Speciale: Il Blog di Chiara mette a disposizione per voi un capitolo in anteprima tratto da un libro di Paola Calvetti

Creato il 30 gennaio 2013 da Chiarasam2000

Ranocchie, oggi ci sarà una cosa che non avete mai visto prima!Vi metterò a disposizione un capitolo in anteprima tratto da "Nè con te nè senza di te" dell'autrice Paola Calvetti!Perchè il 12 Febbraio, in occasione di San Valentino, uscirà una collana e-book con quattro suoi romanzi (Perchè tu mi hai sorriso, Nè con te nè senza di te, L'addio e L'amore segreto), a 4,99 euro cadauno.Vi ricordo che proprio qualche giorno fa ho fatto un'intervista all'autrice (QUI PER LEGGERLA)!
Tratto dal romanzo "Nè con te nè senza di te" di Paola Calvetti
FRANCESCO
Stropiccio la carta, friabile come pane secco. Mi chiedo dovetrovano le fotografie. Frugano nei cassetti? Mendicano aifamigliari, agli amici o al dirimpettaio? Tentano con quellidella Omicidi? I soli ad avere accesso alla stanza del delitto.Quando non recuperano di meglio, usano quelle dellacarta d’identità. Decolorate quadrerie di volti senza anima,la foto segnaletica che avrebbe Vera, di fronte e di profilo,al suo ingresso in carcere.«Me ne dia una qualsiasi, chissà quante ce ne sono ingiro, non se ne accorgeranno...»Li immagino mentre implorano, il viso piegato di lato,il mento proteso da giornalisti d’accatto che baratterebberoquanto hanno di più prezioso per rifilare al caposervizioun trofeo che dia peso alla firma.Se sta in soggiorno ha un significato: due fantasmi allacciatiin una posa che insinua contentezza.Io li conoscevo così.Famelici, si appellano al diritto di cronaca senza preoccuparsidi raccontarli con un minimo di decenza.Perché hanno pubblicato proprio questa e non un ritrattopiù formale? Vera seduta alla scrivania, lo schermo delportatile acceso dalla radiazione artificiale di un nuovo sogno.Avrebbe reso l’idea non di chi lei fosse ma di che cosafacesse. Grazie agli archivi digitali la memoria è poco piùdi una guarnizione. Scorri un elenco di cognomi, sfiori ilmouse con un tocco, ingrandisci l’immagine e la sovrapponial quadratino. Bianco, come un formaggino.Didascalia provvisoria. Falso testo, su due righe:ipse dolorem ipse dolorem ipse dolorem ipse doloremipse dolorem ipse doloremL’ufficio stampa della casa editrice, disposta a saltare suqualsiasi notizia pur di mettere in mostra un autore, li avràdati in pasto a caporedattori e critici letterari. Nel giro diuna settimana rimetteranno sul mercato il romanzo d’esordo,ingenuo e sentimentale.Col valore aggiunto di essere stato scritto da un’assassina.La morte sulla carta da giornale inebria, muove l’urgenzadi sentirsi prossimi all’orrore, di evocare segni premonitornelle biografie dei protagonisti, anomalie nel loro DNA otorbidi dissapori famigliari. Ecchimosi dell’anima che esortanoal delitto, tenendolo a debita distanza dalla nostra legittimitàdi vivi.Ma esiste delitto legittimo?Apri un quotidiano e la morte degli altri evapora la tua,esiliando la tentazione di renderla disprezzo.In casi come questi, solitamente scrivono che l’omicidasoffriva di crisi depressive. E fortunato il cronista che troval’indirizzo dello psichiatra, assuefatto all’ascolto di vitesciupate e disponibile per un’intervista lampo.Vera e Nicola tenevano alla loro immagine e non avrebberogradito la scelta.Belli, a me sembravano dannatamente belli.E ancora innamorati. O forse lui non la amava più e leigli ha puntato una pistola alla tempia e subito dopo l’ha rivoltasu di sé. Senza la balbettante esitazione che le increspavale labbra quando studiava l’itinerario per un viaggio,acquistava cornici