Mentre vi sto scrivendo, sto osservando il mio gatto che, con i suoi piccoli artigli, non riesce a scavare la piccola buca dove vorrebbe depositare la sua piccola cacca perché la siccità ha bastardamente indurito il terreno, e più il gatto si impegna a grattare il suolo, spinto da un istinto igienista tanto inesorabile quanto irrazionale, più gli si spuntano le unghie sulla terra granitica, più gli scappa tremendamente la cacca, più scava intensamente miagolando il suo dolore esistenziale in faccia alla natura indifferente, e più mi mostra chiaramente, aldilà di ogni ragionevole dubbio, che 1) l’igiene nuoce alla salute, che 2) la vita è sofferenza e noi siamo solo marionette mosse da istinti/divinità/burattinai spietati che ci costringono a fare cose stupide e umilianti, come scavare buche impossibili mentre ci caghiamo addosso e la gente ci guarda e ci scrive un post, e 3) che prima o poi verrà il giorno in cui, nonostante i nostri sforzi, non riusciremo a nascondere la merda.