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Spike Jonze approda al Festival e porta con sé Her, la sua ultima fatica

Creato il 12 novembre 2013 da Molipier @pier78
Spike Jonze approda al Festival e porta con sé Her, la sua ultima fatica Sara Peluso Sara Peluso vedi altri articoli 12 novembre 2013 15:46 7 Flares Filament.io Made with Flare More Info'> 7 Flares ×

Uno dei registi più innovativi del nuovo cinema americano si racconta al pubblico in un incontro veramente intimo e speciale

Spike Jonze se lo incontrassi per strada non solo passerebbe assolutamente inosservato, ma farei fatica a ricordare i suoi tratti somatici; nel suo anonimato, sembra un ragazzo un po’ invecchiato, ancora con le sneakers ai piedi e nessuna intenzione di crescere o affermarsi nella società.

Eppure il suo cinema, i suoi videoclip, in generale tutto ciò che tocca è incredibilmente carismatico, ricco di significato che sembra un paradosso che dietro tutto ci sia lui, incapace nonostante una gentilezza e una disponibilità innata di  rispondere a domande riguardo i suoi film e i suoi lavori, quasi come se la sua creatività fosse così immediata e spontanea come quella di un bambino, che è difficile ragionarci sopra a posteriori.

E’ stato molto interessante quindi assistere all’incontro-intervista con Spike Jonze venuto a presentare al Festival del cinema di Roma il suo ultimo lavoro Her e a parlarci un po’ di lui, della sua originalissima visione del mondo che traspare dai suoi film , di ciò che gli passa per la testa quando partorisce idee così innovative sia dal punto di vista stilistico che dal punto di vista della storia. Come fa Spike Jonze ad inventarsi una storia come quella di Her?

Non c’è una risposta secca ovviamente, quello che possiamo intuire dalle sue parole e anche dalla visione del film è che Jonze riesce a guardare il mondo con gli occhi di un bambino, con gli occhi di qualcuno che ha ancora la capacità di stupirsi e lo fa continuamente. Credo che Roma e il Festival quest’ anno siano stati veramente fortunati ad avere in anteprima mondiale Her, un film che uscirà nel 2014, un film che cambierà qualcosa nella storia del cinema contemporaneo sia nel bene che nel male.

Se l’amore e le relazioni umane sono i temi portanti del film, Spike Jonze ci proietta in un mondo futuro e più che mai possibile  e realistico, in cui gli uomini alienati e più soli rispetto al passato riescono a provare dei sentimenti e ad affezionarsi ad intelligenze artificiali sempre più simili a noi.

Potrebbe sembrare assurdo che Theodore -Joaquin Phoenix- dopo un divorzio doloroso si innamori di Samantha – doppiata da Scarlet Johanson-  un programma inventato sulla base della personalità umana capace di formulare pensieri e provare sentimenti. Invece nonostante il paradosso il regista crea un’ intimità così profonda e realistica tra i due che il fatto che lei non abbia un corpo riesce a passare in secondo piano.

Il mondo che ci dipinge Jonze è lontano ancora da noi, ma non così tanto infondo se pensiamo che tantissime persone cercano l’amore nelle chat e hanno già sostituito i rapporti reali con rapporti cibernetici per svariati motivi. Non credo che il regista volesse compiere una denuncia sociale sui nostri tempi e ne tantomeno metterci davanti al futuro inquietante che c’aspetta, credo che infondo volesse solo parlarci di come l’amore e le relazioni tra esseri viventi siano complicate se le viviamo nel profondo; ed è stato sempre così,lo è adesso e lo sarà sempre perché fa parte della nostra natura.

Il Festival come previsto, ci sta regalando dei film interessanti, di cui si parlerà molto e che in qualche modo riescono a scuotere il pubblico e a portare in Italia registi all’avanguardia e visionari come Spike Jonze, che è riuscito nel suo anonimato a trasmetterci il suo enorme carisma.

Spike Jonze approda al Festival e porta con sé Her, la sua ultima fatica

Profilo di Sara Peluso

Ho 23 e vivo a Roma anche se sogno di vedere il mondo. Curiosa come pochi non mi faccio mai i fatti miei. Scrivo di tutto ciò che mi circonda, che mi piaccia o no.

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