Spiegare non è Comprendere : quando i pregiudizi inquinano il nostro modo di pensare.

Creato il 24 settembre 2014 da Cibal @CiroBalzano26

 

<È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio>

È accaduto spesso, davvero spesso, che mi trovassi, con la mia profonda compiacenza, in discussioni spesso impostate sulla forma del ragionamento mentale, su quel meccanismo che sta dietro ad ogni dibattito ed ad ogni confronto verbale e probabilmente anche dietro alle scelte degli esseri umani. La nostra società è attraversata da un immensa mole di fenomeni che si prestano a mille interpretazioni, che siano specifiche o superficiali ci si imbatte sempre nella valle dei giudizi, che dipendono molto spesso da una cattiva costruzione dell’intera impostazione del nostro pensiero, oppure dal cattivo utilizzo delle categorie da cui attingiamo le nostre opinioni.
Nell’immaginario comune è diffusa la concezione che l’opinione personale sia una costruzione professionale riguardo a ciò che ci circonda, ma nello specifico, ragionare su ciò che ci circonda, valutando in modo approfondito ogni caratteristica del fenomeno sotto la nostra analisi, è praticamente impossibile. Il giudizio affrettato, infatti, è il risultato di una cattiva analisi di quel fenomeno.
I giudizi affrettati, spesso anche definiti come “pregiudizi”, come opinioni erronee, frutto di una cattiva valutazione dell’evento, non nascono nella modernità ma sono protagonisti della società umana da tempo immemore.
Potrei fare numerosi esempi di ragionamenti affrettati, dove le categorie considerate, incrociate nel modo errato, hanno portato a risultati distorti, specie in quello che viene definito “senso comune”. Episodi di violenza con protagonisti individui di colore oppure nel caso eminentemente italiano, individui meridionali. La persona di campagna rispetto alla persona di città, chi vive in una città (sempre secondo l’errato incrocio delle categorie) malfamata rispetto ad un’altra città che non ha quella connotazione.

Ecco…La prima cosa da fare è analizzare il “senso comune” e, partendo dalla sua definizione, differenziarlo dall’analisi ragionevole attraverso l’incrocio delle categorie (impossibile valutarle tutte come prima ricordavo, n.d.a) relative ad un fenomeno sociale.
Max Weber, in relazione ai fenomeni sociali parlava di Comprensione, un processo che deve essere strutturato prima del processo di Spiegazione, cosa che, a rigor di logica non avviene nel “senso comune”.
Proprio per la “normale” tagliola della Comprensione che nel “senso comune” si passa subito alla Spiegazione. Quindi il senso comune non è nient’altro che l’insieme delle opinioni, delle osservazioni, del sentire che si organizzano subito dopo il verificarsi di un evento. È proprio nella loro strutturazione rapida l’errore di fondo, cioè la voglia di spiegare rapidamente quel dato fenomeno, tralasciando tutti i fattori che, di fatti, hanno fatto sì che quel fenomeno si potesse verificare.
Quindi al “senso comune” manca un passaggio, manca il processo della Comprensione, fondamentale per chi ci accinge a spiegare un dato fenomeno, ed è proprio per questo che il “senso comune” si costituisce velocemente e con altrettanta velocità può essere scardinato, semplicemente facendo ricorso alla Comprensione e quindi non incrociando categorie giuste nel modo sbagliato.
Cercherò di farvi un esempio che può rendere più semplice la comprensione dell’argomento. In genere quando si parla di associazione spuria, si fa sempre riferimento all’esempio delle rondini\cicogne ed i matrimoni. Ora l’associazione spuria è un’associazione posta tra due elementi in modo sbagliato che difatti non fa altro che inquinare il risultato di ogni analisi.
In una cittadina di campagna, in un particolare periodo dell’anno, le statistiche rilevate ci dicono che i matrimoni aumentano rispetto alla media, allo stesso modo, le nidificazioni degli uccelli sembrano essere più frequenti. Questo cosa vuol dire? Una banale associazione, cioè un’associazione superficiale e quindi spuria, ci porterebbe a dire che all’aumentare della nidificazione aumenta, di rimando, anche il numero dei matrimoni, e viceversa, in quel dato periodo dell’anno. Possiamo essere sicuri di questo risultato? Per i numeri si certamente, perchè in effetti all’aumentare dell’uno, aumenta anche l’altro elemento preso in considerazione però ci siamo dimenticati una cosa fondamentale per la nostra analisi, cioè non abbiamo considerato le categorie a cui questi elementi appartengono e non abbiamo considerato che una certezza dal punto di vista statistico(numerica) non comporta una conseguenza sul piano causale(causa-effetto). Questo succede quando ci si trova dinanzi ad un fenomeno, sociale e non, e non ci si arma del processo di Comprensione, e quindi si associano elementi, in un’associazione che di logico ha ben poco.
Considerato tutto questo, nel “senso comune”, si aggiunge un’ulteriore elemento che aggrava il sistema di opinioni di riferimento. L’aggravante è data dal sistema di credenze tradizionali condiviso, che in alcuni contesti, risulta essere quel muro strutturale al normale iter metodologico della nostra mente che non riesce, nonostante questa ed altre considerazioni, ad andare oltre ed utilizzare così il processo di Comprensione.
Il discorso è davvero complicato e molto ampio e non è per niente semplice sintetizzare ciò che sono le differenze tra “senso comune” e costruzione adeguata delle categorie mentali nell’analisi dei fenomeni umani ma contemporaneamente con pazienza e lasciandosi influenzare dalla voglia di andare oltre le barriere della superificialità, è possibile snodare l’intricata matassa dei pregiudizi, che hanno sempre inquinato e continuano ad inquinare il bagaglio ideologico di ogni essere umano.

Cibal


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