Speleopazzie…..

Creato il 29 settembre 2014 da Andrea Scatolini @SCINTILENA

Sabato mattina ore 5.00 suona la sveglia.
Macchina caricata con tutta l’attrezzatura ancora la sera prima.
Alle 6.30 sono al parcheggio del casello autostradale di Brescia dove trovo Floriano lo svizzero, Luca lo speleosub e Nadia, speleosub pure lei e moglie di Luca.
Abbiamo iniziato ad armare la grotta a giugno ma, complice un meteo impietoso e varie vicissitudini personali solo ora riusciamo a tornare sperando di poter proseguire nel progetto.
Alle 9 siamo al bar dell’Aurelia a Gramolazzo dove arriva l’sms di Gianmarco (mannaro toscano)…vi aspetto alla galleria, siamo in 3… io, il mio spirito e il suo amico immaginario..e capiamo subito che ci sarà da faticare…si sperava essere in di più (di reali…)
L’avevamo intuito che una delle prerogative di esser mannari è anche la non affidabilità completa…tra corde comprate per questo abisso finite in Albania, week-end con uscita saltata nella ricerca del cavatore che avrebbe aperto la stanga per l’accesso sulla strada di cava e vengo anch’io ma poi non mi presento realizziamo che la normalità è questione di opinioni.
Oltretutto stiamo andando a armare una grotta già armata con corde, per quanto datate, già presenti ma sulle quali non possiamo scendere perchè i mannari toscani non sono autorizzati a usarle.
Insomma la pazzia continua…e, per non farci mancare nulla dopo la battuta dell’altra volta, quando l’Aurelia ci disse: “ma n’do annate che pppiove abbestia??” stavolta ci regala un..”pure lu terremoto ce stà..” e mostra l’articolo del giornale con tutte le scosse dei giorni precedenti..
La giornata è splendida, neanche una nuvola in cielo, dal passo si ha una visuale fino al mare da mozzafiato…ma chi ce lo fa fare di andare in grotta in una giornata come oggi??..
Dividiamo le corde e numeriamo i sacchi, qualcosa si era lasciato giu l’altra volta, ma alla fine ne abbiamo 12 più i personali e siamo in 5…
È mezzogiorno e stiamo entrando, l’altra volta si era arrivati fin poco sotto l’attacco del Mandini, stavolta vorremmo arrivare a attrezzare un campo interno tra i-800 e -1000 che servirà di supporto quando ci sarà l’immersione di Luca al sifone terminale.
Scendiamo ma già dopo pochi armi montati insieme Gianma comincia a non sentirsi bene.Ha freddo e dice che preferisce uscire che rischiare il peggio.
Siamo sui -500 e vado avanti con Flo di supporto.Arriviamo in fondo al Mandini, ci avevan parlato di una finestrella per il passaggio al Mandingo ma non era stato riferito fosse tanto…stretta.
Ci provo..non passo, scende Luca e riprovo io, sguscio dentro ma sò che a uscire avrò dei problemi.
Passano anche Flo e Nadia.
Io continuo ma sotto mi seguon solo Flo e Luca, Nadia preferisce cominciare il ritorno.
Anche Luca decide di risalire con lei, non è il caso vada sola.
Con Flo a sto punto decidiamo di provare a scendere ancora cercando una zona in cui sia realizzabile un campo interno.
La troviamo poco sotto, non è da manuale ma non possiamo andare troppo per il sottile, quella che sappiamo esserci a -1000 è, probabilmente, migliore ma per la nostra logistica quei 100 metri più in alto non son poca cosa.
Lasciamo i teli e un pò di cibo, non attrezziamo perchè abbiamo finito i fix e il trapano è in cima al pozzo appena sceso ma spostiamo qualche sasso e riordiniamo un pò la base, poi cominciamo a risalire.
Evito la descrizione della mia uscita dal passaggio stretto di cui sopra ma, senza l’aiuto di Flo sarei ancora là sotto…se ci torno quel sasso sparirà.
Il Mandini non lascia respiro.Sono 300 e rotti metri e, quando parti sai che fino in cima non ti stacchi dalla corda…
Arrivo su e Flo dice che Luca è appena partito, che non si sentiva per niente bene, aveva vomitato l’anima e Nadia era poco sopra…
Siam messi bene, la stanchezza comincia a farsi sentire.
Preparo brodino e zuppa, ci facciamo un pane (tipo assorbente…-qualcuno capirà-)con tonno e mi avvolgo nel termico cercando di riposare.
Mi appisolo ma Flo mi richiama all’ordine, comincia a aver freddo, ha solo un pail in più addosso e è meglio andare.
E si riparte, pozzo pozzo pozzo, meandro….ci son momenti in cui sembra non finirà mai…ma alla fine siamo sotto l’ultimo..(il primo..)75.
Ci troviamo Luca che è sfatto, acidità di stomaco e malessere generale non sono una buona compagnia ma siamo quasi fuori e, poco dopo, ci siamo veramente.
Cielo terso e un altra splendida visione panoramica, ci scaldiamo al sole..Sono le 8 di mattina e son passate 20 ore da quando stavamo entrando.
Alla macchina c’è Gianma che sta meglio, Luca si rifugia nella maggiolina e io e Flo dormiamo un pò nella baracca dei cavatori.
La più pimpante è Nadia che fa 2 passi con Gianmarco.
A mezzogiorno ripartiamo, un boccone alla locanda del paese e si torna a casa… Brescia alle 17 e Trento alle 19.
Ma il pensiero è già alla prossima….e anche questa è una pazzia.