Cari lettori, eccoci ad una nuova puntata dello "Speciale Vampiri". Per chi se la fosse persa QUI può leggere la fantastica introduzione all'iniziativa di Alan D. Altieri. Oggi leggeremo le opinioni dei nostri scrittori italiani di vampiri che gentilmente hanno accettato il mio invito a parlarne qui nel mio blog.
"E voi vi trovate daccordo con gli interventi degli autori? Quali sono le tendenze che vedete per il futuro? Diteci la vostra!"
FEDERICA PINI
2. Perchè hai scelto di scrivere sui non-morti? Cosa ti attrae di questi esseri sovrannaturali?
La scelta di scrivere di vampiri è venuta principalmente dalla mia passione per il genere. Oltre al fantasy tradizionale, ho sempre apprezzato le storie che trattano la figura del vampiro. È una creatura affascinante, sia dal punto di vista fisico, dato che è un essere dall'aspetto praticamente perfetto, o quasi, sia dal punto di vista psicologico.
Il vampiro è una creatura che ha subito una mutazione, prima era umano poi è stato trasformato in qualcosa di diverso, quindi dopo la rinascita possiede una natura molto differente rispetto a quella che aveva prima, appunto umana. Trovo che su questo aspetto uno scrittore possa giocare molto. Io sono una narratrice che punta sulla psicologia dei personaggi, tendo a mettere molta parte introspettiva, mostrata in questo caso dal punto di vista di Erika. La protagonista riflette sia sulla propria situazione, sia su quelle degli altri, quindi dei vampiri e degli umani che interagiscono con lei.
Proprio l'aspetto spirituale del vampiro è la parte che più mi piace descrivere nella narrazione. Si può scavare nel cambiamento del vampiro, in come egli reagisce alla propria natura e alle differenze che sente in sé dopo la trasformazione. È un misto di emozioni contrastanti. Alcune derivano dalla natura umana abbandonata, mentre altre cozzano con queste e creano una lotta interiore non indifferente nell'animo del vampiro. C'è chi reagisce con rabbia, chi con dolcezza, chi con ilarità e chi con passionalità. Cercare nei vari personaggi vampiri la parte che li rende differenti dagli altri, con un diverso viaggio interiore, credo che sia la parte più interessante dell'analisi di questa creatura.
La mia ispirazione arriva da alcuni autori, ma pochi scrivono di vampiri. Una potrebbe essere Jeanne Kalogridis. “I Diari della Famiglia Dracula” è stato il primo libro del genere che ho letto, ma i miei vampiri non si collegano totalmente ai suoi, quanto a un misto di varie influenze che ho avuto nel corso della vita, sia a livello narrativo quanto cinematografico. Qualche anno fa mi colpì molto la trasposizione in film di “Intervista col Vampiro”. Io non ho mai letto Anne Rice, è una lacuna che sento di avere e che presto colmerò, però ricordo di essere rimasta particolarmente affascinata dai tipi di vampiri descritti nel film. Credo che quelli mi abbiano influenzato in qualche modo, ma le altre fonti sono diverse, più disparate.
Come dicevo nella domanda precedente, nei miei vampiri c'è un notevole peso psicologico e questo è stato causato sicuramente dai libri di Terry Brooks, il mio autore preferito, che però scrive fantasy classico. Da lui ho preso proprio l'aspetto introspettivo dei personaggi: scavo nel loro animo, vado a cercare io stessa le loro emozioni contrastanti e le trasmetto poi al lettore sotto forma di pensieri, parole e comportamenti. I vampiri plasmano una sorta di labirinto interiore che si riversa all'esterno, sembrano buoni ma non lo sono, possono amare ma uccidono e bevono sangue umano, hanno la coerenza dei vampiri tradizionali ma riportano in superficie l'umanità che può servire ai loro scopi.
