1974
Giappone
Regia: Shûji Terayama
Critica ed elogio dello spettatore del cinema sperimentale, è lui al centro dell'attenzione, è sviscerato, giustiziato, chiamato in causa. Deve arrossire, buttar un colpo di tosse sviante, imbarazzarsi.
A renderlo così partecipe è il fantasma dell'avanguardia, con il suo corpo sensuale e il viso bianco che si evidenzia su uno sfondo nerissimo.
Chi assapora è il burattinaio, l'opera è figlia di chi guarda, è lui stesso spettacolo.
È lui a mettersi in gioco, è lui che deve decidere se accettare plausibili etichette, se fare "fare seppuku", se aprire la mente, se denudarsi completamente per l'arte, se donarsi ad essa nel modo più assoluto.