Incontro tra due fuoriclasse: Steven Hess è un “batterista espanso” che ha prestato e presta la sua opera ai Locrian, a Pan•American e agli Haptic (per citare solo alcuni progetti), Rutger Zuydervelt è più famoso per il nome di battaglia Machinefabriek, col quale si muove in contesti ambient, noise e “sperimentali”. Il recente lavoro del secondo per Backwards, intitolato Drum Solos, era già una spia del fatto che gli interessassero le potenzialità di questo strumento nel campo della creazione di paesaggi sonori.
A leggere la presentazione dell’etichetta Umor Rex, Hess aveva registrato e ri-registrato su nastro (il processo entropico di Mathieu?) un notevole quantitativo di materiale ottenuto con batteria, effetti, chitarra e suoni d’ambiente, e poi lo aveva passato a Zuydervelt affinché facesse una cernita e aggiungesse qualcosa di suo, fino a che non si è giunti a quanto possiamo ora ascoltare. Questa cassetta (*), come intuibile, svolge un ambient narcolettico, che si sposta di continuo tra sonno e veglia, con il mondo reale che entra ed esce dal campo uditivo, e intendo proprio elementi di musica concreta, legati in apparenza alla quotidianità: notevole, in questo senso, la sottilissima inquietudine di “Auroral”, ma anche dopo – con la title-track e la sua radio in sottofondo – proverete quella sensazione stranissima e disorientante che di solito vivete la mattina quando vi state svegliando, ma non siete ancora davvero svegli. Si arriva ad “Evenfall” e i due si calano in luoghi più bui, con un lavoro atmosferico di batteria che meriterebbe di essere copiato da molti colleghi di Hess e con tocchi rarefatti di tastiera (xilofono) quasi in stile Bohren Und Der Club Of Gore. Dall’oscurità si esce con la finale “Delusion”, non indimenticabile.
Siamo sul discreto, sarebbe bello vederli affrontare assieme la lunga distanza.
* Possono esserci ragioni economiche, ma ho l’impressione che sovente oggi si pubblichino nastri per credersi (o farsi credere) più underground, mentre Re:collecting nasce da delle cassette e su cassetta viene immortalato, quindi l’operazione acquisisce forse un suo senso estetico.
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