Ora però bisognerà calmare i ministri.
Repubblica passa in rassegna i tagli in questa tabella...
Ora però arriva il difficile. Ovvero, individuare i ministeri su cui operare – in realtà è già stato fatto – e convincere i ministri, la parte più difficile. Spiega Roberto Petrini:
Cinque i ministeri passati al setaccio da Giarda: Interni, Giustizia, Difesa, Istruzione ed Esteri. Si tratta infatti della spesa pubblica centrale: restano fuori la Sanità, il pubblico impiego e gli enti locali. Ma il terreno di caccia agli sprechi rimasto non è poco. Duplicazioni e sovrapposizioni sovraccaricano la macchina dello Stato e rendono urgente un intervento. Dalle prefetture alle caserme, dai tribunali agli uffici Inps, Inail e dell’Ispettorato del lavoro. In prima linea c’è la Difesa: con gli Interni condivide le forze che gestiscono l’ordine pubblico: da una parte i Carabinieri, dall’altra la Polizia.
Le sovrapposizioni ci sono:
L’Arma, ad esempio, ha 5.000 presidi in tutto il territorio che spesso si intrecciano con strutture della Polizia. Ma difesa significa anche Esercito: il piano del ministro Di Paola già prevede di ridurre gli effettivi da 180 mila a 150 mila entro il 2024. Resta aperto il problema di come sistemare i 30 mila marescialli dell’esercito in esubero. Anche la Giustizia è nel mirino. Si va dalla razionalizzazione del personale di sorveglianza nelle carceri, fino al nodo dei Tribunali. In Italia si contano 165 Tribunali e Procure e, soprattutto, 220 sezioni distaccate dei Tribunali, spesso in piccoli centri, che sono oggetto di razionalizzazione. Occhio vigile anche sugli 848 giudici di pace.
Il pubblico impiego non è al centro della spending review ma della partita della spesa efficiente fanno parte anche i vertici della Pubblica amministrazione:
La quota dei dirigenti sui funzionari è alta: nelle sedi centrali dei ministeri ci sono 14,9 dirigenti per cento funzionari, contro 1,3 su cento nelle sedi periferiche. Anche Inps, Inail e Ispettorati del lavoro potrebbero subire accorpamenti negli uffici decentrati. Aperto anche il problema delle Prefetture: in Italia sono 103, circa una per ogni provincia. Indipendentemente dagli abitanti o dall’attività il numero di dipendenti, funzionari e strutture è uguale in un grande centro del Nord o in un piccolo capoluogo del Sud. L’obiettivo è accorpare e mantenere una prefettura su un bacino minimo di 350 mila abitanti. Occhi puntati anche sulla scuola: la maggior parte delle spese è per il personale, ma serve un miliardo per l’acquisto di beni e servizi. E qui si può intervenire realizzando risparmi per circa il 15% attraverso l’intervento della Consip (società per azioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), che ne è l'azionista unico, ed opera secondo i suoi indirizzi strategici, lavorando al servizio esclusivo delle pubbliche amministrazioni).
source di Alessandro D'Amato