Spiriti e apparizioni senza velo: l’ultraterreno

Creato il 02 agosto 2011 da Yellowflate @yellowflate

Molti di noi si domando se veramente esistono gli spiriti e, qualora fosse accertata la loro presenza, quale sia la causa  delle loro apparizioni.

Secondo molti spiritisti le apparizioni degli spiriti sono dovute alla volontà di un defunto che viene a testimoniare la sua sopravvivenza. Difatti per loro l’uomo sarebbe composto essenzialmente di tre elementi: corpo, che si disintegra dopo la morte; spirito, fonte della intelligenza e della volontà, che è immortale, e prespirito, o corpo spirituale, un organismo fluido formato di una materia quintessenziata e cioè intermedia tra la materia propriamente detta e lo spirito. Esso servirebbe, in qualche modo, come protezione e come strumento dello spirito e sopravviverebbe più o meno a lungo dopo la morte ed è proprio grazie a questo che il defunto potrebbe manifestarsi fisicamente. Il perispirito di un morto inquieto, oltraggiato o pentito, produrrebbe tutti i fenomeni che si osservano nelle case frequentate dagli spiriti; per calmarlo sarebbe sufficiente interrogarlo con deferenza, domandandogli cosa lo sconvolga e come si può aiutarlo. Dopo essersi conformati alle sue esigenze, i fenomeni cesserebbero spontaneamente. Sta di fatto che agendo così i fenomeni in genere scompaiono.

Altri spiritisti, tra cui Myres e Bozzano, non chiamano in causa il perospirito, ammettono invece che le apparizioni sono provocate da un impulso telepatico dovuto ad un defunto, che genererebbe, tramite un medium, percezioni di ordine allucinatorio, o fenomeni oggettivi. Gli occultisti e i teosofi formulano un’ipotesi più complessa. Secondo loro, nell’Universo esisterebbero sette zone o piani che si compenetrano a vicenda: il piano fisico, cioè il nostro mondo abituale; il piano astrale o emozionale, cioè quello in cui ci spostiamo nel sonno o anche dopo ciò che chiamiamo morte; il piano mentale, cioè quello del pensiero; infine esistono quattro piani,sempre più sottili, tra cui il buddico e il nirvanico.

L’uomo possiederebbe diversi corpi o veicoli corrispondenti ai diversi piani; il corpo fisico denso e visibile, dotato di una copia eterea che assorbe la vitalità solare; il corpo astrale o emozionale, strumento delle emozioni, dei desideri, delle passioni, che elaborerebbe le sensazioni poi sentite dal corpo; il corpo mentale, che produrrebbe il pensiero espresso dal cervello; il corpo causale, chiamato anche anima o ego. Il corpo fisico è mortale, i corpi astrale e mentale durerebbero solo per un’incarnazione, mentre il corpo causale sarebbe invece immortale e persisterebbe attraverso tutte le incarnazioni, trasmettendo alle personalità successive tutte le capacità e le qualità acquisite nelle incarnazioni precedenti.

Se questi corpi astrale, mentale, e causale, vengono considerati come mediatori fisici, l’ipotesi si può difficilmente sostenere dal punto di vista scientifico. Se invece li si paragona a centri di forze, essa diviene plausibile.Il piano astrale sarebbe il luogo, non solo, dove si evolverebbero quelli che noi chiamiamo morti, non ancora liberati dalle loro illusioni terrestri, ma anche tutti gli involucri psichici abbandonati dagli spiriti nel passaggio ai piani superiori. Questi “residui” di anime, se possiamo così esprimerci, finirebbero a lungo andare per dissolversi e diffondersi con l’Universo, lottando contro questo momento finale e provocando i fenomeni in coerenti che osserviamo nelle case frequentate da spiriti. Inoltre il piano astrale possiederebbe individualità autonome, chiamate elementali che sarebbero sia esseri cosmici, sia pensieri più o meno tristi di origine umana. Questo strano popolo di entità, semicosciente e malizioso a seconda della natura, sarebbe all’origine degli scherzi burleschi così frequenti nelle case abitate da spiriti.

Ad ogni modo, qualunque sia la teoria che prendiamo in considerazione, i fenomeni psichici paranormali, come del resto tutti i fenomeni studiati dalla metapsichica, ci devono condurre ad accettare le cose così come sono, e a pensare che è ragionevole adattare la nostra intelligenza all’Universo e vano pretendere di adattare l’Universo alla nostra mente. Non rigettiamo dunque a priori questi fenomeni, riflettiamo piuttosto sull’infinità di tutto ciò che ignoriamo.

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