È molto semplice: appena finito un libro, si avvolge in speciali “copertine-buste” predisposte e già provviste di indirizzo, e si imbuca. Così il libro arriverà in automatico ad un’organizzazione che si occupa di una giusta causa.
Detta così, potrebbe essere tutto e nulla. In realtà, il progetto Mailbooks For Good è ancora in fase di sperimentazione; fino a questo momento l’unica organizzazione “beneficiaria” dell’iniziativa è The Footpath Library, organizzazione di volontari, nata nel 2003, che si occupa di donare libri nuovi e semi-nuovi a homeless e individui che vivono ai margini della società.
I titoli disponibili, fino ad ora sono solo cinque, grazie al succitato accordo con Random House Australia, ma il numero, e non potrebbe essere altrimenti, è destinato a crescere. E l’interesse per accordi con editori degli altri continenti, di certo non manca.
Mailbooks For Good è un’idea tanto semplice quanto, potenzialmente, di straordinaria efficacia; immaginate, tra uno o due anni, con molte più organizzazioni coinvolte, e su scala mondiale, che tipo di “collettore” potrebbe rappresentare.
Del resto, uno degli slogan è: “re-gift the gift of reading”. I libri sono un dono, così come un dono è avere la possibilità di leggere. Crediamo sia questa la ragione del probabile successo di Mailbooks For Good.
Media: Scegli un punteggio12345 Il tuo voto: Nessuno Media: 5 (1 vote)