Maria Villavecchia, poi Bellonci, nacque a Roma il 30 novembre 1902, primogenita di una famiglia di origine aristocratica. Studiò presso un collegio di monache e successivamente in un ginnasio.
Nel 1922 tentò una prima prova letteraria, Clio o le amazzoni, che sottopose al critico bolognese Goffredo Bellonci, all'epoca redattore del Giornale d'Italia. Il romanzo non fu mai pubblicato, ma la frequentazione con Bellonci, che la introdusse nel mondo letterario romano, s'intensificò fino a condurre al loro matrimonio nel 1928.
Dopo cinque anni di lavoro, nel 1939 uscì con Arnoldo Mondadori la prima opera compiuta dell'autrice, che resta tra le altre la più nota: Lucrezia Borgia, risultato dell'impegno femminista di Maria Bellonci e del suo profondo interesse per le figure femminili nella storia. Il romanzo vinse il premio Viareggio ex aequo con Clara fra i lupi di Arnaldo Frateili.
L'autrice già da tempo lavorava a uno sceneggiato su Isabella d'Este, figura d'altronde già emersa ne I segreti dei Gonzaga: fallito il progetto dello sceneggiato per problemi economici, la monumentale documentazione storica vide la luce in quello che è considerato il suo romanzo-capolavoro, Rinascimento privato, biografia di Isabella d'Este. Il romanzo si aggiudicò il Premio Strega 1986, riconoscimento che la stessa Maria, insieme al marito Bellonci, aveva istituito a partire dagli incontri domenicali nel suo salotto con altri letterati (gli 'Amici della domenica') con la collaborazione economica di Guido Alberti, produttore del liquore Strega.
Maria Bellonci non poté ritirare il premio, poiché era morta poche settimane prima, il 13 maggio 1986.
Recensione
Nato a partire dalle ricerche effettuate per una sceneggiatura Rai mai trasmessa su Isabella d'Este, Rinascimento privato ricostruisce in una finta autobiografia la vita della marchesa di Mantova, probabilmente la seconda figura femminile più celebre e autorevole del Rinascimento italiano dopo Lucrezia Borgia.
In un lungo flashback dal narratore un po' incerto - talvolta vi si descrivono scene a cui la protagonista non era presente come se lo fosse stata -, Isabella d'Este ripercorre gli eventi salienti della propria vita tra il 1500 e il 1533, in una linea temporale altalenante che ora si concentra sugli avvenimenti di un mese, ora salta avanti di qualche anno. La continuità del romanzo è spezzata dalle lettere del fittizio ecclesiastico inglese Robert de la Pole, platonicamente innamorato di Isabella, e probabilmente creato dalla Bellonci sia per restituire almeno in parte una visione del personaggio dall'esterno che per descrivere avvenimenti e personaggi a lei lontani.
Gli oltre trent'anni trattati sono densi di personaggi e avvenimenti: personalità artistiche che transitano dalla corte dei Gonzaga - Raffaello, Castiglione, Mantegna, Ariosto, Pico della Mirandola -, ben cinque papi che si succedono tra intrighi e giochi di potere - Alessandro VI, Giulio II, Leone X, Adriano VI, Clemente VII -, oltre a regnanti, condottieri e strateghi che con i Gonzaga intrecciano effimere alleanze e altrettanto temporanee inimicizie - Cesare Borgia, Machiavelli, Francesco I e Carlo V.
L'importanza dei romanzi storico-biografici di Maria Bellonci, si legge da qualche parte, risiede nel loro valore divulgativo. Si fatica a crederlo, perché Rinascimento privato è tutto fuorché divulgativo: i preziosismi lessicali e sintattici rendono la lettura un'impresa piacevole eppure impegnativa, senonché il difetto principale dell'opera – se la leggiamo in questi termini – è che oscilla continuamente tra saggio e romanzo senza sbilanciarsi né in un senso né nell'altro.
Manca del tutto la cornice storica: ogni avvenimento è filtrato in prima persona dagli occhi di Isabella d'Este, come se il libro fosse uno splendido ritratto a cui è stato ritagliato via lo sfondo: il lettore poco esperto di storia rinascimentale italiana faticherà parecchio ad abbracciare una panoramica d'insieme. Isabella si riferisce a “Giulio”, al “fratello”, al “padre”, a “Ippolito”, ai “francesi”, alla “rivolta dei veneziani”, al “nipote Sforza”, e al lettore all'oscuro delle coordinate storiche entro cui si mosse Isabella d'Este è difficile seguire il filo del discorso senza un motore di ricerca aperto sottomano.
Né saggio, dunque – perché scivola nell'invenzione -, né romanzo – poiché è difficile lasciarsi intrattenere da una lettura continuamente spezzata da rimandi oscuri: alla puntualissima introspezione psicologica non si accompagna purtroppo una struttura equilibrata che consenta di far luce sull'esterno della protagonista, oltre che sull'interno. Alla Bellonci va comunque il merito di aver spogliato figure femminili come Isabella d'Este e Lucrezia Borgia da pettegolezzi e leggende, scegliendo di renderle personaggi umanissimi.
Rinascimento privato è insomma una biografia barocchissima, un virtuosismo linguistico che perfettamente ricalca l'italiano cinquecentesco rendendolo al contempo fruibile al lettore moderno. Esperimento interessante e notevole, ma lascia il tempo che trova: il lettore si perde tra le morbide e lussuose coltri dell'italiano forbito della Bellonci, letteralmente, e la tentazione di svanire tra i loro flutti chiudendo il libro e abbandonando la lettura per altre meno elevate ma dai contenuti più concreti è forte.
Giudizio:
+3stelle+Dettagli del libro
- Titolo: Rinascimento privato
- Autore: Maria Bellonci
- Editore: Mondadori
- Data di Pubblicazione: 2007
- Collana: Oscar classici moderni
- ISBN-13: 9788804566977
- Pagine: 500
- Formato - Prezzo: Brossura - 10,00 Euro