Intervista con Pollyanna McIntosh, attrice protagonista del film The Woman, scritto da Jack Ketchum e Lucky McKee, presentato al Sundance Film Festival.
[Alessandro Manzetti] Dopo varie esperienze nella cinematografia indipendente e nel teatro, sei stata scelta come protagonista del film The Woman, scritto da Jack Ketchum e Lucky McKee, che ne ha curato anche la regia. Il film è stato presentato all’inizio di quest’anno al Sundance Film Festival. La storia parla di una donna, ultima superstite di un clan di selvaggi che da anni terrorizzava la costa orientale del Maine, che viene catturata da un cacciatore e portata nella sua casa, nelle civiltà, nella crudeltà. Cosa hai pensato quando hai letto per la prima volta la sceneggiatura?
[Pollyanna McIntosh] Ero in attesa di leggere la sceneggiatura quando Dallas (Jack Ketchum), Lucky McKee e Andrew van den Houten, che ha prodotto il film, mi parlarono della struttura della storia e così sono entrata nel progetto fin dall’inizio. Avevo immaginato tutte le situazioni complesse in cui mi sarei potuta trovare, e mi ero fatta una idea del film e della famiglia protagonista pensando a Le Colline hanno gli occhi (Hills Have Eyes di Wes Craven) o a Non aprite quella porta (Texas Chainsaw Massacre di Tobe Hooper). Quando poi ho letto The Woman, con le tipiche sovrastrutture americane della famiglia Cleek, mi sono resa conto che si trattava di qualcosa di molto più oscuro e complesso e, ad essere onesti, molto più difficile per me come attrice. Quando ti rendi conto di dover entrare in un personaggio che è imprigionato per quasi tutta la durata del film, che subisce cose indicibili, cominci a preoccuparti e ingoiare con difficoltà ma la fiducia nella regia di Lucky, nella storia e nello stile con cui voleva raccontarla mi ha entusiasmato. Non potrei essere più felice per l’esperienza che abbiamo vissuto tutti insieme, fin dalla prima notte che ho letto The Woman
[AM] Nel film ci sono scene molto violente, come dice lo stesso Lucky McKee The Woman è una esplorazione della definizione stessa di orrore, che porta lo spettatore verso emozioni di disagio, sgomento, disgusto. Come sei riuscita a entrare nel personaggio? Come hai superato il disagio delle scene più dure, delle crudeltà, dello stupro?
[PM] Entrare nel personaggio ha significato seguire un certo processo, dallo studio degli animali all’allenamento fisico, fino all’approfondimento di antichi miti, e poi il consueto lavoro sul copione per l’analisi del personaggio. Inoltre ho dovuto far crescere molto i miei capelli (in punti che non avevo mai visto). Per molti versi è stato liberatorio perché ho messo da parte tutte le mie moderne aspettative di femminilità, per lasciar vivere il mio corpo in uno stato molto più naturale e vigoroso. Piuttosto che sentirmi limitata dalla mancanza di una lingua o dalle limitazioni fisiche del ruolo (sono incatenata per la maggior parte del tempo) mi sono sentita del tutto viva e fieramente presente e attiva . Per quanto riguarda la scena dello stupro non ho vissuto alcun disagio. Io e Lucky avevamo un'idea molto chiara di quello che volevamo comunicare con quella scena (è una delle mie preferite per il suo messaggio di forte impatto), così mi sono rilassata. Sean Bridgers (che impersonava il mio rapitore) è stato forse più a disagio di quanto lo fossi io, mi sono sentita come se avessi dovuto prendermi cura di lui. Abbiamo riso molto dopo per rompere quell’incantesimo. Quando sento che stiamo facendo un buon lavoro, come una squadra, sono molto felice e The Woman mi ha regalato quella sensazione
[AM] In realtà il film parla anche del confine tra la civiltà e la vita selvaggia, tra due diversi tipi di crudeltà e violenza. Ci troviamo a visitare due territori di esistenza, quello degli uomini e degli animali. Quale è il segreto per abbandonare il territorio e i pensieri umani e trasferirsi nell’universo selvaggio e animale, il mondo di The Woman? Come riesce un attore a gestire una così complessa trasformazione?
