Partendo da questa idea il sito Fastcompany ha pubblicato un tentativo semi-serio di spiegare cosa sia Internet a Oliver Twist, il ragazzino orfano protagonista del secondo romanzo di Charles Dickens.
Un ipotetico uomo dei nostri giorni parla a Oliver di una “libreria infinita” composta da una serie di piccole macchine collegate tra di loro, di un “telegrafo con suoni e immagini” che permette alle persone di comunicare anche se sono lontane e di una “rete di tubi” che, come le strade, serve a trasportare informazioni.
Il ragazzo capisce anche troppo bene: “Con Internet si può parlare con chiunque senza andare a casa sua, comprare oggetti senza andare al negozio e ascoltare musica senza dover entrare in un pub. Non sembra tanto uno strumento che mette le persone in connessione tra loro, quanto qualcosa che le isola dal mondo”.