L'aspetto interiore ed emozionale del vampiro, in particolare legato agli istinti della sua natura, è un argomento che ho trovato approfondito da pochi scrittori nel genere. È una caratteristica che si vedrà meglio nei miei libri successivi a “La Morte d'argento”, ma che enfatizzo anche in questo primo romanzo. Oltre a ciò, ci sono novità che ho inserito nei miei vampiri e che forse derivano più dal mio background fantasy, che richiama la magia, gli incantesimi. I miei vampiri si muovono grazie a una sorta di magia in circolo nel sangue e la loro stessa origine è legata a un elemento tipico della letteratura fantasy. Altri aspetti nuovi si possono poi scoprire nel corso della storia.
Gli autori del genere che consiglio sono appunto Jeanne Kalogridis, Colleen Gleason con la saga di Victoria Gardella, e Cassandra Clare con la saga degli Shadowhunters. Quest'ultima abbraccia un universo Urban Fantasy più ampio, ma la cito comunque perché ne vale la pena.
KRISTLE REED
Non saprei, spero solo che si continuino a scrivere buoni libri. Secondo me, non è sempre un male quando scoppia una moda per un certo genere letterario, perchè spinge gli scrittori a trovare nuovi modi per ravvivare una tematica che sembra ormai sfruttata. Mi piacerebbe molto essere un'artista capace di raccontare storie di ogni genere, dall'horror alla narrativa, dal fantasy alla fantascienza. Lascio la porta aperta a qualsiasi tipo di personaggio o trama.2. Perchè hai scelto di scrivere sui non-morti? Cosa ti attrae di questi esseri sovrannaturali?
Non certo perchè pensavo che di lì a un anno sarebbe scoppiata la vampiromania! È stato un flash, una scena, quella dell'inizio, e da lì ho provato a vedere dove quella visione mi avrebbe portato. Cosa mi attrae dei vampiri? La struggente dolcezza di una psiche romantico-malinconica che cozza con violenza contro un truce istinto da animale predatore.
3b. Cosa rende i tuoi personaggi peculiari in questo periodo di "inflazionamento" della figura del vampiro?
Forse il fatto che uno dei vampiri viene utilizzato come attrazione in un freak show? credo di aver creato una situazione alquanto strana, direi. Spero che piaccia a chi lo leggerà.
GIANFRANCO MANFREDI
2. Perchè hai scelto di scrivere sui non-morti? Cosa ti attrae di questi esseri sovrannaturali?
Lo dice la parola stessa: l'essere creature di confine che ci interrogano sui limiti (espandibili) dell'esperienza umana e sulla difficoltà di definire nell'esperienza umana cos'è vita, cos'è morte, cos'è anima e cos'è corpo.
Non mi sono affatto ispirato a romanzi di vampiri, ma a vicende storiche a casi di cronaca. I miei "mostri" non sono super-eroi da fiction, ma sono i reietti della Storia umana. Trovo che l'orrore sia tanto più perturbante se nasce e si manifesta in un contesto realistico. Da storie improbabili in cui "tutto può accadere" non nascono in genere Sorprese, ma riproposizione di stereotipi di comodo adattati alle mode del momento. Questo genere di orrore da baraccone dei divertimenti non mi interessa molto. La grande narrativa horror può anche ospitare momenti ironici e "divertenti", ma al fondo resta e deve restare una cosa molto seria se vuole , com'è suo principio fondativo, scuotere le coscienze. Al centro della narrativa gotica e dell'orrore c'è la Morte. Si può anche prenderla in giro, però quando ce la vediamo apparire di fronte, anche solo con l'immaginazione, passa la voglia di scherzare.
ELENA CORNO1.Hai scritto sui vampiri che in questo periodo è diventata una vera e propria tendenza nella letteratura. Come scrittrice quali tendenze vedi per il futuro? C'è un genere diverso su cui ti piacerebbe scrivere?
Mah ... l'immagine del vampiro mi ha accompagnata per la maggior parte della mia vita. Non mi ha mai spaventata fin da piccola ho sempre parteggiato per queste figure misteriose e piene di fascino. La tendenza a scrivere su tali figure c'è sempre stata solo che oggi è tutto amplificato. Il primo libro di vampiri che ho letto è stato Le notti di Salem di S.King. uno dei miei preferiti. Tendenze per il futuro ... francamente non saprei che dire, di certo il genere fantasy non tramonterà mai, la notte e l'oscurità hanno sempre affascinato e continueranno ad affascinare le generazioni future.
