Una sorta di staffetta del genere, quindi, nella quale il primo episodio – Nati Liberi – è affidato a Brandon Mull, autore della serie Fablehaven, e la seconda, in uscita a Maggio 2015 sempre per il marchio editoriale Il Castoro, porterà la firma di Maggie Stiefvater.
Il compito di questo libro iniziale è quello di tracciare le atmosfere e la cornice del racconto, insieme a quello di introdurre e caratterizzare i personaggi principali. L’impianto è abbastanza classico e segue i dettami del fantasy, con tanto di cartina nei risguardi iniziali a delineare la geografia del mondo narrato e a segnarne ed evidenziarne i luoghi principali.
Siamo nell’Erdas, che rassomiglia molto alla nostra Terra per numero, disposizione e caratteristiche relative ai continenti, e per quattro ragazzi, sconosciuti tra loro, il destino è in procinto di cambiare.
Conosciamo infatti i protagonisti – due femmine e due maschi – nel momento in cui si accingono a sorbire il Nettare nella cerimonia di iniziazione all’età adulta quando, come è tradizione, si può scoprire se un giovane è o meno uno degli eletti in grado di richiamare a sé uno spirito animale, una bestia che per tutto il resto della vita gli camminerà accanto donandogli forze e capacità speciali.
I ragazzi provengono dai quattro angoli della carta geografica e non possono essere più diversi tra loro: il figlio di un pastore, la primogenita di un gran generale, un orfano e una fanciulla sempre vissuta in un villaggio nella giungla, ma ciascuno, pur contro le più comuni previsioni, riesce a richiamare a sé un animale. E non uno qualunque! Tutti e quattro gli esemplari apparsi – un lupo, un leopardo, un’aquila e un panda – appartengono alla stirpe dei leggendari, sono i quattro Grandi Caduti, gli spiriti che, narra la Storia, morirono durante la guerra, combattuta secoli prima, contro Il Divoratore.
Perché sono tornati? Forse perché i segni di guerra che giungono dal sud dell’Erdas paiono annunciare che il lungo periodo di pace volge al termine e che presenze oscure, delle quali non si conosce volto e nome, stanno riemergendo dal passato…
Si rende quindi necessario che i Mantelli Verdi, la setta di guerrieri che unisce tutti coloro che possiedono uno spirito animale, preparino una missione di salvezza.
Conor, Abeke, Meilin e Rollan si trovano catapultati in un’avventura inaspettata e rischiosa, reclutati in gran fretta e addestrati, chiamati a familiarizzare con i propri spiriti animali per scoprirne le capacità nascoste, tra dubbi e timori, sentendosi caricati di aspettative esaltanti ma anche pesanti e perfino con qualche dubbio riguardo alla parte giusta dalla quale stare (a mio parere risolti in maniera un po’ troppo spicciola)
Come in molti fantasy è presente il tema della lotta tra il Bene e il Male, intesi come forze assolute, e della nascita e l’evoluzione di uno o più eroi – che in apparenza, o almeno in origine, ben poco hanno di eroico.
La cornice è globale: in pericolo è tutto il mondo conosciuto e il mezzo per porre rimedio ad una distruzione passa attraverso l’iniziazione e la crescita dei protagonisti, coadiuvata dall’elemento magico, che qui è rappresentato dagli animali. Questi infatti, oltre che di forza e ferinità, si fanno portatori della memoria delle gesta passate e quindi fanno sì che la vicenda si inquadri nei termini della leggenda e del mito.
Ma le bestie, che con i propri umani di riferimento devono entrare in contatto e sintonia, diventano anche anello di catena di un’amicizia, si fanno guida, compagni che offrono le loro peculiarità di specie per aiutare i ragazzi ad affrontare la crescita e la formazione, non solo quella da guerrieri ma anche quella da esseri umani.
Ammetto che, nonostante l’idea di fondo sia interessante, lo sviluppo di questo primo capitolo non ha suscitato il mio entusiasmo, probabilmente perché avrei desiderato una spinta più originale.
Alla lettura il testo si snoda agevole, piano, con un struttura di alternanza tra i vari protagonisti – che vengono posti a fuoco a capitoli alterni – piuttosto ordinata e non molto mossa. In alcuni passaggi, ancora, lo sviluppo è prevedibile e la trama priva di veri ed emozionanti colpi di scena, per quanto rimanga avventurosa. Anche la caratterizzazione dei personaggi, per quando presente, resta un poco piatta su modelli che possono apparire preconfezionati o scontati.
Ho immaginato comunque che la funzione di questa avventura iniziale fosse più quella di inquadrare che quella di sviluppare. Aspetto quindi, viste anche le firme in gioco, le evoluzioni dei prossimi libri, sperando che si tratti di operazione d’ispirazione e non dalle mire troppo commerciali.
Qui si può visitare il sito ufficiale di Spirit Animals. Curiosità e booktrailers ci piacciono, i consigli per gli insegnanti un po’ meno…
(Età consigliata: da 9 anni)
Se il libro ti piace, puoi comprarlo qui Nati liberi. Spirit animals