Nato a Peaster, nel Texas, nel 1906, Robert Ervin Howard è stato l'iniziatore del genere “Heroic Fantasy”. Cresciuto a Cross Plains dal quale non si muoverà mai eccetto che per studio, Howard è un ragazzo introverso dai frequenti scatti d'ira seguiti a periodi di depressione. Avido lettore - tra i suoi autori preferiti ci sono Edgar Rice Burroughs, Sax Rohmer e Rafael Sabatini -, accosta questa passione a quella per lo sport per sfuggire alle angherie dei suoi coetanei e ad un padre-padrone. Inizia a scrivere i primi racconti già a quindici anni, e nel 1925 la rivista “Weird Tales” pubblica un suo racconto, iniziando così la sua carriera di scrittore che conterà più di trecento storie e oltre settecento poemi e che lo porterà ad intrattenere rapporti epistolari con H. P. Lovecraft che ne stimava apertamente le doti.
Nel 1936, a seguito della notizia della malattia incurabile della madre, Howard decise di suicidarsi con un colpo di pistola. Queste furono le sue ultime parole: “Tutto è andato, tutto è finito: ponetemi sulla pira;/ la festa è terminata e il lume ora spira.”
Recensione
Nella breve e sfortunata vita di R. E. Howard, Conan il Cimmero ha rappresentato la punta di diamante di una sterminata produzione letteraria. Senza nulla togliere a personaggi del calibro del puritano Solomon Kane, a Bran Mak Morn, a Kull re di Valusia - tanto per citarne alcuni tra i più famosi -, sia chiaro. Conan però è di un altro livello, grazie soprattutto a una delle più profonde caratterizzazioni dell'intero universo fantasy.
Andiamo con ordine: Conan nasce dalla penna di Howard nel 1932 sulle pagine di “Weird Tales”, una rivista specializzata in racconti di fantascienza e fantasy e che sarà la principale fonte di sostentamento dell'autore. Purtroppo per lui, la sua fama dopo la morte assunse i contorni della leggenda, ma in vita non riuscì mai a mantenersi con la letteratura. Infatti, molte delle gesta dei suoi eroi hanno conosciuto fama mondiale attraverso altre forme narrative – cinema, fumetti – solamente molti decenni dopo la sua dipartita. Per questo è lodevole l'opera fatta dalla Newton & Compton – e dai curatori Gianni Pilo e Sebastiano Fusco – nel riunire tutte le avventure di Conan scritte da Howard in un unico volume di più di ottocento pagine con introduzione e appendici ad un prezzo irrisorio.
"La barbarie è lo stato naturale dell'umanità", disse l'uomo della frontiera guardando ancora seriamente il cimmero. "La civiltà è innaturale. È un capriccio delle circostanze. E la barbarie, alla fine, deve sempre trionfare." ( Conan il Barbaro – Oltre il Fiume Nero)
In questa frase è racchiusa tutta l'idea che sta alla base dell'epoca selvaggia in cui Conan compie le sue eroiche gesta. Il racconto è - ovviamente - la struttura narrativa maggiormente usata dall'autore per descrivere la mitica era Hyboriana, avvenuta a poco dopo la distruzione di Atlantide e prima dell'avvento della storia. Affascinante e violenta, la magia e l'acciaio dominavano incontrastati a discapito delle leggi della civiltà. Conan, antieroe pieno di macchie ma senza paura, nato da una tribù dei nordici Cimmeri, ne è ovviamente il degno rappresentante: alto, lunghi capelli neri, occhi azzurri, fisico marmoreo, agilità da gatto e arguzia da combattente passa attraverso tutti i mestieri possibili con una spada: ladro, pirata, mercenario, guerriero fino ad avverare il suo sogno: diventare re. Lo schema dei racconti è classico: Conan è alla ricerca di qualcosa, c'è un cattivo da combattere e una donna bellissima da conquistare. Ovviamente, grazie alla sua tempra di selvaggio e alle sue abilità di guerriero, Conan riesce sempre nei suoi intenti. La bellezza delle storie di Howard deve molto a questa semplicità quasi da favola. Può non piacere il fatto che comunque le storie si assomiglino tutte, ma bisogna giudicare la cosa anche da un punto di vista temporale: Howard è uno scrittore degli anni Trenta, ed anche per questo il suo continuo parlare di razze tra gli esseri umani può apparire fastidioso ad un lettore moderno. In più, la prosa e sì affascinante, ma anche incredibilmente verbosa e a chi non è avvezzo al genere dell' Heroic Fantasy questo può risultare indigesto. I personaggi di contorno sono spesso poco approfonditi e tendono ad assomigliarsi tutti, ma la dettagliata immaginazione con cui crea un'intera epoca preistorica – con i suoi imperi e le sue nazioni e le relative storie – fa da positivo contraltare.
“Non c'è nulla nell'universo che il freddo acciaio non possa tagliare” (Conan il Barbaro – Oltre il fiume Nero)
Con quest'ultima massima - che rimarca quello che il lettore andrà a trovare nelle pagine di Conan il Barbaro - giungo alle conclusioni. Non è stato facile recensire le storie di Conan perché, se da un lato sono verbose e risentono degli anni trascorsi, dall'altro hanno dato vita ad un genere che viene da sempre bistrattato. Chi si vuole avvicinare al fantasy consiglio altri autori e altre storie, ma per chi invece ha già dimestichezza e vuole cimentarsi nel sottogenere “Sword & Sorcery” le avventure di Conan il Barbaro sono da considerarsi imprescindibili. Rimane comunque un sottofondo amaro per il precoce suicidio che R. E. Howard a voluto infliggersi, visto che già a trenta anni aveva sfornato fior di racconti e un universo fantastico incredibilmente particolareggiato e al pensiero di chissà cosa avrebbe potuto fare continuando sulla strada che aveva intrapreso.
Giudizio:
+3stelle+ (e mezzo)Dettagli del libro
- Titolo: Conan il Barbaro: Una saga immortale
- Autore: Robert E. Howard
- Traduttore: G. Pilo, G. Riverso, G. L. Staffilano, R. Valla
- Editore: Newton & Compton
- Data di Pubblicazione: 2011
- Collana: Grandi Tascabili Contemporanei
- ISBN-13: 9788854124868
- Pagine: 864
- Formato - Prezzo: Brossura - 6,90 Euro