Spuntano le firme false: il teatrino di D’Alema è sempre più grottesco.

Creato il 17 ottobre 2012 da Vittorionigrelli @vittonigrelli

17 ottobre, Italia. Sembra che nell’appello pubblicato sull’Unità per chiedere che D’Alema si ricandidi, vi siano delle firme false. Pero ora sono due certe, magari ne arriveranno altre.

Per chi si fosse perso la telenovela, facciamo un breve riassunto di quello che è successo finora. La notizia comincia poco sotto.

Qualche giono fa, Walter Veltroni ha annunciato che dopo sei, SEI, 6 (!) legislature non si ricandiderà alle prossime politiche. La cosa ha messo in imbarazzo gli altri gerarchi del Pd, che sono dovuti correre ai ripari per non fare brutta figura rispetto all’ex segretario.

La soluzione di D’Alema è stata geniale, machiavellica e anche divertente: “mi candiderò se me lo chiederà il partito”, con un volto mogio mogio di chi si appresta ad andarsene a passi lenti e spalle basse, per sparire per sempre. Che dimostrazione di umiltà! Non delegare la decisione a Bersani (che peraltro aveva annunciato che non gli avrebbe chiesto proprio nulla), ma lasciare che siano i compagni a decidere il suo destino.

Il giorno dopo, sull’Unità, un accorato appello di imploranti dalemiani, firmato e controfirmato, chiedeva al lìder Massimo di restare.

Fine del resoconto, breve e che sicuramente perde dei dettagli delle vicende. Non abbiamo voluto dilungarci perché i media hanno parlato molto della vicenda.

Ora la notizia: pare, sembra, qualcuno crede che, si ipotizza, è possibile che alcune delle 700 firme dell’appello siano, ecco, diciamo “strane”. La parola che usa il Fatto Quotidiano è “false”.

Questo perché vi sono delle dichiarazioni chiare di due interessati, che vi sottoponiamo, le quali mettono in dubbio la trasparenza delle procedure di realizzazione dell’appello:

“L’appello dell’Unità per D’Alema? Non ho mai firmato nulla, e anche se mi fosse stata richiesta la firma, avrei comunque rifiutato” dice Sabrina Rocca, del Pd siciliano, che afferma anche di essersi accorta dell’accaduto dalle mail piene di insulti che le sono arrivate.

“Ma io sto con Vendola! Ho appreso dalla stampa di questa mia adesione”, ha detto il lucano Placido.

Sempre la Rocca ha affermato “Dopo aver visto che il mio nome compariva effettivamente tra le settecento firme per D’Alema ho subito contattato i vertici nazionali del partito: “lei ha ricevuto una mail”, mi hanno detto. Ho cercato tra la posta, ed in effetti avevo ricevuto la mail con l’appello, ma non l’avevo mai letta. Come hanno fatto dunque ad includermi tra i firmatari dell’appello, se non avevo neanche risposto?”.

In effetto, se un’azienda di prodotti per la casa mi manda una mail, e poi invia al mio indirizzo una decina di spray anti-calcare, pretendendo che io li paghi pure, come minimo li denuncio.

“Posso ricandidarmi, se il partito mi chiede di farlo” ha detto D’Alema. Gli è stato chiesto di ricandidarsi, ma quanti sono quelli che sanno di avergli fatto questa domanda?

Vittorio Nigrelli



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