Spqg – sono pazzi questi giornalisti

Da Trentinowine

Ricordate, un po' di tempo fa, era novembre: vi raccontai di essere stato intervistato da una nota rivista di settore. Su sollecitazione di un suo giornalista, peraltro. Non su mia iniziativa. Qualche giorno dopo vi anticipai anche anche le mie quattro risposte.
Poi me ne scordai, della rivista e anche dell'intervista. Oggi, però, in posta elettronica mi è arrivata la newsletter della nota e patinata rivista e mi è tornata in mente la storia dell'intervista, di cui non ho più saputo nulla.
Per curiosità, ho messaggiato il giornalista (che non conosco personalmente, ma di cui ho conservato il numero di cellulare), chiedendogli se l'intervista fosse stata pubblicata.
Questa è stata la sua risposta:

Mi è venuto da ridere.

Di famiglia nobile e conservatrice, il giovane Cosimo è costretto a seguire rigide regole di etichetta, che spesso non riesce a comprendere e a sopportare; è quindi spesso in lotta con il padre, severo e legato alle tradizioni, che lo vorrebbe vedere obbediente e rispettoso delle regole. Cosimo però è un ragazzo ribelle, e pur di non accettare passivamente una situazione che non gli piace, si rifugia sugli alberi, sperando così di sfuggire al padre e alle sue angherie. Cosimo giura in risposta alle minacce del padre che non toccherà più terra finché vivrà; sarà di parola, perché quando sentirà vicina la morte passerà una mongolfiera a cui si attaccherà, e sparirà quando la mongolfiera avrà appena attraversato l'oceano. Cosimo vede le vicende del suo tempo da una prospettiva inusuale, in modo distaccato, perché segue la vita quotidiana della gente in disparte, rendendosi in questo modo conto che l'unico modo per essere veramente vicino agli altri è distanziarsene.