[PM] Spero di averti risposto in precedenza, aggiungo che tutti possediamo entrambi gli aspetti dentro di noi. Io come attrice ho solo avuto la fortuna che mi sia stato chiesto di entrare in quei percorsi con il mio lavoro. Che bello!
[AM] Quale è la scena del film che preferisci in assoluto e quella dove pensi di aver interpretato al meglio la sceneggiatura?
[PM] Non si può chiedere a una attrice quando pensa di aver offerto la sua migliore performance! Soprattutto non a una britannica! Ti dirò che mi sono sentita molto legato al carattere del mio personaggio. Si sposa con il mio lato femminista, quello da maschiaccio e il mio piacere di correre nella natura come una bambina selvaggia; tutto quello che ho fatto e sono stata fin bambina. Se poi aggiungiamo che ho lavorato con grandi attori e una troupe visionaria .... Mi piacciono tutte le scene! Quando ho visto il film per la prima volta mi sono emozionata durante la scena degli spruzzi d'acqua e in particolare per la scena del pasto, mi ricordo di aver pianto davvero durante le riprese. Ho sentito la magia e mi è piaciuto come Lucky ci ha fatto interpretare la scena con Sean. E 'stato abbastanza disgustoso per noi due, sai che stai lavorando mentre la troupe è ferma nel silenzio: in parte per rispetto, in parte sconvolta. Mi è piaciuto molto anche quando io e Angela Bettis abbiamo girato la scena del lavaggio. Lei è come dinamite con cui lavorare e, come amica, la sua risata è altrettanto esplosiva.
[AM] Quale è la filosofia e l’interpretazione della realtà cinematografica del regista Lucky McKee? Cosa ti ha più colpito del suo lavoro? Che tipo di rapporto professionale avete instaurato?
[PM] Collaboro molto bene con Lucky, in pre-produzione e sul set è venuto fuori che eravamo in sincronia su un sacco di idee. Lucky sa esattamente cosa sta creando da un momento all'altro. E’ molto abile nel suo lavoro, meticoloso nella preparazione, privo di ego sul set tanto da riuscire ad essere sia il capitano della nave, che sa interpretare sapientemente le mappe, sia un delfino giocoso in acque aperte che si lancia su qualsiasi cosa lo saluta. Lucky rispetta il suo pubblico e i suoi attori. In definitiva credo che sia proprio un regista nato. Siamo diventati anche grandi amici. Lui domani sarà a Los Angeles, usciremo insieme per cena e io ne approfitterò per scherzare con lui di tutte le belle cose che ho appena detto. Gli dirò che mi deve una birra!
[AM] Il film sembra essere molto fedele alla sceneggiatura, e all’estremo realismo delle opere di Jack Ketchum. Hai letto altre sue opere? Sul cast hai avuto modo di confrontarti con lui, per comprendere fino in fondo e tra le righe la sceneggiatura?
[PM] Con Dallas (Jack Ketchum) ci capiamo a vicenda, per cui non ho mai sentito il bisogno di chiedergli di chiarire qualcosa, però abbiamo parlato molto della mia prima sceneggiatura che sto scrivendo e lui mi ha dato grande supporto. Avevamo già lavorato insieme precedentemente, quando lui aveva scritto la sceneggiatura di Offspring, dove è nato il personaggio di The Woman. Il libro originale mi colpì molto, per come Dallas era riuscito a dare vita alla prospettiva del personaggio. Non riuscivo a smettere di leggere, sono stata inghiottita dal libro (scusami per il gioco di parole) in una sola notte
[AM] La proiezione del film al Sundance Film Festival ha ricevuto molte recensioni positive, ma anche forti critiche, per la durezza e il realismo con cui vengono presentati temi difficili. Cosa ne pensi di queste critiche? Temi che la violenza di alcune immagini e di diverse scene possa allontanare dal film gli spettatori?
