Ho casualmente abbracciato le attività dell’UNITALSI, con la scusa di fotografare alcuni loro momenti, ma più partecipavo alle varie attività che mi davano la possibilità ed il piacere di “raccontare” attraverso le foto, più mi soffermavo su quei sorrisi, su quella gioia che respiravo. Però il campo estivo 2015, è stata la spinta determinante a far si che io seguissi questa fantastica associazione di volontariato a LOURDES in occasione del pellegrinaggio nazionale. L’ho fatto da fotografo accreditato, è vero, ma forse anche una scommessa per me, per combattere contro i miei dubbi e vincere anche la mia emotività.
Salito su quel treno, si è azzerato tutto, trenta ore di viaggio pesano certamente, ma basta guardare quello che accade negli undici vagoni che lungo la strada ferrata man mano si riempiono, per ridere al tempo. Osservo bene, e cerco di fissare alcuni particolari che mi fanno anche pensare per qualche attimo di non essere preparato a tutto ciò , e forse avrei dovuto aspettare prima di decidere, ma il caso volle che su quel treno, io mi affacciassi alla soglia dei 53 anni, e fuori da internet, le due uniche telefonate di auguri arrivate dopo aver oltrepassato il confine con la Francia sono state proprio quelle di due “amici speciali” del campo estivo, e allora…veramente lì ho capito l’importanza di quel viaggio, e che sarebbe stato anche un bel compleanno. Prendo la fotocamera e comincio ad attraversare i vagoni , passo dalla cucina, dallo scompartimento dei medici volontari, dal minibar, scopro che vi è addirittura una piccola cappella dove soffermarsi e dove i sacerdoti presenti celebrano messa, con un audio diffusione artigianale ,che la fa arrivare in ogni scompartimento . E poi…..il “barellato” , il vagone più importante, dove viaggiano e riposano gli ammalati. Lì il dito sul pulsante di scatto, ha esitato per qualche attimo, prima di premere, ma ogni sorriso che giungeva da quei volti, era impagabile.
Quest’anno al pellegrinaggio vi erano anche tanti “Bambini in missione di pace” che forti delle parole di Papa Francesco ,”con i bambini non si scherza, hanno scelto proprio Lourdes per essere ambasciatori di questo messaggio, e per loro è stata creata una piccola Disneyland nella immensa prateria al di la del fiume.
Dove vi sono i bambini vi è gioia, e questa ha veramente contaminato tutti , sin dall’arrivo del treno in stazione con l’accoglienza a loro riservata. Un tripudio di colori e musiche che davano il benvenuto ai piccoli pellegrini. Tra la grotta di Massabielle e quel parco divertimenti, vi era comunque un legame speciale, e la loro presenza agli appuntamenti importanti del pellegrinaggio, davano ancora più gioia alla missione dell’UNITALSI. Tanti infatti erano i giovani facenti capo all’associazione che dedicavano il loro tempo all’animazione.
Centinaia di palloncini colorati sono andati ad incontrare il cielo, ognuno con attaccato al filo un bigliettino, con scritta una preghiera, che sicuramente sarà arrivata prima delle altre perché i bambini vanno sempre ascoltati.
Sono stati 5 giorni intensi, in cui mi sono passate davanti tante immagini che ho colto con la mia fotocamera, immagini anche forti ma coronate da tanti sorrisi disarmanti. E si… perché in quel luogo sorridere, è “voce del verbo nonostante tutto”, e quando incontri persone che con problemi veramente seri affrontano queste difficoltà sorridendo, allora ti guardi intorno e vedi il vero senso della vita.
Scende la notte, in quel luogo cala un religioso silenzio, quasi surreale, e davanti la grotta continua ininterrottamente il passaggio per toccare la roccia che trasuda acqua della fonte santa. C’è chi ripete questo rituale più di una volta, approfittando della coda d’attesa non lunga, ci son passato anche io, ed a quella roccia, sembriamo volerci aggrappare, come del resto ad ogni speranza consegnata a quella bella Signora vestita di bianco che ci guarda da qualche metro sopra di noi.
Nel piccolo paesino di Lourdes, è un continuo via vai di dame e barellieri dell’UNITALSI, che si alternano ai continui turni di servizio diurni e notturni, senza far apparire la stanchezza fisica, ma che trovano spazio per momenti di festa da dedicare ai loro “amici speciali” e perché i sorrisi si moltiplichino. Io da questo viaggio ho colto tanto, ma le migliori fotografie sono state scattate dal cuore passando dagli occhi. Ho visto la sofferenza, la carità e la solidarietà, anche quella inversa del signore sulla carrozzina che offriva dei soldi alla ragazza con le scarpe rovinate perché si comprasse delle nuove.
E poi..arriva il momento di ripartire, lasci li un pezzo di cuore, e il treno che si ricompone, viene salutato da chi resta. Sono i ragazzi che hanno scelto di svolgere il loro servizio civile proprio al Santuario. Scorgi diverse lacrime scendere dalle guance, di chi è alla prima esperienza, specie dai visini degli ultimi bimbi rimasti, che ancora indossano il cappellino colorato. Carrozza 10, la stessa che era colma dell’euforia 7 giorni fa, ora vede regnare il classico magone, si prevedono disagi per via dell’alluvione che ha colpito il sud della Francia, ma il tempo passerà comunque. Lo sfrutterò per scrivere e riordinare le immagini con cui ho tentato di fermarlo, ma l’emozione non ha ne voce, ne foto da commentare, e solo i miei occhi avrebbero potuto mandare in diretta alcuni particolari momenti, se solo fossero collegati al cuore di tanti.
Vedere ragazzi che nonostante le proprie “difficoltà” indossano quella felpa blu, e si danno da fare per gli altri, non è scena da vita quotidiana purtroppo, quindi conserverò a lungo tutto questo dentro di me, e non avrei mai creduto se non fossi andato in quel piccolo angolo di mondo ai piedi dei Pirenei. I veterani dicono che quando vai a Lourdes per la prima volta sicuramente ritornerai una seconda, forse anche per me sarà cosi, ma in tal caso, tra uno scatto ed un altro da tramandare nel tempo che ci sfugge, magari spingerò anche una carrozzina.