Cosa mi attrae? Tutto! Il fatto che sono immortali, tormentati, passionali e attratti dai semplici esseri umani. Tutte sperano in un incontro con una creatura simile, sperando di essere l'unica capace di trafiggere il suo cuore di ghiaccio. Di essere "Lei, La sola" per l'eternità!
3. A quali romanzi di vampiri ti sei ispirato e quali altri autori di questo genere consigli? Cosa rende i tuoi personaggi peculiari in questo periodo di "inflazionamento" della figura del vampiro?
Romanzi a cui mi sono ispirata, ma King, la Kilpatrick,la Adrian, Bram Stoker. Non mi sento di consigliare uno o l'altro autore ... non sono all'altezza per un consiglio del genere. Di certo ognuno ha le sue peculiarità, ognuno è diverso e speciale con la sua storia e i suoi personaggi. Tutti valgono la pena di essere letti.
LUCA BUGGIO
La storia che ho scritto vuole raccontare in forma di fiaba dark un percorso personale nel mondo del volontariato. Ho avuto modo di imparare che in certi momenti, in certi contesti, ci sono persone che esercitano, attraverso l'affetto, un controllo molto subdolo sugli altri. L'amore può essere crudele e pericoloso, a volte. I vampiri non sono altro che dei parassiti. Così come spesso noi, nella vita reale, siamo vampiri delle emozioni delle persone che ci stanno vicino. Questa era l'idea di partenza. Nel momento in cui ho scelto di parlare di vampiri, ho deciso di evidenziare l'aspetto della loro immortalità. Cosa significa essere immortali? trascorrere anni, secoli, millenni di notti tutte uguali?
Non ho letto molto della letteratura di genere, a parte l'immancabile Anne Rice. Mi è piaciuto tantissimo "lasciami entrare" di Lindqvist. Anche in questo caso, il vampiro è una scusa per parlare di tematiche sociali (bullismo, alcolismo e pedofilia).
Cosa rende i miei personaggi peculiari? beh... passano inosservati tra la gente. Il protagonista non è bello, non è giovane, veste clamorosamente fuori moda. Ha paura di quello che è diventato, e di quello che potrebbe diventare...
MARGARET GAIOTTINA
1. Ha scritto sui vampiri che in questo periodo è diventata una vera e propria tendenza nella letteratura. Come scrittrice quali tendenze vedi per il futuro? C'é un genere diverso su cui ti piacerebbe scrivere?
Credo che lo zoccolo duro del genere vampiri rimarrà sempre,forse con una leggera flessione dovuta alla fine dell’ondata di risveglio generata dalla Mayer e proseguita da tante altre autrici soprattutto straniere(ma anche italiane!). Ritengo comunque che il soprannaturale connotato di elementi trasgressivi e pericolosi rimanga una costante nell’immaginario femminile soprattutto e nella lettura d’evasione come quella del genere di cui trattiamo. Mi piacerebbe scrivere una storia in cui il protagonista maschile abbia in apparenza il fascino malandrino che attrae il gentil sesso ma che nasconda dentro fragilità insospettabili e comuni a tutti gli uomini, belli brutti, sicuri, insicuri, vampiri…
Ho scelto sull’onda di una tendenza che ha travolto anche me, come lettrice innanzitutto. Ho scelto di scrivere ciò che mi ha emozionato leggere, quindi direi che ho soddisfatto innanzitutto un’esigenza mia primaria. Ritengo che ciascuno di noi coltivi dentro di sé una parte irrazionale che gongola nel pensare che si possa uscire dalla vita quotidiana , dal tran tran del lavoro, della famiglia, della routine per incontrare qualcuno che sconvolga le nostre esistenze e ci faccia vivere momenti di pericolosa magia.
3. A quali romanzi di vampiri di sei ispirata e quali altri autori di questo genere consigli? Cosa rende i tuoi personaggi peculiari in questo periodo di inflazione della figura del vampiro?
