Un’auto poco dopo stava percorrendo la sua stessa strada, dopo che si era immessa ad un incrocio. Le si avvicinò. Alyson si spostò sulla destra più che poteva . Sperava che la sorpassasse, così se ne sarebbe liberata. Invece, niente. Quando quell’auto sembrava iniziare il sorpasso, si avvicinò e si avvicinò ancora all’auto di Alyson affiancandola. La stava spingendo fuori strada.
Alyson non vedeva che l’oscurità, abbagli di luce quando apparivano lampi nel cielo. Il fiume d’acqua non smetteva di scorrere.
Alyson era piombata in un vortice e qualcuno la stava accompagnando verso il precipizio. Pensò che stava accadendo qualcosa, che andava fermato, ma non sapeva come. Udì un ruggito. Udì la pioggia. Udì il vento, il motore dell’auto… tutto insieme, violentemente come una raffica di colpi in quella notte d’estate.
In un angolo c’erano ancora quegli occhi gialli. Salì di scatto sulla sua auto, che a velocità sfidò il buio, la pioggia, il vento e la riportò a casa. La casa era vuota, una finestra rimasta aperta sbatteva. La luce era saltata. Alyson tirò fuori dalla borsa l’accendino, afferò una candela della sua collezione su uno scavale nell’ingresso e l’accese. Si svestì e si buttò nel letto, tremante. Le arrivò un messaggio sul cellulare. Una delle sue amiche le ricordava di aprire il regalo che le aveva riportato dall’ultimo viaggio. Il pacchetto era in borsa, lo aprì e si trovò a stringere tra le mani una statuina dal corpo umano e il volto simile a quello di un cane, ma con i denti più affilati. La statua era dipinta di nero con rifiniture rosse. Gli occhi della figura rappresentata erano gialli.
Quella notte, Alyson poteva solo attendere che la luna lasciasse al più presto il cielo al sole.
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