SPIACCICATI SU L'UTUMANA ovvero ASCOLTARE OTTIMA MUSICA LOCALE

Da Vale
Stima, il mio easy listening è in linea col mio "tema" settimanale delle radici.
Adesso ti spiego. Venerdì c'è stato lo spettacolo della scuola elementare: dieci classi che cantavo delle canzoni meravigliose. Una cosa semplice nella struttura, ma eccezionale nel suo farsi. Lo spettacolo è stato condotto da un gruppo molto conosciuto qui sul lago, i Sulutumana ("su l'utumana" = sul divano). Loro sono nati più o meno negli stessi anni dell'oggi più famoso Davide Van De Sfroos, ma sono rimasti i cugini minori, stando ai riferimenti del business musicale. Io li trovo più eclettici del VDS, più capaci di percorrere strade diverse, musicalmente più completi.
Le canzoni erano scritte per i bambini e una di queste è il loro cavallo di battaglia. Secondo me merita, anche se è legata al vecchio Lario (i commenti nella versione cantata dai bambini non c'erano!!):

Che bello cantare. Ma quanto è contagioso? Invidio i paesi del nord Europa, dove la materia "musica" è una cosa seria e non è lasciata a margine del piano di lavoro dei bambini. Quanto aiuta nella vita cantare? Tantissimo. Io quando sono nati i miei bambini cantavo. Addormentato metà del mio corpo dall'anestesia spinale, in attesa di vedere i miei piccoli, mi ritrovavo a cantare, per non pensare. Con l'Uno mi è uscita "Ci son due coccodrilli", mi concentravo sulle parole e cacciavo via la paura. Col Tre ho di nuovo ripreso quella canzoncina che mi accompagna fin da bambina e l'anestesista cantava con me ed essendo che al terzo la paura non va via, ma aumenta, dei pezzi non me li ricordavo (!!) e lui mi precedeva. 
Durante lo spettacolo il Due su Spicchio di Luna s'è addormentato. Beh, che dire... io una ninna-nanna così bella era tanto che non la ascoltavo.

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