[PM] Per essere onesta di solito non guardo abitualmente film horror, non mi piace molto il sangue e la violenza, in particolare quella gratuita di film come Saw e Hostel. Ma The Woman è una esperienza completamente diversa. Può disgustarti in certi momenti, ma è così che deve essere! Questo è vero orrore, quello della misoginia, dell’abuso e della disumanizzazione dell’'"altro". Il rispetto di Lucky per il suo pubblico è palpabile e durante la proiezione ho sentito pareri positivi sul film da parte di molte persone, comprese quelle che non si considerano appassionati di horror. La violenza in The Woman è usata in modo molto intelligente e creativo. Ci sono momenti in cui è la tristezza è davvero struggente, oppure momenti che provocano un viscerale shock, altre volte il film è cupo ed emozionante. Questo è un regista che usa tutto ciò che ha a disposizione per entrare nella mente del suo pubblico e raccontare una storia umana - non gli interessa dare in pasto alla gente solo un grande spettacolo di morte e di violenza.
[AM] Ti è stato riconosciuto un grande talento, ma anche un forte carattere una buona dose di umorismo. Ti ritrovi in queste definizioni? Sono questi i segreti per essere riuscita a entrare nel difficile personaggio di The Woman?
[PM] Grazie per il complimento! Penso di essere una persona allegra, e questa è una buona base per la vita sul set, specialmente quando devi dare vita a una donna selvaggia in cattività
[AM] Speriamo di vedere presto The Woman in Italia, hai idea di quando sarà possibile? In questo momento stai girando altri film?
[PM] Dopo il successo al Sundance The Woman continua a viaggiare nel circuito dei festival ed è in uscita negli Stati Uniti alla fine dell'estate, anche in Italia. Siete i prossimi! Ora mi trovo nel mezzo di un lavoro teatrale chiamato The Critic con Jimmy Duval, Dominique Swain, Richard Reihle e Noah Hathaway. Lo sta dirigendo Greg Hatanaka, stiamo andando molto bene. Io ricopro il ruolo di un'altra donna forte, ma parlo di più ...e sono decisamente meno pelosa
Grazie Pollyanna per essere stata ospite del Posto Nero
Intervista di Alessandro Manzetti
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Profilo
Pollyanna McIntosh è cresciuta in Portogallo e in Colombia prima di tornare al suo paese di origine, la Scozia, dove ha iniziato ad esibirsi, sul palco, al Festival di Edimburgo. Ha lasciato casa a sedici anni per andare a Londra, iniziando presto a lavorare nella cinematografia indipendente e del teatro, sia come attrice che come regista. Si è trasferita a Los Angeles nel 2004 e si è occupata della produzione di The Woolgatherer in cui ha diretto Anne Dudek e David Fisher Dyan con ottime recensioni. Ha poi ottenuto il suo primo ruolo nel film Headspace e ha lavorato nella commedia Sex and Death 101 (Simon Baker / Winona Ryder) scritta da Daniel Waters, una opportunità che le ha consentito di mettere in mostra il suo talento, una miscela di sensualità e irriverente umorismo, e farsi notare dalla critica. Il suo lato più oscuro è emerso nel thriller 9 Lives of Mara.
Ora vive tra Los Angeles e Londra, tra i suoi lavori più recenti: Exam un thriller con Luke Mably e Jimi Mistry, Como Quien No Quiere La Cosa?/As if you Don't Like it!, una esilarante commedia, Burke e Hare diretto da John Landis, che ha avuto grande successo in Inghilterra, per poi arrivare al ruolo di protagonista nel film The Woman, diretto da Lucky McKee, con Angela Bettis e Sean Bridgers.
Pollyanna McIntosh Web Site The Woman Official Movie Site