9 OTTOBRE – Il concetto è chiaro e non fa una grinza: la vittoria di domenica contro il Bologna è stata senza dubbio uno spettacolo dai colori gialloblù. E il punteggio di quattro reti ad una altro non è stato che la logica conseguenza di una superiorità mai stata in discussione per l’intero arco dell’incontro. Gli uomini di Mandorlini hanno “dato un calcio” alla cabala – l’ultima vittoria del Verona a Bologna in serie A risaliva ad oltre 35 anni fa – e messo in cascina altri tre punti, che dopo sette giornate significano già tredici punti e quinto posto in classifica. Un bottino decisamente di tutto rispetto.
Per l’importante sfida del “Dall’Ara” il tecnico scaligero si è affidato ancora una volta all’estro e alla fantasia di Iturbe ed il giovane talento argentino ha ripagato la fiducia del mister con una prestazione di altissimo livello. Un gol dopo una percussione di 50 metri palla al piede, un altro sfiorato di poco, un assist “al bacio” per Toni in occasione della terza rete gialloblù più una serie di altre giocate di gran classe. Semplicemente de-va-stan-te. E qui merita dare giusto riconoscimento a Sogliano, che con abilità e mestiere è riuscito a strappare a diversi club concorrenti, italiani e non, un giocatore di questo livello. Iturbe a parte, è stata comunque l’intera squadra gialloblù ad impressionare per organizzazione di gioco, carattere, personalità. Oddio, la squadra di Pioli ha destato tutt’altro che una buona impressione – i rossoblù sono apparsi a tratti “imbarazzanti” – tuttavia credo che più che di demerito di Diamanti & compagni si debba invece parlare di netta superiorità dei ragazzi in maglia gialla. A parte una decina di minuti – dal rigore di Diamanti alla rete della quasi tranquillità di Toni – dove il Bologna è arrivato ad impensierire da vicino Rafael, il Verona ha mantenuto saldamente il predomino dell’incontro senza correre praticamente alcun pericolo. Unico neo forse l’incapacità da parte dei gialloblù di “chiudere” prima la partita, messa in cassaforte solo quasi allo scadere con una rete del solito immenso Jorginho. Mandorlini anche negli spogliatoi è tornato su questo concetto, “tirando le orecchie” – in senso assolutamente amichevole – a Toni per aver peccato di egoismo in più di un’occasione. E questo è un aspetto sicuramente da tener conto perché la storia insegna che nel calcio a volte basta veramente poco per vedere riaperta una partita data ormai per chiusa.
Non facciamoci, però, ingannare dalla posizione in classifica, frutto di un inizio di stagione che nessuno si sarebbe aspettato. Farsi prendere dal facile entusiasmo sarebbe l’errore più grande. Dopo gli anni bui culminati con la retrocessione in Lega Pro, la tifoseria gialloblù è animata da un profondo desiderio di nuove soddisfazioni tuttavia, come vanno ripetendo in coro Setti, Sogliano e Mandorlini, non si è ancora fatto nulla. Diventa importante mantenere assolutamente equilibrio e piedi ben piantati per terra, lasciando da parte, almeno per ora, voli pindarici o altro. Abbiamo vinto già qualche battaglia ma la guerra – che per noi vuole dire 40 punti ovvero salvezza – è ancora lunga…
Enrico Brigi
Articoli Collegati:
- Il fortino del Bentegodi
- Un buon pari
- L’importanza del risultato
- Aggancio riuscito!