Spifferi Assordanti – Sicurezza all’italiana

Creato il 12 agosto 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Fin dall’inizio della missione del contingente alleati in Afghanistan per sconfiggere i Talebani e Al Qaeda, è aleggiato uno strano presentimento sulle truppe italiane. Sarà perché è un’abitudine abbastanza in voga qui da noi, sarà perché in fondo è il modo più semplice per stare tranquilli, fatto sta che l’esercito italiano è sempre stato circondato da voci di tangenti: mazzette pagate ai signori della guerra per evitare agguati.

Una tesi che sembrerebbe essere confermata dallo scarso numero di vittime subite dal 2004 al 2009: solo sei. Dopo l’attentato che dilaniò due lince nel settembre di quell’anno, è iniziata un’escalation di violenze che ha causato 24 vittime.

Le tangenti possono pure sembrare un’arguta autodifesa, tuttavia danneggiano pesantemente sia l’immagine dei combattenti, considerati molto disponibili a scendere a patti, sia la strategia complessiva dell’offensiva occidentale. 

L’ipotesi corruttiva è avvallata dalla sollecitazione con cui George W. Bush e l’ambasciatore Ronald Spogli invitano Berlusconi a occuparsi del problema. Nei recenti cabli scoperti da WikiLeaks e donati all’Espresso, emergono quattro richiami tra il 2008 e il 2009.

Il primo risale all’aprile 2008 e il legato USA commenta la situazione alla vigilia delle elezioni, valutando l’impegno dei duellanti:

Sia Berlusconi che Veltroni saranno riluttanti ad esporre i soldati italiani a rischi più grandi. Faremo pressioni perché le truppe assumano un atteggiamento più attivo contro gli insorti. Daremo anche un forte segnale opponendoci all’abitudine del passato di pagare denaro per ottenere protezione e negoziare riscatti per la liberazione di persone rapite.

Berlusconi vince le elezioni e incontra Spogli per pianificare un incontro con Bush. Nell’incontro Spogli si sbottona e riferisce alla Casa Bianca:

L’ambasciatore ha detto a Berlusconi che continuiamo a ricevere fastidiosi resoconti sugli italiani che pagano i signori della guerra locali e altri combattenti. Berlusconi si è detto d’accordo che ciò vada fermato.

Nel giugno 2008, il presidente statunitense domanda di persona al premier italiano di smetterla di foraggiare i fondamentalisti, avvertimento che non ha portato a nulla di concreto, nonostante le promesse di Berlusconi.

Così Spogli nel suo successivo rapporto calca la mano:

Disgraziatamente, l’importanza del contributo è messa a repentaglio dalla crescente reputazione negativa degli italiani che evitano i combattimenti, pagano riscatti e denaro per ottenere protezione. Questa reputazione è basata in parte su voci, in parte su informazioni dell’intelligence che non siamo stati capaci di verificare completamente.

Vero o no, resta il fatto che gli italiani hanno perso 12 soldati in Afghanistan (meno di gran parte degli alleati con responsabilità simili. La maggioranza degli scontri nella zona affidata all’Italia sono stati condotti dalle forze americane o dell’esercito di Kabul. Le indicazione che abbiamo ricevuto dal quartiere generale della Nato suggeriscono che questo comportamento potrebbe provocare tensioni tra gli alleati.

Ho già fatto presente la questione a Berlusconi. Lui mi ha assicurato di non saperne nulla e che l’avrebbe fermata se ne avesse trovato le prove.

Spogli, inoltre, raccomanda a Bush di rendere chiaro a Berlusconi come la traballante reputazione dell’Italia, anche se fosse immeritata, stia mettendo a rischio la sua credibilità nella coalizione. Cosa ancora più grave, se ci fosse un fondamento a queste accuse, il comportamento italiano starebbe mettendo in pericolo le truppe degli alleati.

La questione pare saldata nell’estate del 2009 con la prima grande offensiva della Folgore. Un paio di mesi dopo, la prima grave imboscata subita.

Secondo L’Espresso, gli italiani hanno pagato più volte i capi locali nell’area di Kabul. I fondi sarebbero stati gestiti dal Sismi di Pollari e le operazioni coperte avrebbe avuto la causale “attività di informazioni e sicurezza della Presidenza del Consiglio dei ministri”. L’ammontare sarebbe di circa 23 milioni. I pagamenti sarebbero proseguiti anche durante il breve governo Prodi.


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