screpolate, intenerita da baffi spioventid’inizio secolo o da gote rosate di giovinette in abiti dalgusto discutibile.Riscriveva il passato a modo suo. E guai a chi glielotoccava.Se voleva lasciarla e non trovava un linguaggio indolore,me lo avrebbe confidato. Nicola non avrebbe mai compiutoun gesto inelegante. Lui, ma questo aspetto della suapersonalità era noto a pochi, coltivava una naturale avversioneper le lacrime. Al contrario, se l’avesse abbandonata,Vera lo avrebbe inondato. Se, ripeto se, l’ipotesi corretta èche Nicola si fosse stancato di lei.In agenzia la notizia avrà già fatto il giro delle poste elettroniche.Temo che qualche impiegata avrà l’avvilente ideadi aprire una chat, nel tentativo di stemperare un’angosciache non può affrontare da sola. Erano miei amici. Alloravi prego, non fate pettegolezzi, illazioni, supposizioni. Enemmeno un necrologio collettivo, di quelli che poi dividiamole spese.Stiamo in silenzio. Chi crede, borbotti una preghiera.Sfoglio i giornali con la certezza di trovare refusi. Se siesclude questa fotografia, è tutto giusto. La sostanziale paritàdei loro redditi scongiura un crimine che abbia a che farecon il denaro. L’appartamento è intestato a entrambi, le ratedel mutuo saldate con i diritti di una sceneggiatura. Nicolaè “il suo ultimo compagno, brillante avvocato, esperto indiritto internazionale”. E meno male che non hanno scrittoconvivente. Quando due si amano senza rumore, anchei più conformisti non usano una parola che impolvera diprecarietà l’unione più compatta. Gli avvoltoi non mi hannodato il tempo di spiegare che loro avrebbero consideratoimportante la foto.Me l’avessero chiesta, almeno.Avrei suggerito quella scattata in giardino: Nicola, strettoal braccio di Vera come all’àncora di un peschereccio, nellacasa di vacanza dove lei apparecchiava tirandola per le lungheneanche fossimo in un cinque stelle. La tovaglia di lino,che lavava il pomeriggio stesso per via dello stropiccìo, cadevaa pieghe dal tavolo ossidato. Vera spalmava marmellatadi arance sulle baguette, coricava il formaggio di caprasu fogliame sonnolento, disponeva a cerchio more tondecome biglie sui piatti di porcellana. Io la sfottevo. Impossibileadeguarsi alla sua petulante ricercatezza e ricordare aquell’ora del mattino se il coltello va messo a destra o sinistravicino o dall’altro lato della forchetta. Quell’immagineavrebbe reso l’idea dell’importanza estetica di quell’unione.“Estetica” non è sinonimo di “esteriore”, così come il loroamore non c’entra con il nero dell’inchiostro e il rosso delsangue, un rivolo sottile scivolato come una svista, stilla dipiombo da limare con le dita agili di un photo editor.Fisso la foto: Nicola in blazer blu, camicia bottondown,cravatta Hermès con giraffe. Vera schizza un sorriso, l’ariasmarrita, gli occhi incollati a quell’eleganza. Era l’epoca deltaglio sfrangiato. Cambiò pettinatura dopo averlo incontrato:scaramanzia, sosteneva. Frequentava il parrucchiere, lostesso dove convocava me, il martedì e il sabato, ma nonera una donna alla moda. Magra, allenata da un istruttoreche la mattina si presentava alle sette, vestiva Romeo Gigli,un artista più che un sarto, che – secondo Vera – «non disegnavacollezioni per bellone alte e con le tette gonfiate».Portava la taglia quaranta e la seconda di reggiseno.Era una giornalista conosciuta, non proprio famosa. Timida,non reggeva dibattiti da salotto televisivo. Diceva disé: «Sono una che scrive». La meravigliava il fatto che metterenero su bianco la sua voglia di raccontare fosse apprezzato.Il suo gesticolare calmo, costruito a forza di volontà,non schermava tuttavia