Speciale Kennedy: l’assassinio a Dallas

Creato il 03 dicembre 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online

Photo credit: U.S. Embassy New Delhi / Foter / CC BY-ND

Il drammatico fatto

Dallas, Texas, 22 novembre 1963, ore 12:30. Il Presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy sta attraversando Elm Street, nel pieno centro della città. La velocità del corteo è al di sotto dei 18 km/h. Siede nella sua limousine scoperta Lincoln Continental, affianco alla moglie Jaqueline Bouvier Kennedy, che proprio quel giorno faceva la sua prima apparizione in pubblico dopo la perdita prematura del terzo figlio ad agosto, Patrick.

Nei sedili anteriori siedono il governatore repubblicano del Texas, John Conally, e la moglie. A seguire, subito dietro, un Cadillac scoperta utilizzata da otto agenti del servizio segreto, quattro seduti e quattro aggrappati in piedi ai predellini laterali: secondo le disposizioni prese prima della partenza, avrebbero dovuto tenere sotto controllo le finestre, i ponti e i cavalcavia, per tutelare il Presidente da eventuali attacchi a distanza. Contrariamente a qualsiasi norma di sicurezza precedentemente adottata dalla Casa Bianca, nello stesso corteo sfila anche il vice presidente Lyndon Johnson, che viaggia sulla terza auto in compagnia della moglie e del senatore democratico Ralph Yarbourgh, seguita dall’auto di scorta. Il corteo è poi chiuso da altre cinque vetture e tre pullman, ospitanti autorità locali e giornalisti.

In quel preciso istante, ha inizio una rapida sequenza di spari: durerà 5 secondi e 7 decimi. Il presidente viene colpito davanti, si porta le mani alla gola. Un’altra pallottola lo colpisce alla schiena. Il governatore è sconcertato, cerca di capire da dove provengono quei rumori di spari, si gira verso la collina, fa per guardare il presidente ma sente una fitta alla schiena, e si accascia ferito sulla moglie. Un’altra frazione di secondo e Kennedy viene nuovamente colpito: è il momento più drammatico, la pallottola lo colpisce alla tempia destra, il presidente perde i sensi, la testa cade all’indietro. È questa l’immagine che resterà impressa nella memoria di tutta l’America: Jackie Kennedy che con un gesto istintivo si getta sul bagagliaio dell’automobile a raccogliere i frammenti di cranio del marito ormai in fin di vita, rischiando di essere uccisa.

Photo credit: The National Archives UK / Foter

È immediato l’intervento dell’agente Clint Hill, che sceso dall’auto in corsa si getta a spingerla a forza sul sedile, salvandole la vita. La Limousine presidenziale si dirige a tutta velocità verso l’ospedale più vicino, il Parkland Hospital, situato a sei km di distanza. La visione del cranio straziato è una visione insopportabile, l’agente segreto Clint Hill lo copre con la sua giacca per impedire un’ulteriore fuoriuscita di sangue. Una volta in ospedale, il corpo viene posto su una barella e portato in sala d’urgenza. Inutili i tentativi di tenerlo in vita: i medici si concentrano sulla ferita alla testa e sul piccolo foro presente sul collo.

Il chirurgo Malcolm Perry lo giudica come foro d’entrata di una pallottola, lo allarga, cerca di farvi entrare un tubo tracheale per favorire la respirazione. Ma il peggio è inevitabile: alle ore 13 il presidente John Fitzgerald Kennedy è dichiarato morto. La polizia di Dallas vorrebbe disporre l’autopsia, ma da Washington arrivano istruzioni ben precise: il corpo viene messo in una bara e caricata su un’auto funebre, diretta all’aeroporto di Love Field di Dallas.

La bara viene caricata alle 14 nella parte posteriore dell’Air Force One, diretto a Washington. Sull’aereo sono presenti, ammassate e sconvolte, ben ventisette persone. In presenza di Jackie Kennedy, ancora sconvolta e col vestito rosa ancora intriso del sangue del marito, Lyndon Johnson pronuncia il giuramento ufficiale e diventa il nuovo Presidente degli Stati Uniti.

Nel punto in cui il presidente è stato colpito, sulla Delay Plaza, la polizia si concentra soltanto sul Palazzo del deposito dei libri scolastici. Lì viene trovata una carabina italiana Mannlicher-Carcano munita di cannocchiale. Alle 13.16 un agente della polizia, Tippit, viene ucciso nella propria auto. Pochi minuti dopo viene arrestato Lee Harvey Oswald nel cinema Texas Theater,  immediatamente accusato di entrambi gli omicidi. Il suo arresto non porterà a nessun chiarimento o confessione: Oswald viene ucciso la mattina seguente, nei sotterranei della polizia di Dallas, da Jack Ruby, proprietario di night club di Dallas legato alla mafia di Chicago e New Orleans.


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