Fai il doppio della fatica. Addizioni al tuo modo di essere quello che gli altri si aspettano, sovrapponi due personalità cercando di far coincidere prima la sagoma, poi tutti i contorni, poi le sfumature fino al punto più profondo, la fossa delle Marianne della propria indole. Il punto di non ritorno arriva quando non riesci più a capire se stai pensando con la tua testa o con quella di chi cerchi di accontentare. Me se alla testa si aggiunge il cuore sei salvo. In gergo informatico si chiama punto di ripristino, è una procedura che serve a ripristinare la configurazione di un pc di un dato momento, permettendo di recuperare impostazioni ottimali. Un salvataggio in extremis.
Il cuore è l’archivio dei punti di ripristino. E’ il ricordo delle emozioni a permetterci di recuperare le diverse configurazioni del nostro essere nel corso del tempo. Modalità ‘sognatore’, modalità ‘realistico’, e poi ‘disincantato’, ‘disilluso’, ‘cinico’ fino a ‘opportunista’ o, peggio, ‘spietato’. A questo punto se il cuore non è troppo inaridito dagli automatismi cerebrali sarà un messaggio di errore di sistema ad avvertirti che qualcosa non va. Basterà passare in rassegna i capisaldi della memoria e ancorarsi ai ricordi capaci di emozioni positive, resistenti ai bug più inestinguibili.
Non è necessario essere degli hacker dei sentimenti per padroneggiare l’abilità di recuperare la propria purezza. E’ sufficiente non dimenticare la password di accesso. E quella la conosci solo tu.
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