l’inquietudine che Vera insabbiavain battute raggelanti per chiunque, ma non per Nicola, chela adorava perché a lui era dato di conoscerla dentro.Non fino in fondo, visto l’epilogo,Ronza il tremolio della voce al telefono: «Architetto,sono la Piera, la portinaia. La signoa Vera e il signor Nicolasono morti»Lapidaria. Senza alleggerire la notizia con una pietosabugia, riferendo di un incidente stradale cui avrebbe rimediatoil medico di guardia al pronto soccorso. Non trovòrisposte, anche se non faccio altro che cercarne da quandola suoneria del cellulare ha cambiato la mia vita.E ogni logica prospettiva per la giornata.Alle ventidue e venti minuti erano già freddi. Non sonoun esperto, ma mi ostino a immaginarli intatti.«Non si deve piangere sulla pagina.»Questa volta sei riuscita a sanguinarci, Vera.«Francesco, è impossibile scansare l’ironia quando la vitati offre, per sbadataggine, uno stralcio di felicità», era oculatala sua gestione del sentimento, un patrimonio capitalizzatopiù sull’intelligenza che sul sentiero di un’insperatafortuna.Non era evidentemente così.Il giornale è steso sul tavolo come il lenzuolino di unbambino disciplinato. Al centro della pagina il titolo è incorpo 48, al piede un corsivo, firmato dal migliore cronistadel “Corriere della Sera”. Uno che li conosceva, li frequentavae li amava un poco. Il suo distillato di cautela e buonsenso espone in modo composto un gesto efferato.Può un semplice dolore che puzza di vecchio diventaredeterminante?Racconta una storia, annodata in una breve didascalia:“Omicidio-choc nella Milano della cultura”; “scrittrice milanese”,chiosano, circoscrivendo i suoi romanzi all’appartenenzageografica, urbana, di quartiere. Il Ticinese e Breraerano le brande di fine giornata. Ci si raggruppava in qualchebar, sgangherati dopo la redazione o l’agenzia. Nicolaera da record: mai meno di dieci ore. Spesso la domenica,se il cliente era da spolpare.«Partecipo alle riunioni con diritto di parola» mi spiegava,da genio un po’ fastidioso nella sua sicumera. Interminabilitrattative che si protraevano per giorni e notti fino che non era stato raggiunto l’obiettivo. Cioè siglato il contratto.Sapere, avranno saputo. La morte di Nicola spostala pedina sulla scacchiera e già tratteggio lo sgomento dichiaratoper la scomparsa dell’associato e la certezza di occuparneil posto a fianco del senior. Accigliato cordoglio mistoa una raggelante organizzazione del personale.Vorrei liberare il suo tavolo, ma come arrivare fino allostudio De Marinis e dire: “Scusate, il mio amico è morto evorrei fare ordine fra le sue cose”? Non mi sono mai sentitoa mio agio su quello scalone di marmo, gli preferivol’anchilosato ascensore di ferro battuto, i sedili in velluto el’alito di muffa. Dietro una porta blindata, soffocanti boiserie,divani e poltrone Frau, librerie gravate da codici rilegati,tappeti che accolgono, soffici come materassi, le suoledella clientela. Di mestiere faccio il pubblicitario, convivo afatica con i precetti, sono sempre stato il versante effimerodi Nicola, che un giorno mi battezzò «un imbroglione condelega». Lui sì, creava sul serio: postille, imboscate, redigevacontratti più ingegnosi di uno spot.Deviare dalla norma, questo ha fatto Vera. Ma le leggiche lui studiava alla ricerca di un’incongruenza da sfruttarecon sfacciata abilità, non prevedevano un finale così atipico.Ho una disperata urgenza di parlare di loro. Magari lanausea passa e mi allontano dal desiderio di odiarla, anchese ha ucciso il mio migliore amico.Che ha festeggiato quarantuno anni in giugno.
Qui vi lascio con le schede e le copertine dei vari romanzi!

