Sono parole che in effetti ci descrivono un Sistema Italia, che arranca ma che non abbassa la testa, punta in alto e cerca di conciliare l’esigenza di contrasto di una crisi che ci mostra una lontana luce in fondo al tunnel con quello che agli italiani è sempre venuto molto bene: fare buon viso a cattiva sorte, rimboccarsi le maniche e … lavorare!
Training Strategies for Leaders, l'evento organizzato da Business International - Fiera Milano Media ha presentato un panorama piuttosto vasto e completo di come la formazione contemporanea possa ancora fare alcune cose, quanto sia indispensabile fare queste cose e quali risultati queste cose possano portare.
Parliamo quindi delle quattro azioni fondamentali che la formazione italiana fa, può fare meglio e deve continuare a fare.
1. Sperimentare
Tutti i casi riportati e le esperienze del Convegno hanno in comune un elemento che contraddistingue il nostro approccio all’innovazione: la sperimentazione.
La formazione deve evolvere, spingersi oltre i normali e tradizionali confini a cui siamo abituati. E la sperimentazione diventa il fil rouge della maggior parte delle esperienze condivise con diverse decine di persone.
Sperimentazione che riguarda gli strumenti, la metodologia, gli approcci, l’uso della tecnologia (anche se su questo aspetto sarei un po’ critico come sto scrivendo nel mio post su WebinarPRO.it “Tecnologia vs. Formazione: 1-0” e che deve sempre di più coincidere con una sperimentazione mentale, un’esplorazione concreta di nuovi paradigmi e nuovi approcci.
Gli esempi che abbiamo avuto vanno in questa direzione, facciamo in modo che sia un atteggiamento sempre più condiviso e la luce in fondo al tunnel si allargherà sempre di più, fino a tornare a rivedere le stelle.
2. Creare sistema e fare networking
La formazione non è un’isola a sé. Non è nemmeno un arcipelago. La formazione è uno strumento, una parte del tutto, una fase di un processo dinamico, vitale, in eterna evoluzione. E le aziende incontrate in questa giornata ne sono un bell’esempio. La formazione deve integrarsi con l’intero sistema aziendale in modo sempre più stretto e vitale, sempre più sinergico e non solo.
Una delle parole chiave emerse all’inizio è proprio networking e spesso il termine è la risposta per offrire una via di fuga proprio alla fuga: se la formazione diventa un ponte con sistemi esterni più ampi, allora le risorse si trovano e diventano ottimali
3. Valorizzare e ottimizzare
Performance, performance, performance. Se la riduzione dei costi sembra aver sostituito altre istanze ben più nobili, è anche vero che l’ingegno sta rispondendo in modo concreto: le aziende (le migliori, almeno!) sempre più mirano al massimo risultato, nonostante le risorse contenute.
Si potrebbe dire, dagli interventi del convegno, che la performance rimanga un secondo fio conduttore, un’esigenza che non abbandoniamo seppur i fondi e le risorse economiche possano ridursi sempre più.
A tal scopo, risulta sempre più efficace l’uso della tecnologia, come abbiamo più spesso indicato anche su WebinarPRo, che sta rispondendo egregiamente all’esigenza di formare a distanza centinaia di persone, far comunicare venditori e agenti sparsi sul territorio nazionale e internazionale e tagliare nettamente, se non azzerare del tutto i costi di trasferta e spostamento. La soluzione? Videoconferenze, Riunioni online, WebTraining di qualità, con un occhio attento alla qualità dell’interazione, e non solo alla piattaforma webinar!
4. Puntare all’eccellenza
Insomma, la formazione può puntare all’eccellenza, può ancora valorizzare il patrimonio umano (piuttosto che il concetto di risorse umane, vecchio e obsoleto).
Possiamo tenere alta la testa e considerare le best practice sperimentate in Italia e non solo (considerata l’importante esperienza di realtà che hanno un braccio d’azione ben più ampio presenti al convegno) come modelli da seguire, visioni di un insieme che tutto sommato può ancora rubarci un lieve sorriso di orgoglio con i colori verde, bianco e rosso.