Sport estremi: l'invitata a nozze

Creato il 21 dicembre 2011 da Oggimordo @OggiMordo
Sono talmente in ritardo con il racconto delle mie vacanze, che ho deciso di saltare il post. In compenso voglio tediarvi con quello che è stato lo sport più praticato della mia estate: partecipare a matrimoni. Da maggio ad agosto ne ho sfangati 4. Ho maturato una discreta esperienza che posso spargere orbe terraqueo. Ecco quindi la mia piccola cronostoria-piccola guida alla sopravvivenza economico-emotiva ai matrimoni in batteria.
Premesso che a me i matrimoni piacciono, io adovo i matvimoni, dopo avere tenuto una più che accettabile media di uno all'anno, credo che un poker calato a tradimento possa far vacillare anche le più irriducibili fan, soprattutto se nessuno di questi è il tuo. Ormai anche la mia famiglia mi percula il sabato a pranzo. Mia madre a momenti soffoca dalle risate mentre mi guarda e mi dice che sono la prima ad avere avuto il moroso e l'ultima delle mie amiche a sposarsi, semmai lo farò.
La prima grande lezione che ho imparato è che non importa quanto sei preparata, la sfiga ti coglierà in ogni modo. Tipo che ti metti a dieta perché due matrimoni hanno la piscina e l'ordine di portare il costume, con conseguente ceretta totale, e poi fa freddo/piove. Tipo che non ti ammali mai, e invece ti capitano le peggio cose.
Ma bando alle ciance, ecco le 4 giornate di Oggi Mordo.
Maggio
Il primo matrimonio, il più atteso e il meglio preparato. La cugina, la prima dei cugini a sposarsi. Qui incontriamo la prima lezione: fai in modo che uno dei matrimoni sia di un parente, di modo che la famiglia paghi il regalo. Una spesa in meno, zac. Subito anche la seconda regola: se ti capita un'occasione, compratelo un dannato vestito per un matrimonio, anche se non ne hai in programma. Perché l'anno che nei hai 4 e un mutuo da pagare, o usi&lavi lo stesso (giammai!) oppure attingi all'armadio se sei stata saggia. Ho sfoggiato quindi il mio abito da cocktail di Missoni che da mesi attendeva nell'armadio, fiera come una lontra e ho comprato solo un golf-bolerino (graziesignoregrazie, come si vedrà poi) e per le scarpe ho adottato la terza regola: sempre avere un paio dal colore neutro e il tacco assassino. Nello specifico, queste.
Terminata la grande attesa, dopo preparativi che mi hanno impegnato tutti i sabati precedenti e incastri a puzzle nell'agenda, cambio lavoro e scopro che tutta la settimana precedente sono a Parigi, tornerò a casa solo il venerdì sera tardi, con matrimonio alle 11 del sabato mattina. Dico solo che la valigia per Parigi era per metà occupata dal reparto beauty pre-nuziale (scrub, peeling & co.). Tutta la mia trepidazione è stata ampiamente ripagata: a Parigi vengo colta dalla maledizione di montezuma e atterro a Milano con 39° di febbre e il peggior squarauz della mia vita. Mai visti così tanti bagni pubblici in trent'anni. Comunque sia, tornata al focolare domestico, mi imbottisco di antipiretici e Imodium e mi infilo a letto. La mattima dopo mi sveglio sfebbrata e senza bisogno di correre in bagno. Morale della favola: sono andata al matrimonio con le calze (non le metto neanche in inverno) e non ho tolto il sopracitato golf neanche alle due di pomeriggio. Infatti non ho foto senza.

