SUCCEDEVA UN ANNO FA….
ABISSO ROVERSI:QUELLA CONDANNA CHE TARDA AD ARRIVARE Certo che si può essere amici o nemici degli speleomannari, oppure si può condividere o meno l’esplorazione di Pedrali al sifone terminale della grotta, ma non si può tacere sullo spregevole gesto, che speleologi come noi, che condividono le nostre stesse passioni, hanno subito durante i giorni dell’immersione, mi riferisco al furto delle corde e alla manomissione degli armi che sono avvenuti nottettempo all’abisso Roversi. Mi sarei aspettato una posizione di condanna da parte della federazione toscana, anche dall’SSi e dal CAI. Un gesto di fermezza, che prenda le distanze da “certa” speleologia indipendentemente da antipatie personali, sia federato o non federato, socio o non socio.. Noi crediamo che la condanna di gesti simili a quelli che sono successi al Roversi devono essere presi indipendentemente dall’appartenenza a quella o a questa organizzazione, perchè condannare il gesto significa dire “IO NO” e rappresenta un momento di maturità e crescita della spelologia italiana, che sa dialogare con tutte le realtà ed esprime solidarietà invece che indifferenza. Chi ruba corde o manomette armi con lo scopo di intimorire o ostacolere gruppi rivali va condannato senza se e senza ma, il silenzio inaspettato che speriamo sia dovuto al tempo necessario alla riflessione non si trasformi in un “ben gli sta”.
GLI SPELEOMANNARI.