Cosa contraddistingue l’essere umano da tutti gli altri abitanti della terra?
Se fate questa domanda ad un bambino delle scuole elementari prontamente vi risponderà, con l’orgoglio di appartenenza al genere eletto, che l’elemento che ci contraddistingue ed eleva è la nostra intelligenza.
Se me lo avessero chiesto quando ero piccolo avrei risposto nello stesso modo.
Siamo intelligenti sicuro, nessuno lo può negare!!
Ma per cosa usiamo il nostro raziocinio?
Cerchiamo di analizzare il nostro quotidiano, la nostra qualità di vita, le cose che riteniamo importanti.
La società che abbiamo creato e nella quale viviamo è strana. Anche le nostre abitudini sono strane.
Siamo i padroni del mondo, abbiamo assoggettato tutti gli altri esseri viventi, dominiamo il nostro pianeta e lo sfruttiamo senza remore.
Il risultato?
E’ sotto gli occhi di tutti!
E non voglio iniziarne a parlare tanto sono assolutamente convinto che tutti voi starete mentalmente elencando tutte quelle brutture che sono nostre inconsapevoli compagne di vita.
Le possiamo conglobare insieme ed usare un unico termine.
Inquinamento.
Esso produce disagi temporanei, patologie o danni permanenti per la vita, che possono porci in disequilibrio con i cicli naturali esistenti.
Le alterazioni che subiamo possono essere di svariata origine, chimica o fisica.
Tutte le attività e l’ambiente costruito dall’uomo costituiscono inquinamento dell’ambiente naturale, in quanto interagiscono con lo stesso, mutandone la sua conformazione originaria.
E allora dov’è finita la nostra intelligenza, il nostro tanto conclamato ingegno, la nostra logica?
L’uomo deve continuamente essere occupato, deve lavorare, essere attivo, fare qualsiasi mestiere, professione!
Non riusciamo a stare fermi. A pensare alle cose realmente importanti.
Perché?
Io una risposta ce l’avrei.
Non so se è quella corretta.
Noi facciamo qualsiasi cosa per non pensare alla morte.
Non pensiamo alle conseguenze delle nostre azioni, se sono giuste o sbagliate perché il farlo ci porterebbe ad un confronto continuo, costante, incessante, della nostra transitorietà terrena.
Macabro?
Vabbè. Non c’è nulla da fare.
E’ per questo che sbagliamo nel vivere, nel decidere le nostre priorità.
E’ per questo che peniamo tanto dietro alle cose materiali, che rincorriamo sogni effimeri, agogniamo mete irraggiungibili, tutto piuttosto che costringere il cervello a rapportarsi con quella terribile verità.
Spegniamo l’interruttore.
P.s.
Ieri sera mia madre mi ha informato che un vecchietto che abitava vicino a casa mia è morto.
Non lo conoscevo bene, ma mi è capitato un paio di volte di chiacchierarci.
Portava sempre un giro un cane di colore bianco, più grande di lui quattro o cinque volte.
Il cane, come sapesse dell’esilità dell’essere all’altro capo del guinzaglio, si comportava in modo tale che sembravano una coppia che passeggiava tranquillamente braccio sotto braccio.
Mi raccontò che tutte le mattine, dato che il cane aveva il pelo lungo, necessitava di pulizia nelle zone meno ehm ehm esposte al sole.
Ma per lui non era un problema. Anzi!!!
Era un piacere, una cosa che da fastidiosa e repellente diventava gradevole, cortese e dolce perché fatta ad un essere che amava.
Ho scritto ‘essere’ ma sono sicuro che per lui, anche se era un cane, lo considerasse una persona, un suo amico.
Il cane morì qualche anno fa e da allora non mi ricapitò più di incontrare il vecchietto.
Sono sicuro che lui non ha mai spento l’interruttore.
C.