Doris Tyler nasce a Kermanshah, in Iran (allora conosciuto come Persia), il 22 ottobre 1919, da un funzionario britannico e un'infermiera. Nel 1925 la famiglia si trasferì nella colonia inglese della Rodhesia del Sud (oggi Zimbabwe), dove si occupò della coltivazione del mais. La madre, memore dell'attiva vita sociale di Teheran, era asfissiata dalla vita di campagna, e tentò di rimediarvi trasformando la loro abitazione in una dimora vittoriana e imponendo alla figlia un'educazione da signorina inglese che generò continui conflitti tra le due. Il difficile rapporto con la figura materna traspare da molti dei suoi libri, tanto che di lei Doris ebbe a dire «E' stata lei ad aprirmi le porte della scrittura, ad aprirmi le porte di un mondo in cui le sarei sfuggita per sempre».
La Recensione
Molly Jacobs torna dall'America dopo un anno di assenza e rivede l'amica Anna Wulf. Entrambe sono giovani madri single, attive militanti di sinistra nonostante la delusione conseguente al fallimento del sogno del Partito, e pienamente inserite nella vita culturale inglese (Molly è attrice, mentre Anna vive delle rendite del suo primo e unico romanzo, Frontiere di guerra). Anna aggiorna Molly sulle novità riguardanti Tommy, il problematico figlio ventenne che ha lasciato in Inghilterra, Richard, suo ex marito magnate della finanza, e Marion, seconda moglie di Richard depressa e alcolizzata a causa del suo matrimonio infelice. Questa storyline, nonché cornice, è narrata nelle sezioni Donne Libere, in ciascuna delle quali sono interpolate parti dei quattro Taccuini, sempre nel medesimo ordine (Nero, Rosso, Giallo, Blu), che si interrompono tra loro per poi essere interrotte da un nuovo intermezzo di Donne Libere, e così via fino al finale.
I taccuini, che Anna Wulf scrive nel tentativo di dare un ordine alla sua vita (o, più che altro, alla sua mente palesemente provata), sono quattro, e lungi dal restituire resoconti ordinati dei loro contenuti, sono affollati di pagine di diario non sempre cronologicamente disposte, articoli di giornale, bozze per romanzi e racconti, ricordi di gioventù, prolisse analisi di eventi avvenuti o che avrebbero potuto realizzarsi. Il Taccuino Nero contiene sostanzialmente le esperienze vissute nella colonia inglese della Rhodesia del sud, in cui Anna durante la giovinezza trascorse volontariamente alcuni anni in un campo comunista; il Taccuino Rosso riporta esperienze e riflessioni dei successivi anni come membro attivo del Partito Comunista a Londra; il Taccuino Giallo, nonostante ciò venga esplicitato solo alla fine e la storia spesso ricalchi esperienze reali di Anna tanto che talvolta si sovrappongono, è la bozza di un romanzo che la protagonista sta scrivendo: come Anna, Ella ha un figlio piccolo, una relazione con un uomo sposato che non contraccambia pienamente i suoi sentimenti, vive con un'amica attrice quasi coetanea, ha una professione nell'ambito editoriale ed è vicina agli ambienti comunisti; il Taccuino Blu somiglia al Nero nella sua essenza di diario personale, ma è molto più disordinato e incongruo, poiché Anna vi registra pensieri, riflessioni, esperienze, sogni e tensioni.
A una struttura così complessa e intrigante (nonché difficile da gestire, cosa in cui Doris Lessig riesce quasi perfettamente) non corrisponde purtroppo un contenuto all'altezza: le 730 pagine di romanzo si arrovellano continuamente sugli stessi dubbi della protagonista, dei suoi alter ego e dei suoi amici, dubbi immutabili poiché non esiste la minima evoluzione dei personaggi. Il risultato a fine lettura è di immensa stanchezza e insofferenza verso Anna Wulf, la sensazione è che abbia ripetuto i medesimi concetti all'infinito senza mai trovarvi una risoluzione, tanto che spesso si ha il dubbio di aver sbagliato pagina poiché le situazioni si ripetono con varianti minime. Lo schema è sempre lo stesso: Anna ha dei profondi dubbi sul Partito comunista, dà loro voce timidamente, li nega, decide di non lasciare il partito, ma ha dei profondi dubbi, etc. Lungi dall'essere la donna moderna che queste pagine dovrebbero proporre, è un essere inerte e invertebrato che si trascina stancamente tra una scelta sbagliata e l'altra, scelte che sembra essersi imposta senza una reale motivazione e prese con la stessa levità con cui si sceglierebbe la marca del detersivo per la lavatrice. Il rapporto altalenante con il partito comunista riflette esattamente la sua vita sentimentale, e ancora una volta si ripete continuamente lo stesso schema: Anna incontra un uomo, sa precisamente che non la soddisferà sentimentalmente o sessualmente, decide ugualmente di intrattenere con lui una relazione sessuale, le sue attese vengono prontamente soddisfatte, ma non ha il coraggio di troncare e attende stancamente che sia l'altro a farlo. Persino la maternità è frutto di una scelta irresponsabile, appena un'idea subito messa in pratica con un uomo che non amava. "Donne Libere", è il titolo delle sezioni-cornice: ma nel Taccuino d'oro ci sono solo donne prigioniere di se stesse. La galleria di personaggi che circondano Anna non offre un panorama meno desolante: uomini vanitosi ed egocentrici, tutti pronti senza alcuna eccezione a tradire la moglie, tra cui spiccano senza dubbio Richard, che tradisce senza posa Marion, Michael, l'uomo sposato con cui Anna ha una relazione, e Saul, l'americano donnaiolo di cui Anna si dichiara innamorata pochi giorni dopo averlo accettato in casa come coinquilino; intellettuali e/o comunisti annoiati e senza scopo, o - al contrario - talmente ferventi nelle loro occupazioni da risultare totalmente ciechi nei confronti del loro ambiente; donne frustrate da matrimoni sbagliati, o donne single frustrate da relazioni sbagliate, i cui migliori esempi sono, per l'una e per l'altra categoria, Marion e Molly; inclassificabile resta Tommy, il figlio ventenne di Molly, i cui comportamenti straniati potrebbero essere giustificati solo da un'impressionante cumulo di patologie psichiatriche o dalla provenienza da pianeti diversi da quello terrestre.
Da una scrittrice vissuta in due paesi agli antipodi (le colonie africane e l'Inghilterra benestante), che ha superato due guerre e due matrimoni falliti, che ha visto due secoli, mi sarei aspettata qualcosa di più da dire che non la stessa, stanca ripetizione continua della propria delusione politica e sentimentale. Il taccuino d'oro è un lungo, infinito dialogo tra una donna e il suo nevrotico masochismo.
Giudizio:+2stelle+ (e mezzo)
Articolo di Sakura87
Dettagli del libro
- Titolo: Il taccuino d'oro
- Titolo originale: The Golden Notebook
- Autore: Doris Lessing
- Traduttore: Serini M.
- Editore: Feltrinelli
- Data di Pubblicazione: 2013
- Collana: Universale Economica
- ISBN-13: 9788807880940
- Pagine: 723
- Formato - Prezzo: Brossura - 14.00 Euro