Specialone: 5 videogames su pellicola

Da Lupokatttivo

Cinema a 16 bit, il tie-in delle meraviglie

Tempo di specialoni e joypad. Videogiochi che sembrano film da cui vengono tratti film che sembrano videogiochi. La dinamica del fenomeno è tutta lì, e il piu’ delle volte non funziona.
Tuttavia le eccezioni ci sono, ne contiamo quattro che a gusto strettamente personale meritano, e una, che eccezione non è, e conferma la regola.
Giusto per arrivare ai cinque film del titolo del post.
Quale sia (secondo me) l’intruso lo lascio scoprire a chi avesse voglia di addentrarsi nei meandri dell’articolo. Con buona pace di Pac man e compagnia bella.

Resident evil

“Paulone” W.S. Anderson ci offre la mogliettina Milla in tutte le sue (bellissime) sfacettature. Nel primo film i fan si incazzano perché il videogioco non si vede e non si sente. Personaggi inventati ad hoc e solo qualche citazione. Poi pero’ i seguiti, come il vino, con l’andar del tempo migliorano. Ne gireranno sei in tutto, il climax arriva con il terzo e i suoi corvi zombi.

Doom

Sparatutto sulla Playstation, sparatutto nel film. A sparare (a tutto) c’è quel bestione di The rock. Tanto basta. Garanzia di botte da orbi, e sghignazzamenti vari. Il film è ingiustissimamente sottovalutato. Merita, diverte, mischia generi ed è relativamente fedele alla sua controparte a 16 bit. Il finale con le inquadrature in prima persona è da sbavo.

Silent Hill

Se ne è gia parlato qui e qui. Il primo è quasi un capolavoro. Fedele al gioco, inquietantissimo, ben fatto. Il secondo è un disastro. Si vocifera di un terzo. Staremo a vedere.

Need for speed

Tanto need e poco speed. Pero’ quel poco che c’è è fatto bene. Inseguimenti su macchinoni da urlo, Lambo, Bugatti, McLaren come se piovesse. Ben fatte le corse, ben fatti i ciocchi tra bolidi vari. Peccato che la storia sia abbastanza imbecille. Personaggi a carisma zero (si salva giusto il protagonista) e dialoghi da terza media. Se vi bastano le corse, guardate solo quelle. Finita la prima gara premete “forward” sul lettore fino a quella dopo.

Mortal Kombat

Gioco mitico, sangue a fiotti e personaggi dal carisma indiscutibile. Ci si prende a mazzate per tutto il tempo e si staccano teste ai perdenti. Il film segue il gioco e, a suo modo, è mitico pure lui, pero’ non c’è il sangue a fiotti, non si staccano le teste e non ci sono i personaggi carismatici. Resta un Lambert qualunque vestito da dio del fulmine coi capelli bianchi e lunghi sulle spalle e le scintille tra le dita. Solo lui vale la visione ed anche il poster in camera. Esiste un seguito, che non cito per rispetto.