La mia prima ispirazione è stata, come ho dichiarato molto volte, senza dubbio il primo libro della Meyer: Edward e il suo mistero ha popolato le mie fantasie e mi ha fatta dimagrire ben due chili durante la lettura (sarei grata all’autrice anche solo per questo!). Ma poi sono passata al ben più ampio panorama, saltando dai vampiri violenti della Kilpatrick a quelli frivoli della Harris, senza tralasciare quelli ibridi della Hamilthon. Ma i “miei” vampiri sono diversi ancora. Credo che ogni autore sia affezionato alle proprie creature: io quando penso a Ethan e Liz, ma anche a Matthew e Christabel, le cui caratteristiche e le cui…vite di carta ho plasmato con le mie amiche Bloody Roses, sento un sentimento difficile da definire, forse un affetto, una tenerezza, una passione, che sono ardui da inquadrare nel panorama dei sentimenti ordinari. I miei vampiri sono il riflesso anche dei miei personali stati d’animo, del mio vissuto, del bagaglio delle mie esperienze ed è forse per questo che riesco a percepirne la vera autenticità.
VIOLET FOLGORATA
2. Perché hai scelto di scrivere sui non-morti? Cosa ti attrae di questi esseri sovrannaturali?
Ho scelto di scrivere sui non morti perché sono caduta folgorata per Edward, dopo la lettura dei quattro libri-saga in un mese. Di questi esseri soprannaturali mi attrae la rocciosità, eh eh, che uno tende a immaginarsi “rocciosa” un po’ dappertutto! Eh eh :-)
Io mi sono ispirata da Edward, punto. A me del genere vampiro è piaciuto praticamente solo Twilight. Poi ho trovato forti sia I promessi vampiri che Shiver. Forti ma non sufficientemente forti da reimpiantare il genere con sfumature diverse. I miei personaggi diventano particolari ne In una Gelida Rosa che rivendico con certo orgoglio; Moonlight è stato un po’ il cuore oltre l’ostacolo e la maturazione dei personaggi non era ancora sufficiente. Invece, ne In una Gelida Rosa, oltre a quelle sagome di Somerset ed Endora, abbiamo una carrellata di personaggi molto divertenti. Agiscono con dialoghi teatrali e con grande umorismo all’interno delle tetre mura di Rochester Manor, un po’ come facevano gli insegnanti di Harry Potter all’interno delle mura di Hogwards. Sono ex vampiri che proprio non si rassegnano ad essere ora solo semplici umani e fanno molto ridere. In primo piano abbiamo un Ethan veramente “sdraiabile”.
GIULIA OTTAVIANI & ELISA BERTINI
2. Perché avete scelto di scrivere sui non-morti? Cosa vi attrae di questi esseri sovrannaturali?
Ci attrae particolarmente sia il fascino gotico insito nella figura del vampiro, sia la potenza e l’aurea di invincibilità che emana, di conseguenza ci affascina anche il rapporto antitetico che si viene a creare tra un essere umano e un essere immortale.
Ci siamo ispirate soprattutto ai romanzi della Meyer, della Smith, di P.C. e Kristin Cast con alcune influenze della Rice e di Stoker, che di conseguenza consigliamo vivamente di leggere! Ciò che rende i nostri personaggi particolari rispetto alla “massa dei colleghi di carta” è soprattutto la tridimensionalità e lo spessore del loro carattere, che spazia dalla luce al buio, come nella vita reale.
PAOLA BONI
Ho scelto di scrivere di vampiri perché li trovo delle creature estremamente affascinanti e pericolose che per me rappresentano i desideri e le perversioni umane portate all’eccesso. Credo di esserne così affascinata proprio perché, in fondo, essi mostrano ciò a cui l’essere umano potrebbe arrivare se libero da tutto ciò che frena i suoi impulsi più oscuri e profondi, in particolare se libero dalla paura della morte.
