizione del regista Steven Soderbergh era quella di raccontare la storia credibile dell’esperienza di un ragazzo che lotta per rimanere a galla, ma che avesse anche dei momenti quasi surreali, quelli in cui nei weekend si strappa via i vestiti e balla in una stanza piena di donne urlanti, diciamo che ha centrato il suo obiettivo. Il suo Magic Mike accende i riflettori nel mondo misterioso e, sotto alcuni punti di vista magico, degli spogliarellisti. La storia è sexy e divertente, permette di sbirciare quell’ambiente esclusivo, nel quale la maggior parte della gente non mette piede, o perlomeno i più credono di non mettere mai piede. Mike, il protagonista è un ragazzo onesto, pieno di energie e di risorse. Si destreggia tra lavori di edilizia, vendite d’auto, nella creazione di mobili originali e per arrotondare nei w.e. si esibisce nel locale più sexy di Tampa. Non poche sorprese lo attendono, tra queste l’amore che rivoluziona la sua vita.

La frase chiave del film: “E’ il giorno in cui avresti voluto essere single”

La recensione
C’è una regola fondamentale che ogni buono spettatore dovrebbe rispettare pedissequamente e che spesso viene sovvertita provocando incredibili e madornali errori: mai giudicare un film solo dal trailer!
Anche se quel minuto e mezzo serve, soprattutto in tempo di crisi, per capire se ben utilizzare i fatidici otto euro per uno svago nelle nostre esistenze, mai trailer più sbagliato ed ingannatore è stato messo appunto per l’ultima fatica del bravo Steven Soderbergh.

Nella plasticosa e culturista Tampa, Mike decide di aiutare il giovane e sprovveduto Kid nel mondo del lavoro, introducendolo in uno strip club per sole donne gestito dal più anziano Dallas. Tra musica vorticosa, soldi in contanti inseriti in slip adamitici, donne capaci di ogni follia, Mike si interroga su quello che vuole dalla vita e dal mondo.

Tanto di cappello ad un regista bizzarro come Soderbergh, uno dei pochissimi in grado di compiere voli pindarici tra i generi cinematografici, conferendo sempre un buon livello alle proprie opere. Ed è strano, bisogna ammetterlo, notare come uno che iniziò con una delle opere chiave della cinematografia anni 80 come Sesso, bugie e Videotape, il massimo esempio di manifesto indipendente, sia stato poi capace di confezionare film tipicamente mainstream come la trilogia di Ocean’s Eleven, Out of sight e Contagion.

A ben vedere, però, Soderbergh è sempre riuscito a mantenere il giusto livello tra dramma e commedia e a sbaragliare qualsiasi tipo di previsione, opera dopo opera. Anche stavolta bisogna, quindi, dimenticare assolutamente tutto quello che c’è stato prima e godere questo nuovo spettacolo.
Se ad una prima frettolosa visione Magic Mike sembra una sorta di versione maschile del terribile Showgirls di Paul Verhoven (sesso, paillettes e coreografie pacchiane), in realtà, sotto la patina laccata dei muscoli scolpiti e delle belle abitazioni c’è molto di più, non solo per il semplice fatto che diventerà (e ne siamo certi) un cult movie per le donne desiderose di trasgressione, ma anche perché il profondo messaggio è tutto sviscerato e ben alimentato da una scrittura attenta e partecipe.

Quello che interessa al regista è mostrare uno spaccato dell’America di oggi, basata sull’interesse spasmodico nell’apparire e nel guadagno semplice. I giovani mostrati non sono niente altro che oggetti di piacere privi di anima, utili solo per una notte di bagordi. Apparentemente privo di logica, se non quella dell’edonismo più sfrenato, il mondo dello streep al maschile è fondato invece su regole ferree e disumane, che conducono all’annullamento del proprio io. E su questo argomento Magic Mike si accosta a pellicole come La Febbre de Sabato Sera, dove non è solo il ballo il fulcro centrale ma soprattutto quello che si cela dietro, ovvero il sacrificio e la abnegazione. Ben fotografato e scritto egregiamente, Magic Mike può contare su performance attoriali di serie A.

Oltrepassando il lato fisico più evidente (ma a ben vedere tutto questo ipertrofismo di muscoli altro non conduce che ad un disgusto della materia), i tre protagonisti sono impegnati in una gara di bravura non indifferente. Con gli sguardi dolci e un pò malandrini, Channing Tatum e Alex Pettyfer sono perfetti oggetti del desiderio che bramano un anima pulsante ed un cuore che batte, mentre con sorpresa si nota la ottima prova di Matthew McConaughey, un tempo considerato solo un bello senz’anima, che riesce a stupire per autoironia e sfumature sottopelle. Senza dubbio, dopo la visione di questo film, molte donne saranno seriamente allettate alla partecipazione di uno streep total man, e alla fine non c’è da biasimarle.

A cura di Katya Marletta e Gabriele Marcello


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