Nonostante quello che sembra, sto bevendo succo di frutta (senza ghiaccio!). Non posso commentare il menù perché ho mangiato pochissimo. Il prosciutto crudo era buono, forse.
Non ho foto a figura intera, perché ero talmente debole che sono stata seduta il 97% del tempo. Completa il look la pettinatura che la mia parru ha definito (guardando l'opera compiuta) "Da tailandese in festa". Era un complimento? Sul lato che non si vede ho una decorazione di perle color corallo, che mio zio ha commentato così: "Perché hai il Presepe nei capelli?" A 14 anni gli avrei staccato la testa a morsi, quel giorno ho riso così tanto da stare male. Eh, signora mia, come si cambia. PERO' una invitata (per niente brilla, nonono) mi è venuta incontro dicendomi. "Bella, tu sei decisamente la meglio vestita, come si vede che lavori a Milano. E ora, tutti a mostrare le tette!"
Il matrimonio è stato molto divertente, in più mia sorella era reduce da un corso di fotografia e ha fatto a me e al Cavaliere Impavido delle belle foto, così dopo centordici anni che stiamo insieme abbiamo delle foto decenti che potremmo anche incorniciare, invece di sembrare due passanti lì per caso. Per una volta tanto nelle foto io sono venuta bene e sembro figah, di solito è un onore che spetta a lui. Queste foto saranno quindi stampate a gradezza naturale ed esposte al pubblico.
La perla della giornata la lascio alla fine.
Giugno
In questo caso siamo andati in trasferta insieme a un gruppetto di amici, per il matrimonio di un mio coetaneo, compagno di classe fino alle scuole medie che dalla Brianza alcolica si è fidanzato con una Umbra. Invito a sopresa, non vedevo lo sposo da almeno due anni.
A questo giro, la sfiga si abbatte su di me due settimane prima, con la peggiore infiammazione del tarso mai vista. Che cos'è il tarso? E' quell'osso sotto l'alluce su cui appoggia il piede quando avete i tacchi. Ecco. Al Pronto Soccorso (Pronto 'sticazzi) mi danno 10 giorni di stampelle. Ce la farà la nostra eroina? Ma chi mi ferma!
Il matrimonio inizia di venerdì sera, quando raggiungiamo la splendida città di Gubbio, che, come ci informa l'i-amico, è il set della serie Don Matteo. Ma tu guarda.
Sera uno: assistenza civile a branco di uomini con tasso alcolico superiore alle dita della mano. Uno lo perdiamo, fiduciosi che la mattina dopo si sarebbe presentato in qualche modo. Doveva pure leggere durante la cerimonia. Giorno due: visita turistica + casting dei 2 parrucchieri della zona. Città promossa a pieni voti (andateci), parrucchieri bocciati. Per fortuna sono dotata di tutta la strumentazione per parrucco professionale. Dopo pranzo io e Amica ci ritiriamo nelle segrete del castello-hotel per prepararci, mentre i rispettivi fidanzati ronfano beatamente. Abito: tuta nera di raso + pochette fuxia e scarpe oro. Quarta regola: comprare sempre un paio di scarpe improbabili a basso prezzo che vi facciano fare una porca figura porca. Come ho fatto con il piede? Antidolorifico precauzionale. Forte. Pettinatura: boccoli laterali. (no boccoli da Shirley Temple eh!) + orchidea nei capelli dello stesso colore della pochette. Piccola maniaca del colore che non sono altro. Altro dettaglio colore: manco a dirlo, sono la più pallida nel raggio di 150 chilometri, e me ne vanto.

