‘Sta mania della libertà d’espressione

Da Icalamari @frperinelli

(Sarò perdonata dagli amici di Cartaresistente -l’illuminato blog che parla e rappresenta libri di carta e altre faccende culturali molto tangibili, in maniera smaterializzata- ai quali ho promesso un certo numero di contributi, se oltre alle incombenze personali e lavorative, oltre ai post insonni colati giù dai calamari, antepongo alla messa in atto delle mie promesse anche queste poche righe.)

Mi fa davvero piacere segnalare come un recente redazionale del Foglio, di promozione a un libro,  sia una summa di pensieri degni della massima attenzione e riflessione. Un esempio tra tutti:

“Gli scrittori da blog – non tutti, sia ben chiaro, solo quelli cialtroni – si sono liberati d’un colpo di qualunque convenzione e riempiono pagine e pagine di prosa sperimentale, la cui sperimentalità consiste essenzialmente nel non fare capire un tubo al lettore.”

Capostipite dei cialtroni del web sarebbe un certo Raymond Carver.

Alla domanda “Perché infliggere al prossimo tali esempi di grafomania patologica?” ci si limita a rispondere “Semplice: perché ora la tecnologia consente di farlo.” Senza considerare che chi apre un blog, oggi, prima di poter sperare che le proprie frasi trovino qualcuno disposto a buttarci uno sguardo, deve non soltanto pazientare come Giobbe, ma anche sforzarsi di mettere in atto strategie da guerra fredda, se addirittura WordPress si premura di istituire post nei quali imbecca i novizi con istruzioni adatte alla campagna stampa di una multinazionale.

E sorvoliamo sulle intenzioni, ce ne saranno mille, buone e meno buone. Resta il fatto che nessuno ci costringe a leggere un blog.

Ma perché tanto spreco di tecnologia? Il Foglio non è, in fondo, un prodotto per definizione cartaceo? Perché abbassarsi a contendere il web con tanti cialtroni, invece di porgere la propria pregiatissima offerta culturale a un selezionato pubblico di intenditori? Ah, già. Perché cialtroni non lo sono tutti gli “scrittori da blog”, ma solo quelli affetti da Carverismo, sia ben chiaro.

Ittaliani! Tornate subito in riga e pure in colonna, perdio! Prendete carta e penna e decretate morte ai cialtroni! Morte a chi si oppone alla comprensione dei tubi, delle tube e dei tromboni!

Io questo articolo l’ho amato, perché mi ha aperto gli occhi.

E, sia ben chiaro, quello che ho capito è che da grande voglio essere cialtrona come Carver. Perché cercare di trattenere il potere nelle mani di pochi puntando tutto sulla denigrazione dei processi di democratizzazione in atto, non sarà da cialtroni, ma di certo è tipico dei co… degli asini.


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