Ad essere sincero appena ho sentito parlare di Spinfly ho avuto una reazione molto scettica… ho pensato che non mi sembrava una gran novità, né una grande idea.
Parlando con Jacopo abbiamo pensato alla “Fusion” di Luciano Cerchi oppure all’opposto a quei balcanici che lanciano streamer da 20 grammi usando solo backing e finale 0.30, canna da mosca ma lancio a spinning. Ma ha davvero senso lo Spinfly?
Però dietro questa parola “Spinfly” c’era un grande nome, il nostro Roberto Cazzola, quindi abbiamo voluto approfondire l’argomento e capire meglio cosa ci fosse di nuovo e se fosse davvero interessante. E poi: come cavolo si fa a lanciare una mosca secca a 15 metri con una canna da spinning?
Ieri sera alla pizzeria “Piccola Ischia” a Milano l’Anonima Cucchiaino ha finalmente conosciuto di persona il grandissimo Roberto.
Le pizze non erano ancora a metà che sul tavolo è iniziata una vera e propria “schiusa” di mosche da Spinfly, il maestro ha iniziato a mostrarci le sue creature autocostruite: c’erano sì dei piccoli minnow, alcuni streamer, libellule, stupendi vermi in legno e in sferette di vetro, ma soprattutto alcuni grandi classici della mosca secca rivisitati in chiave Spinfly!
Attorno a noi persino una tavolata di teenager si è interessata a quegli insetti così vivi sul tavolo… in particolare le ragazze hanno tremato alla vista di “Fukushima Spider”!
Il segreto è svelato: creare mosche secche (dry file) di proporzioni da Fly Fishing ma bilanciando pesi e materiali in modo che pesino un pochino di più: da 0.20 grammi a massimo 2gr! (D.B.S. – Dryfly Balance System). Per fare questo servono piccole porzioni di piombo compensate dal Foam o dall’Eva, oppure ali in legno, così come sferette di galleggiamento in legno e non solo in espanso… ma questi, seguendo l’insegnamento di Cazzola, non devono essere limiti o dictat: solo spunti per creare e inventare esche sempre nuove! Fino a poco tempo fa persino lui riusciva a creare e lanciare solo mosche secche con ami fino al 10 o 12, adesso è arrivato a farne alcune montate su amo 16 e le lancia a 10 metri… com’è possibile?
Sveliamo quindi l’altro punto chiave: il nano-filo! Senza il nano-filo probabilmente lo Spinfly avrebbe applicazioni molto limitate… il nano-filo è apparentemente un monofilo sottilissimo, composto in realtà da un numero impressionante di filamenti che ne aumentano la resistenza, così possiamo imbobinare un’impressionante 0,02 con carico di rottura intorno al chilo per lanciare le mosche più leggere, oppure uno 0,04 o 0,06 con carico fino a tre chili per le mosche da 1 o 2 grammi! Questi nuovi fili sono impressionanti, sono dei capelli che però hanno una eccezionale tenuta. Valgono i nodi tradizionali, magari doppiando il filo.
Un lancio dipende in buona parte anche da canna e mulinello, se avete un po’ di esperienza avete già capito la canna ideale: abbastanza lunga (diciamo 240) con un cimino (magari pieno) molto reattivo e velocissimo ed il resto del fusto progressivo e parabolico fino al tallone. Questo per “sparare” il minimo peso con la punta e invece assorbire la potenza dei pesci con morbidezza ed elasticità su tutto il fusto centrale (magari cavo), proprio come farebbe una canna da mosca, garantendo una “frizione” strutturale a protezione del minimo diametro del filo montato sul mulinello. Quest’ultimo sarà un 1000 o massimo un 2000 leggero, possibilmente a “bocca larga”, bobina larga, per guadagnare ancora qualcosa in gittata e nella conservazione del capello…ops, pardon, del filo!
Ecco come cavolo si lancia un’imitazione da meno di un grammo a 15 metri. In futuro magari, con qualche nuova idea e qualche nuovo materiale si farà anche meglio…
Intanto la pizza è finita ed è finito anche il secondo giro di amari!
Allora la voglia di mettere in pratica tutta questa teoria è incontenibile, quindi come tre pazzi cerchiamo un marciapiede illuminato e montiamo la canna…
Prodigio! Una falena diurna dalle ali di legno vola a più di 15 metri davanti a noi con una ragionevole precisione di lancio (in assenza di vento). Proviamo anche io e Jacopo sia con lanci normali sia con un paio di lanci a catapulta…. eccezionale.
Non resta che immaginarsi la gioia della passata a galla, della mangiata e l’emozione del recupero iper-sportivo con frizione delicata e canna inginocchiata…
Ecco, abbiamo risposto alla prima domanda: lo Spinfly ha senso!
Ha senso perché è senza dubbio molto divertente e molto sportivo, perché per uno spinner-man accanito è complementare a tutte le altre tecniche di spinning, mentre ad un moschista irriducibile offre la possibilità di pescare con una tecnica “prossima” in certi aspetti alla mosca in ambienti dove la mosca sarebbe impossibile (penso a certi torrenti tra la fitta boscaglia)!
Non resta che provarlo al più presto e divertirsi a prendere i pesci, anche se la parte più ardua sarà la costruzione degli artificiali ben bilanciati, il resto dell’attrezzatura si può reperire facilmente.
Roberto ci mostra ancora qualche sua creazione: artificiali di ogni sorta per ogni pesca! Il mitico slow-propeller, strani minnow, meravigliosi passerotti per predatori eccentrici… fa tutto parte del suo mondo, il mondo di un grande innovatore della pesca, una grande persona capace di sognare e far sognare, divulgando così quel modo di pescare che, al di là della tecnica scelta, è una splendida filosofia di vita.