Dulcis in fundo i cento senatori conserveranno l’immunità, così che alla fine ci finiranno tutti gli amministratori locali in odore di inchiesta: sostanzialmente un refugium peccatorum, un luogo di impunità gestito direttamente dai partiti, utilissimo per evitare le conseguenze delle malversazioni decentrate e per salvataggi illustri nel caso dei 5 membri di nomina presidenziale: non ci vuole molto a capire che il primo “nuovo” senatore” sarà Berlusconi.
Del resto anche la riforma del titolo V della Costituzione quello che riguarda le competenze delle Regioni sembra piuttosto lo ridefinizione della mappa di attività fra bande: abolite le Provincie che rimangono e cambiano solo di nome, le Regioni si vedono togliere alcune competenze in materia di trasporti ed energia, vale a dire, in soldoni, quelle che riguardano direttamente o indirettamente le grandi opere oppure rigassificatori e centrali nucleari, mentre ciò che potrebbe interessare direttamente i cittadini e last but no least portare un bel contributo ai bilanci dello stato, vale a dire la sanità, rimane come cassa continua dei potentati locali.
Su questo, come su un progetto di legge elettorale che nemmeno in Uzbechistan passerebbe e che esclude i cittadini dalla scelta dei proprio rappresentanti, presenta sbarramenti e premi di maggioranza che di fatto anticipano un sistema autoritario, non si discute. La ministra delle forme (il “ri ” è un’aggiunta posticcia) Boschi che deriva direttamente dalle proprietà latifondiste e dagli scambisti di oro con tanto di croce e cappuccio, fa sapere al M5S che Forza Italia e Lega rimangono i veri alleati del Pde scambiando la politica con un the danzante dice che non si cambia il partner all’ultimo minuto.
Piccoli oligarchi crescono.