Sì, questa volta è alcolico. State intuendo il tema fotografico?
Nessun evento degno di nota, tranne che fa un freddo cane causa vento, che appena finita la Messa mi sono messa in infradito e che gli sposi hanno impiegato due ore per fare i 5 chilometri dalla Chiesa al ristorante, causa pausa vomito. Due fottute ore in cui non ci hanmo dato gnente da bere nè da mangiare. Gnente.
Luglio
Ah, questo. Si sposano i nostri migliori amici, la coppia con cui usciamo sempre. Al Paesello è denominato "il Matrimonio Reale". A ogni città il suo. Per l'occasione mi faccio fare il vestito dalla sarta. Non pensate a qualcosa stile Regina di Inghilterra vestita da ape Maia, la mia sarta è una ganza. E ho speso 60€ tra stoffa e manodopera. Giorni di preparativi tra ricerca foto imbarazzanti, cartelli, cartelloni, scherzi, addii al nubilato, regali...un bailamme. Presa dalla foga, ho anche fatto una cosa che in ventionove anni non mi era mai successa: ho girato in mezzo al Paesello in ciabatte da casa. Si burleranno di me forevah?
La mattina del giorno fatidico ci svegliamo sotto un sole delicato. Talmente delicato che si ammala e muore. Inizia a piovere nel secondo esatto in cui esco per andare a casa della sposa alle 15. Mentre lei si fa le foto in casa, inizia il diluvio universale. Il Cavaliere Impavido, nel fare manovra, solleva un'onda anomala e mi fa le gambe a macchia di leopardo di fango. Una volta tanto, grazie che ho un vestito corto.
Come risolvo? Entro nella fontana della lavanderia della sposa e mi pulisco. Il vestito è salvo. Le scarpe? Sempre quelle, non si piegano, non si spezzano e non si macchiano. Devono essere marca BdC (Botta di Culo). La pioggia non dà tregua nemmeno all'ingresso della sposa. Il Paese si ammassa sul sagrato della chiesa. Un mio amico mi accoglie dicendo:" Ehi, ecco Oggi Mordo pettinata da gheisha!" La mia parru deve avere fatto una full immersion di Asian-style senza dirmelo. Altra lezione importante: NON sparate petali rossi su un abito da sposa bianco se piove. I petali di carta macchiano. La sposa è benevola, o forse dopata, perché non le importa. Dall'arrivo alla location della cena esce il sole (un sonoro vaffanculo da parte della sposa). Alcuni amici hanno organizzato un lancio di petali di fiori con elicottero. Gesù che bello! Il matrimonio è fanta-fantastico, la cena leggera, il vino ottimo. Un gruppo di pazzi suona per due ore ininterrotte e noi saltiamo come cavallette. Vi riassumo il concetto:

Il braccio peloso non è del Cavaliere Impavido, ci tiene a farlo sapere. Ho foto con chiunque e con i drink di chiunque. Finita la serata si va pure in discoteca! Naturalmente ho già mollato le scarpe da ore. Ho perso la voce. Ho guadagnato anni di vita e ricordi di amici in stato pietoso. Voto 11+. Come direbbe La Pina, un matrimonio paSSesco.
Agosto
Certo competere con il matrimonio precedente era dura, ma questo matrimonio aveva tutte le carte in regola per essere una bomba: in costiera amalfitana, con un sacco di Napoletani.
A onor del vero, la location è da favola, una chiesetta con vista Capri, al tramonto, poi ristorante a strapiombo e cena in riva al mare. La sfiga torna a farsi sentire: a metà cerimonia mi propongo nel mio pezzo migliore, il sangue da naso. Devo abbandonare la cerimonia in favore della fontanella sul sagrato. La cena è di alto livello, a base di pesce. Se solo quella cantantessa, molto brava non c'è che dire, abbassasse un po' il volume, sarebbe anche possibile parlare con gli altri commensali che non conosciamo.

Abito: foulard/tunica/comecazzosichiama comprato in saldo a prescindere dal matrimonio. Scarpa come sopra. Parrucco made by me. Sì, le ginocchia sono state tagliate dalla foto volontariamente.
E il giorno dopo, 11 ore di viaggio attraverso la Penisola per tornare al Paesello, e il giorno dopo ancora in ufficio. Una maratona.
Francamente, sono felice che, per ora, non che ne sia in programma neanche uno per l'anno prossimo.
Anche perché così posso avere tutto il tempo di metabolizzare le lezioni che ho imparato e copiarle fedelmente sui miei inviti. Seguirà post dettagliato.
Ah, stavo dimenticando la parte più importante!
HO PRESO IL BOUQUET:

Dove? Ovviamente al matrimonio di mia cugina, davanti a tutto il parentame.
A mia difesa, devo dire che mi ero messa nella solita posizione (di lato, in fondo, praticamente da un'altra parte), ma il mazzo di fiori si è materializzato tra le mie mani. Come si è scoperto poi, era telecomandato da mia madre, che non appena ha visto si è alzata in piedi, ha puntato il Cavalire Impavido, e ha gridato qualcosa come:"Oggi Mordo! Oggi Mordo! L' ha preso lei, l'ha preso lei!" Abbiamo dovuto sedarla.
Comunque, ho già telefonato a mia cugina per dirle che il bouquet era evidentemente rotto, perché dice che dovrei sposarmi entro un anno, ma sono passati 5 mesi e nulla si è mosso. Qualcuno sa dov'è il pulsante per attivarlo?