Fabio Fanuli – Foto di Michele Benda, fotografo ufficiale della Sir
di Francesco La Rosa
Oggi ho avuto il piacere di intervistare Fabio Fanuli, classe 1985, libero della Sir Safety Perugia, e di parlare con lui della sua carriera e della sua esperienza nella Sir.
C’è una partita o un determinato momento della tua carriera che ricordi in modo particolare?
Quando giocavo a Perugia, nel 2009, quarto di finale dei play off. Ero in panchina..facevo il secondo libero a Damiano Pippi. Durante una partita a Piacenza, ad un certo punto, i miei compagni mi hanno chiamato ed indicato il campo. Damiano, purtroppo, si era fatto male al ginocchio, quindi dovevo entrare e dare più che potessi. E’ stato un momento veramente emozionante che ha lasciato in me un bel ricordo.
Come mai la decisione di lasciare la pallacanestro per la pallavolo?
Nel ’96 è arrivata a Taranto una squadra di pallavolo di serie A2 che si allenava quell’estate a Grottaglie, il mio paese di origine. Andando a vedere gli allenamenti, sono rimasto molto affascinato. In quel momento, complice il fatto che mio padre era allenatore di una squadra di pallavolo, quindi da sempre mi ha inculcato questa passione, decisi di provare. Per un anno ho praticato entrambi gli sport. L’anno successivo feci la mia scelta di dedicarmi interamente alla pallavolo, iniziando a giocare col settore giovanile di questa squadra di Taranto.
Come ti sei sentito dopo aver giocato la prima partita di Champions?
L’ho vissuta come una qualunque partita. Ovviamente, come sempre, ce l’ho messa tutta per sfruttare al massimo le mie potenzialità, senza farmi influenzare dal fatto che fossi davanti a tanta gente e che,comunque, si trattasse di un impegno molto rilevante.
Con i tuoi colleghi vai d’accordo?
Mi trovo bene con tutto il gruppo sia dal punto di vista personale che professionale. Con i ragazzi della squadra che conosco da più tempo abbiamo condiviso dei momenti molto belli, quindi c’è un legame che si è rafforzato grazie alle esperienze che ci hanno accomunato finora.
Molti di loro sono attivissimi sui social e seguiti da tanti fan, tu appari meno sulla rete. Che ne pensi di questi strumenti di contatto con i tifosi?
Credo che i social network accorcino di molto le distanze tra giocatori e fan, ma, per quel che mi riguarda, io non sento l’esigenza di frequentarne uno.
Come è andata questa settimana? Ho saputo di allenamenti molto intensi.
Ci siamo preparati nel migliore dei modi per la partita di mercoledì col Tours. Sono stati tre giornate abbastanza piene, con doppie sedute. La mattina, in sala pesi, allenamento serrato, ma, dopo i primi due giorni, ciò mi ha portato a sentirmi più sciolto nei movimenti ed allenarmi sul parquet con ritrovata energia.
Ti aspettano due settimane importanti: il 19 novembre la trasferta in Francia, poi i match di Superlega con Ravenna e Piacenza ed, infine, la sfida in Belgio con il Noliko Maaseik, con che spirito affronterai queste giornate decisive per la storia della Sir?
Sicuramente ci aspettano giornate di fuoco, ma, secondo me, è fondamentale affrontare le sfide una alla volta. Adesso convogliamo le nostre energie sulla trasferta in Francia. Sarà una partita complicata. Il Tours la conosciamo, è una squadra che ha messo in difficoltà molti avversari, ma ci siamo preparati bene e sono convinto che saremo capaci di dare il massimo, sia tecnicamente che mentalmente. Poi, una volta tornati a Perugia, penseremo sulla prossima sfida.
Cosa vorresti fare da grande?
Ho dei sogni e alcune idee per il futuro, ma oggi il mio obiettivo è solo di far bene ciò a cui mi sto dedicando, quindi, per ora, mi concentro solo sulla pallavolo, che non considero un lavoro ma uno sport, un gioco che cerco di svolgere con la massima professionalità possibile.