Ebbene si, perché lo Spring Breakers non è altro che la vacanza di una settimana che gli studenti universitari si concedono durante l'anno di studio - generalmente nel periodo di primavera - per staccare dalla monotonia e dalla noia e potersi dare alla pazza gioia senza porre alcun limite a ogni genere di trasgressione
Ma nella pellicola di Harmony Korine lo sballo collettivo è presentato in tutt'altra forma rispetto a quella più conosciuta e consona di altri film commerciali-collegiali in stile "American Pie". Dato che a "Spring Breakers" non interessa minimamente di rifarsi a quei modelli ma, al contrario, vuole promuoversi come portatore di una corrente fortemente drammatica e altamente preoccupante. Le quattro amiche protagoniste infatti incarnano a tutti gli effetti quella che è buona parte della gioventù moderna, ideali compresi, e la solita vacanza alla conquista dei piaceri proibiti - che comincia per loro con la bravata di una rapina in un ristorante compiuta per gioco e disperazione economica - si tramuta in breve tempo in qualcosa di enormemente incontrollabile con destinazione finale l'inappagante identificazione del proprio io.
Tuttavia il modo con cui Korine cerca di incanalare i suoi punti di vista sulle ambizioni giovanili vive di un efficacia traballante che, alla lunga, e a forza di rimarchi, fa risultare la sua esposizione ripetitiva e ridondante, raffreddando e arrancando il coinvolgimento, tanto da costringere il regista a forzare la mano su di un terzo atto decisamente scarico e meno tonico, su cui va a gravare anche il finale smaccato e ai limiti dell'accettazione.
Musiche elettroniche e colori vivaci accompagnano allora questo ritratto misto che da una parte tende la mano al divertimento e alla sregolatezza e dall'altra mette in mostra una crisi adolescenziale che ormai è molto più che un ambiguo pensiero. "Spring Breakers" complessivamente riesce abbastanza bene nei suoi intenti anche se non è capace di mantenersi sobrio fino al culmine e, come i suoi personaggi, ecco che sul più bello si lascia cadere preda del suo ennesimo eccesso di ribellione irrefrenabile.
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