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Spretato il boss di Comunione e Liberazione Mauro Inzoli. L’ha deciso l’ex Sant’Uffizio nel procedimento canonico

Creato il 11 dicembre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Stamattina i sacerdoti della Diocesi di Crema sono stati riuniti con la massima urgenza dal vescovo Oscar Cantoni, che ha spiegato come la congregazione della dottrina della fede del Vaticano abbia disposto le dimissioni dallo stato clericale di don Mauro Inzoli. Al momento non si conoscono le motivazioni che hanno portato al provvedimento …

È il comunicato della diocesi di Crema pubblicato da Cremaonline. L’ex Sant’Uffizio, quello che un tempo si chiamava Inquisizione, vertice della giustizia ecclesiastica, ha ridotto allo Stato laicale l’ex monsignor Inzoli, uno dei maggiori leader di Comunione e Liberazione.

Un capo, un leader, già presidente del Banco Alimentare, uomo che ha goduto di una forte protezione sulla sua situazione difficile di fronte alla giustizia ecclesiastica. La stampa non ha dato notizia fino ad oggi, quando anche il giornale La Provincia, più chiaramente di altre testate, ha affermato che ci sono “motivi gravissimi”.

Il testo nella sua interezza è questo:

In data 9 dicembre 2012 il Vescovo di Crema ha emesso un decreto, su mandato della Congregazione per la Dottrina della Fede (Santa Sede), che dispone la dimissione dallo stato clericale del rev.do Monsignor Mauro Inzoli al termine di un procedimento canonico a norma del canone 1720 del Codice di Diritto Canonico.

La pena è sospesa in attesa del secondo grado di giudizio.

Ogni altra informazione in merito al provvedimento di cui sopra è riservata all’autorità della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Il Canone 1720 dice così: Se l’Ordinario ha ritenuto doversi procedere con decreto per via extragiudiziale: 1) renda note all’imputato l’accusa e le prove, dandogli possibilità di difendersi, a meno che l’imputato debitamente chiamato non abbia trascurato di presentarsi; 2) valuti accuratamente con due assessori tutte le prove e gli argomenti; 3) se consta con certezza del delitto e l’azione criminale non è estinta, emani il decreto a norma dei canoni 1342-1350, esponendo almeno brevemente le ragioni in diritto e in fatto.

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