Un vecchio cestino per rifiuti strappato dall'asfalto e appoggiato a un muro devastato dai graffiti. E' l'immagine che ci si presenta davanti passeggiando per Via Vito Volterra, una stradina parallela alla trafficatissima Viale Marconi. Ci troviamo davanti al Liceo Classico Platone e alla Facoltà di Ingegneria di Roma3. E' così che crescono i ragazzi a Roma, tra strutture fatiscenti e degradate, nutrendosi di immagini raccapriccianti degni di un campo rom. Intendiamoci, nessuno si aspetta che le scuole e le università italiane siano degne della Sorbonne o di Oxford. Siamo pur sempre un paese di burini incivili, e quindi abbiamo le scuole che ci meritiamo. Ma un minimo di decenza, quella si possiamo e dobbiamo ottenerla. Come possiamo pensare che i ragazzi romani possano competere con quelli europei se li mandiamo a studiare in un ambiente che sembra un incrocio tra un campo nomadi e uno sfasciacarrozze? Come possiamo pensare di invogliarli allo studio, all'educazione e al rispetto delle regole, se li mandiamo a marcire tutti i giorni in un ambiente simile? E se poi chiediamo di ripulire i muri dell'edificio e delle aule, di acquistare banchi nuovi, di risistemare il giardino, ci viene detto che non ci sono i soldi neanche per comprare i gessi. Ma che razza di paese di merda siamo? Non ci sono i soldi? Piuttosto, non investiamo un cazzo! E' questa la verità. L'Italia è un paese che non investe un cazzo nella scuola e nell'Università. E i risultati si vedono. Siamo il fanalino di coda del mondo intero. Da oggi vogliamo far partire una serie di inchieste sulle strutture scolastiche romane. Scatteremo foto all'esterno (come abbiamo fatto, giorni fa, con il Liceo Virgilio) e sentiremo i rappresentanti dei vari istituti, chiedendo loro di inviarci immagini degli ambienti in cui vengono mandati a marcire.
Un vecchio cestino per rifiuti strappato dall'asfalto e appoggiato a un muro devastato dai graffiti. E' l'immagine che ci si presenta davanti passeggiando per Via Vito Volterra, una stradina parallela alla trafficatissima Viale Marconi. Ci troviamo davanti al Liceo Classico Platone e alla Facoltà di Ingegneria di Roma3. E' così che crescono i ragazzi a Roma, tra strutture fatiscenti e degradate, nutrendosi di immagini raccapriccianti degni di un campo rom. Intendiamoci, nessuno si aspetta che le scuole e le università italiane siano degne della Sorbonne o di Oxford. Siamo pur sempre un paese di burini incivili, e quindi abbiamo le scuole che ci meritiamo. Ma un minimo di decenza, quella si possiamo e dobbiamo ottenerla. Come possiamo pensare che i ragazzi romani possano competere con quelli europei se li mandiamo a studiare in un ambiente che sembra un incrocio tra un campo nomadi e uno sfasciacarrozze? Come possiamo pensare di invogliarli allo studio, all'educazione e al rispetto delle regole, se li mandiamo a marcire tutti i giorni in un ambiente simile? E se poi chiediamo di ripulire i muri dell'edificio e delle aule, di acquistare banchi nuovi, di risistemare il giardino, ci viene detto che non ci sono i soldi neanche per comprare i gessi. Ma che razza di paese di merda siamo? Non ci sono i soldi? Piuttosto, non investiamo un cazzo! E' questa la verità. L'Italia è un paese che non investe un cazzo nella scuola e nell'Università. E i risultati si vedono. Siamo il fanalino di coda del mondo intero. Da oggi vogliamo far partire una serie di inchieste sulle strutture scolastiche romane. Scatteremo foto all'esterno (come abbiamo fatto, giorni fa, con il Liceo Virgilio) e sentiremo i rappresentanti dei vari istituti, chiedendo loro di inviarci immagini degli ambienti in cui vengono mandati a marcire.