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Stagionalità nello sviluppo delle radici di olivo

Creato il 19 maggio 2015 da Antoniobruno5
Modello di crescita stagionale di olivo in ambiente mediterraneo L’olivo nell’ambiente Mediterraneo presenta una crescita essenzialmente monomodale (bi o monomodali e quindi con due o uno solo ma lungo periodi di stasi vegetativa) con una crescita minima fra ottobre e febbraio e un arresto durante i mesi più caldi e asciutti estivi. La espansione radicale si basa principalmente su flussi di formazione ex novo di radici laterali (nuova formazione di radici) Fra radici e germogli c’è una correlazione sinergica e reciproca. Occorre tenere in considerazione l’architettura e lo stato fisiologico della radice per regolare gli apporti idrici all’olivo sulle sue reali necessità e sul potenziale di assorbimento. Le piante crescono in un ambiente soggetto a continui cambiamenti. Sole, pioggia, variazioni di temperatura anche repentini richiedono alle piante meccanismo sofisticati di adattamento. Il loro processo di crescita è strettamente dipendente da condizioni ambientali favorevoli: è la fotosintesi che fornisce gli elementi necessari a garantirla, ma la fotosintesi richiede a sua volta condizioni ottimali di illuminazione. Piante cresciute in ambienti poco illuminati cresceranno di meno rispetto a piante cresciute in ambienti ottimali. Serena Polverigiani, Davide Neri, Enrico Maria Lodolini, Francesca Massetani - Università Politecnica delle Marche - Dipartimento di Scienze Ambientali e delle Produzioni Vegetali Stagionalità nello sviluppo delle radici di olivo
Stagionalità nello sviluppo delle radici di olivo
Stagionalità nello sviluppo delle radici di olivo
Stagionalità nello sviluppo delle radici di olivo
Stagionalità nello sviluppo delle radici di olivo
Stagionalità nello sviluppo delle radici di olivo La crescita delle piante dipende anche dal loro sistema ormonale. Come sono integrati i processi di accrescimento che dipendono dagli zuccheri prodotti dalla fotosintesi e dagli ormoni di crescita? I ricercatori del PlantLab dell'Istituto di Scienze della vita della Scuola Superiore Sant'Anna hanno così scoperto che il livello di zuccheri disponibile durante la notte rappresenta il segnale per la produzione di ormoni durante il giorno successivo: se la fotosintesi è stata scarsa di giorno, durante la notte successiva la pianta soffre di carenza di zuccheri e questo fa sì che il livello ormonale dei giorni successivi sia ridotto, per rallentare la crescita e per renderla compatibile con il minor livello di zuccheri disponibile. "Le evidenze raccolte dimostrano una stretta relazione tra metabolismo ormonale, segnali ambientali e produzione di biomassa - commenta Pierdomenico Perata - confermando come variazioni climatiche possono portare ad una riconfigurazione dei processi di accrescimento con conseguenze sulla produttività delle piante in agricoltura".
(Scoperta dei ricercatori del PlantLab dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. I risultati della ricerca, condotta tra gli altri da Eleonora Paparelli con il coordinamento di Pierdomenico Perata, Ordinario di Fisiologia Vegetale, nonché rettore della Scuola Superiore Sant'Anna, sono stati pubblicati su "The Plant Cell" la più prestigiosa rivista di biologia vegetale, .)

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