Per Black Angel i miei romanzi ispiratori sono stati quelli della saga di Anita Blake di Laurell K. Hamilton, saga che mi ha praticamente introdotta al genere e che consiglio vivamente. Altri due romanzi sui vampiri che mi sento di consigliare sono senza dubbio il 18° vampiro e il 36° giusto di Claudio Vergnani anche se in essi la figura del vampiro si distacca notevolmente dall’immagine della creatura oscura e affascinante che si ha di solito per diventare più simile a un cadavere marcescente totalmente dominato dalla sete di sangue. Per quanto riguarda i miei personaggi, invece, penso che la loro peculiarità stia soprattutto nel fatto che un lettore italiano può sentirli molto più vicini proprio per il contesto in cui si muovono che è la Roma dei giorni nostri.
CLAUDIO VERGNANI
2. Perchè hai scelto di scrivere sui non-morti? Cosa ti attrae di questi esseri sovrannaturali?
Volevo descrivere una caccia impietosa che parlasse di coraggio, viltà e disperazione. E contenesse una buona dose di azione e risvolti neri. Volevo che il lettore si appassionasse, si divertisse e potesse soffermarsi sulle considerazioni dei personaggi. Anche e sopratutto un lettore smaliziato. I vampiri – o almeno quelli che ho descritto – si prestavano bene allo scopo. Sono duttili e pieni di lati affascinanti e terribili. Evocano la tenebra, la disperazione, la violenza, l’erotismo e la ferocia. Erano i molto benvenuti.
Nei miei vampiri c’è un pochino di tutto ciò che è il mio background letterario e cinematografico … Shakespeare come Stoker, Borges come Dampyr, Lugosi come Woods. Se devo fare un nome allora dico John Steakley per il suo romanzo Vampire$ (sic).
Scrittori bravi ce ne sono parecchi, e ognuno da il suo apporto in stile e innovazione sull’argomento. Cito Manfredi tra gli italiani e Kim Newman oltre frontiera.
Credo che i miei personaggi divertano e appassionino i lettori più disparati. L’intreccio e la prosa sono innovativi da un lato ma classici dall’altro. Le parti horror si sposano a quelle divertenti. C’è molta onestà e molta ironia. Come si usa dire, provare per credere.
VIRGINIA DE WINTER
2. Perché hai scelto di scrivere sui non-morti? Cosa ti attrae di questi esseri sovrannaturali?
La risposta è che mi attrae tutto, il fatto che siano a immagine e somiglianza degli uomini ma, per molti versi, un gradino più in alto nella scala evolutiva e, allo stesso tempo, vulnerabili a cose semplici come la luce solare, l’acqua benedetta, le croci – tutti oggetti che non intaccherebbero mai un umano per quanto malvagio come se per principio tra l’una e l’altra razza ci fosse una contrapposizione divino/maligno. Tutte le contraddizioni della loro natura, il bisogno di nutrirsi di sangue che li lega, inscindibilmente, all’esistenza degli esseri viventi quando loro si trovano in uno stadio tra essi e la morte, hanno sempre suscitato in me quel genere di riflessioni che poi scaturiscono nell’ideazione di una storia o di una parte di essa.
3. A quali romanzi di vampiri ti sei ispirata e quali altri autori di questo genere consigli? Cosa rende il tuo personaggio peculiare in questo periodo di "inflazionamento" della figura del vampiro?
Che cosa renda i miei vampiri diversi dagli altri devono dirlo i lettori. Per quanto mi riguarda, direi nulla, nel senso che ho voluto rifarmi alla versione più classica del vampiro – come creatura che non può convivere con la luce solare e con gli oggetti consacrati e che si nutre di sangue umano. Anne Rice – si sarà capito dal fatto che la nomino in continuazione – è la mia icona sacra del genere, non solo per via della figura del vampiro che ha creato, la più raffinata nel suo genere, ma anche per il suo stile di scrittura. Consiglierei soprattutto, per un esercizio anche divertente di reminiscenze, di andare a cercare i vecchissimi racconti sui vampiri scritti da Polidori (famosissimo, unico nel suo genere con quella sua ispirazione a Lord Byron), ma anche dai nostri Capuana e Salgari e “La morta innamorata” di Gautier, assolutamente adorabile.
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