Un tendone sotto il quale un'orchestrina rockabilly gia' suonava, un furgone che sfornava crescentine con salumi e boccali di birra a getto continuo, la concessionaria aperta e tirata a lucido, con le ragazze nuove e "just loved" (usato sicuro) in bella vista.
Nell'oretta passata fra il negozio di abbigliamento ed accessori e la concessionaria vera e propria devo confessare di essermi sentito un pesce fuor d'acqua. Non conoscevo nessuno (e dire che come target di eta' siamo li', superggiu' cinqueantenni), il problema vero era che proprio (e mi dispiace dirlo) non riesco a capirne la filosofia. Vabbe', chiedete ad un biker di andare ad un Carbo Loading Party di un Ironman e magari provera' le stesse sensazioni che ho provato io, ma anche sforzandomi (e magari avendo una giornata di 48 ore) faccio fatica a capire il senso di questi raduni e, quindi, a parteciparvi .
Che poi il mio modo di vivere la moto sarebbe anche simile (polleggiato, tranquillo, non certo esasperato) ma gia' sono sazio delle reunions con i miei compagni di liceo, delle gare di triathlon, e delle feste della Polisportiva Porta Saragozza, che condividere altre giornate con bikers il cui scopo principale e' farsi chilometri e chilometri in moto, arrivare da qualche parte (e scolarsi litri di birra).... Beh, ancora non ci sono arrivato.
Quindi, dopo un'oretta ho riacceso l'Harley e senza aver mangiato e bevuto nulla (era anche a pagamento!) ho salutato la compagnia e sono tornato a casa. Bella la moto, ma solo quella!