Speciale Grandi Scrittrici: L'assassino cieco di Margaret Atwood

Creato il 29 marzo 2014 da La Stamberga Dei Lettori
Margaret Atwood è una poetessa, scrittrice e critica letteraria canadese, nata ad Ottawa nel 1939.
Il suo amore per la letteratura si mostra già intorno ai 6 anni e già dieci anni dopo decide di voler diventare una scrittrice.
Il suo approccio con la scrittura avviene dapprima tramite la poesia, con una prima raccolta pubblicata privatamente all'epoca del college, per la quale riceverà la medaglia E.J. Pratt. Dopo essersi laureata con onore in Inglese all'Università di Toronto, prosegue gli studi specialistici conseguendo un Master ad Harvard che la porterà a rimanere nell'ambito universitario per diversi anni come insegnante, presso le università della British Columbia, la Sir George Williams University di Montreal (1967–68), l'University of Alberta (1969–70), e la York University di Toronto (1971–72). Nello stesso periodo inizia anche la sua carriera di romanziera, con la pubblicazione nel 1969 de La donna da mangiare (The Edible Woman). Una volta avviata, la vena compositrice della Atwood sembra non avere sosta, portandola a pubblicare all'incirca un libro ogni tre anni, e facendole raccogliere numerosi premi lungo la strada. Fra di essi ricordiamo l'Arthur C. Clarke Award e il Governor General's Award del 1985 per Il racconto dell'ancella (The Handmaid's tale), con il quale arriva anche finalista al Booker Prize, cosa che avviene anche con L'altra Grace (Alias Grace) del '96, fino alla meritata vittoria nel 2000 con L'assassino cieco (The Blind Assassin).
Molto impegnata politicamente con posizioni tendenti a sinistra e da sempre paladina della difesa dell'ambiente, la Atwood è stata anche presidente della sezione canadese del PEN ed è attualmente vice-presidente del PEN internazionale. Sebbene le sue opere spesso si focalizzino su figure di donne oppresse dalle convenzioni sociali, la Atwood ha respinto la definizione di autrice femminista affermando che tale appellativo dovesse essere conferito solo a scrittrici che consciamente operano nella cornice del movimento femminista.
"Dieci giorni dopo la fine della guerra mia sorella Laura precipitò con l'auto giù da un ponte." Sono queste le prime parole, semplici ma inquietanti, con cui Iris Chase, la voce narrante del romanzo, decide, a ottantadue anni, di raccontare le tormentate vicende della sua famiglia nell'arco di quasi un secolo. Ma sin dall'inizio il racconto di Iris viene interrotto dagli stralci di un altro romanzo, una scabrosa storia d'amore scritta dalla sorella tragicamente morta e pubblicata postuma con enorme successo: "L'assassino cieco". Il protagonista del romanzo, un uomo in fuga, inventa per la sua amante una storia di fantascienza su un pianeta inverosimile, dando, così, vita a un terzo livello narrativo.

Recensione

L'assassino cieco è un libro in un libro nel libro, una storia nascosta fra le pieghe dei ricordi, un racconto fatto di bugie apparenti e verità ingannevoli che lentamente si dipanano davanti agli occhi del lettore, svelati dalla penna di una donna decisa a raccontare la verità e con essa a prendersi un'ultima insperata rivincita.
L'involucro più esterno di questa storia fatta "a cipolla" è il racconto dell'anziana Iris, ultima superstite di una gloriosa famiglia di industriali canadesi ora decaduta. Nella solitudine della vecchiaia si riaffacciano alla sua memoria i ricordi della vita passata, sobillati dalle lunghe e faticose passeggiate per la città natale, un tempo piccolo e fiorente polo industriale, ora ridotta a decadente cittadina di provincia un po' squallida.
Con faticosa determinazione Iris compone la sua storia nella storia, il resoconto preciso eppure tormentato e malinconico dell'infanzia e giovinezza sua e della sorella minore Laura nel Canada fra le due guerre mondiali.