Trama:I corpi di un uomo e di una donna giacciono senza vita a terra, uno sull’altra. Un clpo di pistola ciascuno. L’arma che ha sparato dalla mano di lei. Né con te né senza di te è la morale ultima che François Truffaut sceglie ne “La signora della porta accanto”, cui il romanzo è ispirato. Come nel film, c’è una passione tumultuosa e un finale tragico: Vera, scrittrice, uccide il suo compagno Nicola, quarantenne più giovane di lei. Sull’oscuro movente della tragedia cerca ostinatamente di fare luce Francesco, pubblicitario omosessuale, amico della coppia, che si interroga affranto sui perché di un gesto che appartiene alla dinastia delle follie. Le indagini sono affidate alla Polizia, i referti dell’autopsia, i fascicoli della Questura descrivono lo stato dei fatti. Il percorso del sentimento e del suo infrangersi contro il muro dell’insicurezza (di lei che nel suo passato ha una serie di uomini che l’hanno ferita), le riflessioni sull’insondabilità del cuore umano lo ricostruiscono “ a voce” i protagonisti.

Trama:E’estate e Nora decide di restare nella casa della propria infanzia, zattera di ricordi e struggimenti, accanto alla madre, che una malattia rara condanna al silenzio. Entrando in una stanza incustodita, scopre muti testimoni del tempo: lettere d’amore, albi di fumetti, dischi in vinile, un fortepiano da restaurare e un segreto che affiora improvviso e violento: il certificato di nascita macchiato d’inchiostro di una bambina, forse una gemella che nasconde l’ombra di un possibile infanticidio e scatena un’ansia cauta di indagini. Nora metterà alle corde la madre e cercherà di scoprire la verità. Fino all’ultimo respiro e al colpo di scena finale. La risposta arriverà e avrà il sapore di una liberazione per entrambe. Un atto d’amore inaspettato, ambiguo ma pieno e profondissimo. L’unico possibile.

Trama:Tre amiche, Olga, Cecilia, Virginia appartengono al mondo della musica e sono amiche. La vita e la carriera di Olga, costumista, sono state indelebilmente segnate dalla “Traviata” di Maria Callas. L’opera verdiana scandisce il suo amore per Giulio, compagno di Conservatorio destinato a diventare un grande direttore d’orchestra. Giulio le sarà strappato dal matrimonio con Cecilia, ma continuerà ad amare e incontrare Olga. Il passato e il presente si alternano nel romanzo come tappe di un fluire senza regole, il tempo aggiunge il suo mistero ai misteri della musica e dell’amore. Virginia racconta la morte di Cecilia in un incidente aereo e poi, quando anche Olga la lascia sola, trova i diari dell’amica e la confessione dell’infinita storia con Giulio. Nell’epilogo il testamento di Olga rivelerà un segreto estremo.

Trama:Costruito come una Sinfonia, con un preludio, quattro movimenti e un finale, il romanzo narra la storia di un amore clandestino, di un sentimento che si è alimentato di silenzi, incontri fugaci e di intimità celata. Una giovane donna scopre l’adulterio del padre, violoncellista appena scomparso, trovando fra i suoi libri una scatola colma di lettere d’amore che non portano la firma della propria madre. Turbata, decide di andare a trovare l’anziana signora che ha rappresentato per tanto tempo l’immagine del desiderio per quel genitore improvvisamente sconosciuto. Dall’incontro delle due donne, dalle lettere conservate, dai ricordi, la storia d’amore riaffiora e rivive con il fascino struggente di una melodia d’altri tempi.
Vi segnalo la pagina Facebook della collana: https://www.facebook.com/pages/paola-calvetti-Collana-e-book/478621225527846   E vi ricordo che dal 12 FEBBRAIO 2013 saranno disponibili sulle principali piattaforme a 4,99 cadauno.

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