Simona ci racconta la presentazione di “C’era una vodka” di Sapo Matteucci, nel quale compare anche la nostra Villa Petriolo.
“Sabato scorso sono andata alla presentazione del libro “C’era una vodka”, dell’amico Sapo Matteucci. La cupola della chiesa del Cestello era avvolta da nuvole rosate, di tonalità appena più chiare di quelle degli arredi dell’Harry’s Bar, locale fiorentino dal fascino retrò dove Carlo Pallavicino e Sandro Veronesi hanno presentato questa sofisticata e divertente ‘Educazione spirituale da 0° a 60°. Una fenomenologia dello spirito per tutti: gli spiritosi, gli spiritati, gli spiriti magni, gli spiriti divini. Per chi pensa che l'alcool non è certo terapeutico, ma senza sarebbe anche peggio’.
Chi come me ha letto con gusto il precedente “Q.B. La cucina quanto basta” apprezzerà l’ intreccio sapiente di ricordi e drink, condito con fine e colta ironia, una sorta di educazione sentimentale dell’alcool che passa attraverso diverse età, momenti di vita e gradazioni.
Ringrazio Sapo anche a nome di mia sorella per aver inserito Villa Petriolo fra gli iperluoghi, nella sezione dedicata agli spiriti divini (e il barman dell’Harry’s bar per il Martini cocktail, che pur non essendo il mio preferito, era sapientemente dosato e originale nel bicchierino ice cold ).
Villa Petriolo: Chianti Rosae Mnemosis 2006, Chianti Petriolo 2007
‘In una zona incantata, fuori dall’intricato reticolo Fucecchio-Empoli- Cerreto Guidi, le belle sorelle Maestrelli abitano una magione a metà fra la villa e la casa colonica toscana. Anche questo un iperluogo tarato sul lavoro agricolo del vino e dell’olio, permeato dall’eleganza ormai spontanea delle forme toscane, in cui natura naturans e natura picta ormai si confondono, dando luogo a quell’unico genius loci che incanta il mondo intero. Siamo in una terra, quella di Cerreto Guidi, che produceva un tempo vini effimeri ma aggraziati, come il volo delle farfalle. (….)Oggi questo vino di trame labili ma molto piacevoli – come quelle degli acquarellisti del Grand Tour - non si trova più, però si trovano vini rigorosi quali il Rosae MnemoSis, Chianti di solo Sangiovese che non conosce barrique, premiato l’anno scorso per l’originalità espressiva. Un vino in qualche modo antico ma intenso, coi tannini ben governati. Il Chianti (90% Sangiovese, 10% Colorino) per così dire base, ha invece un rapporto prezzo qualità ancora migliore ed è un vino magistralmente misurato, che non conosce asprezze, eppure molto vitale.’”