Spotify: un modo per ascoltare musica gratis (e legalmente)

Creato il 17 giugno 2013 da Scimiazzurro

E’ ormai da moltissimo tempo che i tempi dell’incessante “file sharing” di musica, video, film e altre tipologie di file è terminato, ciò è stato dovuto sopratutto a grandissimi scontri che vi sono stati nei tribunali di tutto il mondo fra varie Major del mondo multimediale ed “ex” grandi colossi del P2P oramai “deceduti” sotto i pressanti attacchi legali.

Da ricordare, sono le battaglie legali che hanno dovuto fronteggiare Limewire, che fù costretto in poco tempo a chiudere i battenti, e The Pirate Bay, oramai non più raggiungibile da paesi.

Tuttavia, anche se soluzioni come eMule, Limewire e Kazaa sono morte e sepolte (per via della loro “illegalità”), oggi sono nate moltissime nuove alternative per poter ascoltare musica gratuitamente (e, finalmente, anche legalmente).

Fra queste, oggi, noi di Technologici ne abbiamo analizzata una in particolare che ultimamente sta spopolando molto fra il “popolo del Web”, ovvero Spotify.

Il primo “step” per avere Spotify consiste nell’andare sul suo sito ufficiale e registrare un account (richiede pochi e veloci dati da inserire ed è possibile effettuare la registrazione anche attraverso il proprio account Facebook) che vi permetterà di poter, in seguito, scaricare Spotify, che a sua volta al primo avvio vi richiederà email e password con il quale vi siete registrati precedentemente sul sito.

Ricordo inoltre che esistono 3 tipologie differenti di abbonamenti associabili all’account:

    • Free: abbonamento gratuito, permette l’ascolto di musica in qualità standard esclusivamente attraverso i PC e prevede l’aggiunta di qualche annuncio pubblicitario nel programma.
    • - Unlimited: al costo di 4,99€ al mese, vi permette l’ascolto ad alta qualità via PC senza alcuna pubblicità o interruzione all’interno del programma.
    • - Premium: quest’ultimo, al costo di 9,99€ al mese, oltre a ciò che già vi offre l’abbonamento Unlimited, aggiunge la possibilità di poter ascoltare la musica sul proprio smartphone tramite l’app di Spotify (presente su iOS, Android e Symbian).


Uno screenshot della Top List di Spotify per Mac OS

Dopo aver quindi scaricato ed installato Spotify, ci ritroveremo davanti ad un interfaccia come quella riportata di sopra: abbastanza pulita, poco confusionaria e facile da utilizzare.

Ritroviamo quindi nella parte in alto una comoda barra di ricerca attraverso il quale possiamo ricercare le canzoni che preferiamo, un menù per le “notifiche” ed infine un tasto che ci permette di esplorare e modificare le informazioni riguardanti il nostro account Spotify.

Scendendo, troviamo a destra una lista con le ultime attività delle persone che seguiamo (si, è possibile seguire i propri amici e qualsiasi altra persona sia registrata su Spotify, in perfetto stile Twitter), mentre a sinistra è presente la cosidetta “barra principale” dove ritroviamo tutte le varie voci e riferimenti alle varie funzioni del programma.

Agli occhi più attenti, non sarà inoltre sfuggita la possibilità di poter aggiungere a Spotify delle “app“: quest’ultime lavorano a stretto contatto col programma (ed, in particolare, con la sua libreria musicale) estendendo quindi le funzionalità del player (nello screenshot sopra è mostrata l’app “Top List“, già aggiunta di default in tutte le installazioni di Spotify, che permette di vedere le canzoni più ascoltate tramite il programma nel proprio paese).

Più “occultate” sono invece alcune funzioni “secondarie” di Spotify, che permettono di facilitare l’esperienza di ascolto, attraverso, ad esempio, l’utilissima funzione per mettere “in coda” le canzoni che vogliamo ascoltare subito dopo quella in riproduzione e la possibilità di inserire le proprie canzoni preferite in una playlist fatta ad-hoc per loro dal software.

Interessante è la funzione ricerca che ci permette di osservare com’è organizzata l’intera libreria musicale di Spotify, è possibile infatti ritrovare ciò che si desidera inserendo l’artista, l’album o il titolo stesso della canzone, il programma ordina la propria library in modo gerarchico: è possibile infatti ritrovare la pagina riguardante l’artista od un singolo suo album per poi arrivare alla canzone desiderata, proprio come fa attualmente Apple con il suo iTunes Store, ciò permette all’utente di risalire facilmente a tutta la musica che vuole ascoltare.


Una schermata di ricerca che visualizza i risultati derivati dalla parola “Coldplay”

Passiamo alla parte “social” di Spotify: come già detto in precedenza, possiamo seguire le persone che conosciamo su Spotify e vedere quindi cosa ascoltano e condividono con gli altri, ma la cosa non si limita solo agli amici, ma anche agli artisti, ognuno di loro (amici ed artisti), infatti, è fornito di un profilo che contiene varie informazioni sulla persona e sulle playlist che crea o ascolta.

È inoltre possibile inviare canzoni ai propri amici su Spotify, è infatti presente una voce nel menù “Inbox” che ci mostrerà tutti i messaggi/canzoni che abbiamo ricevuto e/o inviato: questa funzione permette di inviare anche playlist a singole persone (che magari potrebbero essere interessate ad un particolare singolo, album o genere musicale).


Uno screenshot della cartella Inbox di Spotify

In conclusione, possiamo dire che attualmente Spotify sia sicuramente uno dei miglior compromessi per poter ascoltare gratuitamente e con pochi “fastidi” per l’utente, per qualche persona potrebbe però risultare fastidiosa la presenza di alcuni intervalli pubblicitari che ogni tanto sono inseriti dal programma fra una canzone e l’altra, a mio parere, comunque, credo sia un buon “prezzo” per poter ascoltare così tanta musica, in modo assolutamente gratuito, inoltre, gli spacchi pubblicitari sono veramente saltuari e lunghi anche meno di un minuto.

Tuttavia, Spotify potrebbe non essere adatto ai veri “utenti audiofili” che vogliono ascoltare musica in altissima qualità, con un suono puro e meno compromesso possibile, inoltre, il software lacuna di alcune importanti funzioni come l’equalizzatore: non vi è infatti la possibilità di regolare il suono a seconda delle proprie casse ed esigenze, facendolo spesso risultare molto “piatto“.


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