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Speciale Philastiniat #2: Presentazione di “Qui finisce la terra”, con Raja’ Bakriyyah e Isadora D’Aimmo

Creato il 08 ottobre 2012 da Chiarac @claire_com_

A Philastiniat il 4 ottobre si è svolta anche la presentazione del libro: “Qui finisce la terra. Antologia di giovani scrittori arabi d’Israele” (Il Sirente, 2012), con Raja’ Bakriyyah e Isadora d’Aimmo, rispettivamente co-autrice e traduttrice-curatrice dell’antologia.

Di Cristina Dozio*

Speciale Philastiniat #2: Presentazione di “Qui finisce la terra”, con Raja’ Bakriyyah e Isadora D’Aimmo

@Libreria Feltrinelli, Milano (foto di C.D.)

Dopo un’intensa giornata in cui la letteratura palestinese è stata protagonista, abbiamo potuto dialogare con una rappresentante di questa scrittura: Raja’ Bakriyyah, che ha presentato presso la libreria Feltrinelli di Piazza Duomo il suo contributo a “Qui finisce la terra. Antologia di giovani scrittori arabi d’Israele (Ala Hlehel, Muhammad Ali Taha, Hisham Naffa‘, Suheir Abu Oksa Daoud, Raja’ Bakriyyah, Bashir Shalash)”, tradotto da Isadora D’Aimmo e pubblicato da Il Sirente in occasione di Philastiniat.

Una giovane scrittrice, una casa piena di quadri che lei dipinge e la scrivania di una donna sempre impegnata. Dal piglio deciso, soprattuto quando si esprime in arabo, Raja’ Bakriyyah si è fatta pian piano conoscere dal pubblico, svelando una buona dose di ironia. La scrittrice partecipa all’antologia Qui finisce la terra con il racconto Una donna bellissima, tratto dalla sua raccolta Al-sundùqa (Lo scrigno) del 2002.

Il valore complessivo di quest’opera – ci dice la curatrice prima di lasciare la parola a Raja’ – è sia artistico che politico, dato che questi autori mantengono vivo e innovano il discorso sull’identità palestinese in un Paese in cui le autorità culturali non offrono loro alcun supporto.

Scrittori giovani, non ancora noti in Italia nonostante abbiano ricevuto degli importanti riconoscimenti: Ala Hlehel è stato insignito del premio Beirut39 nel 2010 e, sorprendentemente, ha potuto recarsi a Beirut per ritirarlo; Muhammad Ali Taha, è stato addirittura premiato dal Ministro della Cultura israeliano, come era già successo ad Emile Habibi, forse il palestinese d’Israele più conosciuto all’estero e in Italia.

Speciale Philastiniat #2: Presentazione di “Qui finisce la terra”, con Raja’ Bakriyyah e Isadora D’Aimmo

Da sin: Isadora D’Aimmo, Raja’ Bakriyyah, un volontario Arci Milano (foto di C.D.)

Gli autori della nuova generazione vivono un’identità diversa: sono nati dopo la creazione dello stato di Israele (quindi non hanno sperimentato la condizione di chi da maggioranza è divenuta minoranza indigena) e hanno un’ottima competenza nella lingua araba. Perciò non avvertono più la necessità di parlare esclusivamente della questione nazionale e possono invece concentrarsi sulle proccupazioni individuali, soggettive. In questo modo riescono anche a mettere in discussione la tradizione culturale arabo-palestinese relativamente a quegli elementi di chiusura che una minoranza inevitabilmente acutizza.

Sono moderni poiché usano le nuove tecnologie per aprirsi al mondo in un confronto che ridisegna la loro identità e gli permette di farsi conoscere fuori dai confini.

Raja’ Bakriyyah parla d’amore con una sensibilità prettamente femminile e senza distaccarsi dal concreto contesto in cui la relazione di coppia è vissuta.

“In Palestina è così, le donne piangono e gli uomini urlano!” – ci dice con un sorriso, per farci capire come i rapporti tra i sessi debbano essere letti alla luce dell’occupazione, di situazioni reali come le ore d’attesa all’aeroporto Ben Gurion, di fatti di cronaca che diventano spunti letterari.

E si devono problematizzare a seconda della personalità femminile: Una donna bellissima è così diversa dalla protagonista del suo romanzo La donna della lettera. Il filo conduttore della sua scrittura è ancora una volta la ricerca dell’identità, ma, in questo caso, quella intima di donna.

Raja’ ci saluta con una battuta che riassume le sua condizione: “Non sono fortunata a essere nata palestinese, ma non voglio essere nient’altro!

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Cristina Dozio è arabista. Si è laureata in Lingue e Comunicazione presso l’Università degli Studi di Milano e attualmente frequenta il master di traduzione letteraria-editoriale dall’arabo a Vicenza. E’ accompagnatrice turistica in Giordania, Marocco ed Egitto per Samsara Viaggi.


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