Il racconto inizia in modo quasi brutale, senza preamboli:

"Dieci giorni dopo la fine della guerra mia sorella Laura precipitò con l'auto giù da un ponte".
Nella pagina successiva, l'estratto di uno dei principali quotidiani di Toronto annuncia la morte del marito di Iris, Richard, due anni dopo la morte di Laura, per cause naturali.
Due resoconti chiari ed essenziali che fanno presupporre al lettore di aver già inquadrato la situazione. Ma la verità è molto lontana da quanto appare e da ciò che il grande pubblico ha ritenuto vero per decenni. Alle fonti ufficiali l'autrice alterna gradualmente il racconto di Iris, che per spiegare gli eventi del presente deve ritornare al passato, all'infanzia agiata ma disturbata di due bambine orfane di madre e ignorate dal padre alcolizzato, alla fanciullezza selvaggia che ha lasciato su Iris il peso della guida della famiglia mentre Laura si estraniava in un suo mondo fatto di assoluti e incurante delle apparenze fino all'impatto con il mondo reale dell'età adulta, alla quale le due ragazze reagiscono in modo diverso ma in entrambi i casi drammatico.
In mezzo L'assassino cieco, il romanzo scandalo attribuito a Laura dopo la sua morte nel quale ella racconta la relazione clandestina fra una giovane dell'alta società e il suo amante senza nome, perseguitato politico. E in esso, il romanzo nel romanzo, il racconto di fantascienza che il protagonista de L'assassino cieco racconta alla sua amante durante i loro incontri.

Ancora una volta Margaret Atwood torna sul tema della figura femminile oppressa dalla società patriarcale che le richiede solo di essere una buona figlia e poi buona moglie e madre, infinitamente grata per gli oggetti materiali che gli uomini le mettono a disposizione.

Iris e Laura rappresentano due modelli di donna agli antipodi, la prima trascinata passivamente dalle pressioni sociali, la seconda ostinatamente indifferente ad esse, ma il racconto non offre speranza per nessuna delle due. Entrambe in modo diverso ricercano una forma di ribellione destinata a rivelarsi fallimentare: la debolezza di entrambe, sembra dirci la Atwood, è nell'avere dei sentimenti, nel non saper soffocare le passioni, un difetto tutto femminile al quale sembra sfuggire solo chi sceglie di rifugiarsi nella crudeltà.

Tutto il romanzo è scritto magnificamente, con uno stile che sa essere sommesso, malinconico e delicatamente poetico nelle memorie di Iris ma anche cinico e pratico come quello de L'assassino cieco, fino alla rozzezza e brutalità del racconto pulp inserito all'interno del romanzo.

Le più di 600 pagine scorrono fluide come un torrente in primavera e l'unica critica che si può rivolgere è alla banalizzazione dei "cattivi", figure bidimensionali piuttosto stereotipate e prive di alcuna possibilità di redenzione.
Ben diverso è il discorso per le due protagoniste, sebbene Laura si presti fin troppo all'immagine della vittima sacrificale mentre l'estrema passività di Iris renda difficile parteggiare con lei nonostante i torti subiti. I suoi continui appelli alle "circostanze" che giustificano la sua ottusa inazione suscitano incredulità e irritazione, d'altra parte non credo fosse intenzione dell'autrice farne un'eroina idealizzata quanto mostrare i mille risvolti di ogni nostra azione e quanto sia ingenuo pensare che i nostri comportamenti e le nostre scelte possano essere arbitrariamente suddivise in "giuste" e "sbagliate".

"Se sapeste ciò che sta per accadere, se foste a conoscenza di tutto ciò che si verificherà in seguito - se sapeste in anticipo quali saranno le conseguenze delle vostre azioni - sareste spacciati. Sareste rovinati come Dio. Sareste come una pietra. Non mangereste più, non berreste più, non vi alzereste più dal letto la mattina. Non amereste più nessuno, per sempre. Non osereste mai."

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: L'assassino cieco
  • Titolo originale: The Blind Assassin
  • Autore: Margaret Atwood
  • Traduttore: R. Belletti
  • Editore: TEA
  • Data di Pubblicazione: 13 aprile 2006
  • Collana: Grandi Storie TEA
  • ISBN-13: 9788850209484
  • Pagine: 552
  • Formato - Prezzo: Copertina rigida - 8,00 Euro

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :